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Ripubblico dall’originale pubblicato QUI.

Ieri in occasione della manifestazione ANTI DDL, sia a Napoli che Bologna, (non a caso ultimi baluardi di un ideologia in estinzione), registriamo aggressioni femminili ai banchetti PRO DDL impegnati nella raccolta firme, a tranquilli genitori che stavano parlando serenamente con le persone di passaggio. Dal corteo si sono staccati alcuni gruppi di femministe che hanno messo sottosopra i banchetti. Analoga arroganza carica di odio ci riporta al film verità “The Red Pill” girato da una femminista che indagando nel mondo dei movimenti maschili, scopre il razzismo espresso dal femminismo americano e la sua intrinseca intolleranza ai diritti della paternità e al maschile in generale. Ciò che accadeva là ora si ripete anche qui, medesimi protagonisti, medesime battaglie medesime resistenze, dieci anni dopo però!.

Fogli strappati, spinte, urla isteriche e minacce, scritte spray sui mezzi dei pacifici esponenti di una genitorialità che non vuole rinunciare al proprio ruolo è l’esito delle scorribande rosa della giornata di ieri. “Abbiamo salvato le firme dicono i responsabili della raccolta ancora in preda allo stupore accanto ai banchetti”. L’evento di ieri contribuisce a rimarcare quel fenomeno crescente di intolleranza che caratterizza le lotte femministe, non più impegnate ad acquisire diritti, bensì a negarli a chiunque altro di sesso opposto. Ne abbiamo avuto prova anche in questo recente articolo: e ieri nelle due città “isole” del comunismo ideologico come Bologna e Napoli un ulteriore riscontro.

La realtà dei grandi numeri ci parla di separazioni NON violente e non può certo permettere che i figli diventino merce di ricatti e tantomeno monopolio di una genitorialità di un genere solo, arrogante esclusivista e tutto sommato impreparata a valutare la possibilità di una reale indipendenza, come invece accade all’estero dove le culture socialiste offrendo ai padri la cura dei figli hanno offerto allo stesso tempo alle donne tempo libero e la possibilità di indipendenza, reale emancipazione e riscatto. E chi dice che il DDL 735 ci porta indietro di 50 anni, rispondiamo che in realtà siamo di già indietro di cento e occorre davvero una rivoluzione culturale che ci affranchi dallo stereotipo donna-madre-casalinga e ci traghetti verso un futuro di responsabilità e consapevolezza genitoriale non mediato da interessi di genere.
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