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Ho monitorato le reazioni alla mia iniziativa di ieri per promuovere una denuncia in sede civile verso la Regione Lazio, responsabile dei manifesti oltraggiosi affissi a Roma e in tutto il territorio laziale. Sui social ho contato (sì, li ho contati tutti…) 387 like, a cui si può aggiungere un numero imprecisato di condivisioni e commenti del tipo: “facciamoli neri!”, “avanti così!”, “giusto!”. Le persone che però si sono concretamente associate dando la disponibilità a partecipare alla causa al momento sono molte meno. Grandi assenti le varie associazioni, siano esse per i diritti maschili o per i padri. Chi fa il pesce in barile, chi dice di voler tenere un profilo più basso, nessuna si è fatta avanti al momento. Di fatto, tutti ritengono di aver compiuto il proprio dovere esprimendo determinazione con il sedativo più devastante dei tempi moderni: il pollice su dell’immagine qua sopra o qualche contumelia sui social.
Dice: agire nel concreto è troppo rischioso. Bisogna spendere subito dei soldi e ancora di più se in tribunale si soccombe, e io ho già da pagare l’ex moglie, ho problemi economici, eccetera. Cose note e comuni a tutti. E nessuno pare convinto dell’idea che se si è in tanti il peso economico viene condiviso. Basterebbero cento persone che danno 12 euro a testa e la causa si apre, eppure… Eppure pare che il mondo che segue le tematiche di questo blog, o di altri blog simili, sia composto essenzialmente da leoni e leonesse da tastiera. Un esercito di persone prontissime a urlare “armiamoci e partite”. Tutte disponibili a lasciarsi insultare sui manifesti o in TV (ultima occasione quella di “Presa diretta”) e a permettere che si consolidi la falsa idea che gli uomini e i padri sono tutti violenti, e di conseguenza a pagarne il prezzo in sede di separazione. Una rassegnazione che colpisce anche le associazioni, per le quali mi viene una sola domanda: a cosa servite? Che ci state a fare? Vista la vostra immobilità, le risposte che mi vengono sono tutt’altro che piacevoli.
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Mi sono interrogato cosa possa frenare persone e associazioni dall’aggregarsi a un gruppo che ha, di fatto, l’occasione di fare qualcosa di rivoluzionario. Di essere rivoluzione. Forse la destinazione di un eventuale risarcimento? Non piace l’idea di creare un’associazione nazionale? Bene, modifichiamo la cosa: diciamo che quell’ipotesi è opzionale. Ognuno farà ciò che vuole con l’eventuale risarcimento, ma sarà invitato caldamente a contribuire alla creazione di un’associazione nazionale in difesa degli uomini. O forse non è questo, ma appunto il rischio di soccombere in tribunale e di dover pagare cifre stratosferiche. Ho chiesto all’avvocato che si presterebbe gratuitamente: in ogni caso il giudice non potrebbe andare oltre certi limiti tabellari. Dunque ipotizzando di perdere disastrosamente la causa, cosa pressoché impossibile, si arriverebbe a pagare al massimo attorno ai 5.000 euro. Se si è in cento, sono 50 euro a testa. Si può fare?
Se la rabbia, il desiderio di cambiare le cose che con così tanta passione viene espressa sui social o nei convegni delle associazioni sono reali e non solo sfoghi transitori di chi non ha il fegato per scendere veramente in campo, secondo me sì, si può fare. Si deve fare. La radice del cancro che sta avvelenando le relazioni uomo/donna e devastando la vita di tante persone, bambini in primis, è lì, in quella narrazione tossica sposata da istituzioni come la Regione Lazio in combutta con i vari portatori di interessi sul tema della violenza di genere. Inutile menarselo con DDL di qui e il DDL di là, quando basta una falsa denuncia (il 95% sul totale lo è) per mandare all’aria qualunque legge e qualunque logica. Estirpato il cancro, si potrà cominciare a ragionare serenamente, uomini e donne assieme, sui fenomeni negativi, su come affrontarli, socialmente e dal lato delle norme. Ma qualcuno, anzi molti devono avere il fegato di mettersi l’elmetto e uscire dalla trincea. Che tanto non è affatto sicura: il nemico prima o poi arriva e vi stana anche lì. E’ qualcosa che ci riguarda. Tutti, uomini e donne.
L’hanno capito bene tre amici e lettori del blog, di cui per riservatezza non posso fare il nome. Gente vera, gente con le palle. Mi hanno mandato giusto ieri la scansione delle denunce che hanno presentato contro Dandini e Finocchiaro per la nota vicenda dei “pezzi di merda” in TV. Non solo: mi hanno messo a disposizione il testo della loro querela, elaborato assieme ad avvocati di spessore, affinché altri possano replicarla. La loro denuncia si aggiunge alla mia. Quattro stronzi idealisti? Può darsi. Intanto la faccia ce l’abbiamo messa. L’impegno pure, i soldi anche. Certo presentare denuncia costa molto meno che aprire una causa, lo so, ma il problema è a monte. Sta nella volontà e nella determinazione. Questi tre amici ce l’hanno, non fanno chiacchiere sui social. E vogliono mostrare alla controparte che qui si fa sul serio, non si scherza più, non si tollera più. Basterebbe una manciata di loro e porteremmo la questione su un livello infinitamente più efficace.
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Misero il popolo che ha bisogno di eroi, si dice giustamente. I tre lettori che hanno fatto denuncia contro Dandini e Finocchiaro, io e gli altri che già ci siamo associati per far causa alla Regione Lazio e far rimuovere quei manifesti oltraggiosi, non siamo e non vogliamo essere eroi che aprono la strada a truppe impaurite e indecise. Noi siamo qui, attendiamo un risveglio delle coscienze di tutti voi e delle associazioni. Perché le cose non si cambiano con un like, né con le chiacchiere, né col sacrificio degli eroi. Le cose si cambiano assieme, collettivamente per una causa collettiva. O non si cambiano affatto. Attendo un segno di vita, fuori dai social, nella vita reale.
Di seguito la scansione delle tre denunce presentate contro Dandini e Finocchiaro, più il testo in word da scaricare per chi volesse replicare la denuncia.
Denuncia 1 | Denuncia 2 | Denuncia 3 | Modello di querela |
Ribadisco che chi volesse associarsi, è pregato di scrivere a stalkersaraitu@gmail.com comunicandomi nome, cognome, residenza, email e numero di telefono. Si parte solo se siamo in tanti per dividerci le spese. Altrimenti tutto resterà come sempre (e andrà sempre peggio). Capito, pezzi di merda e mezzi uomini carnefici?
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