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Finito di preparare l’articolo per domani, apro Twitter, che mi sbatte sulla faccia l’ultimo post di Telefono Rosa. Mi attendo la solita sbrodolata in salsa femminazista invece… è una supplica. Le pasionarie del 1522 supplicano nientemeno che il Corpo degli Alpini di non querelare il movimento #nonunadimeno, perché le associazioni devono dialogare e bla bla bla. Cosa è accaduto?
Che #MeToo e le sue propaggini, tra cui il movimento #nonunadimeno, l’hanno fatta fuori dal secchio, diffondendo notizie false e false accuse (troppo forte l’abitudine) sulle molestie che gli alpini avrebbero perpetrato alle donne durante l’ultima adunata a Trento. Tutto inventato, tutto marketing nazifemminista. E’ ben noto il rigore etico degli alpini, oltre alla loro gloriosa storia. Così com’è nota la goliardia delle loro adunate, una festa cittadina imperdibile, umana come nessuna femminista genuina può essere in grado di apprezzare. E dato che loro sono incapaci di sorridere, ridere, divertirsi e vivere gioiosamente, non vogliono che gli altri ci riescano. Così hanno sputato veleno sulle penne e i veci riuniti a Trento.
Che però devono essersi incazzati non poco. Goliardi, simpatici ed etici, d’accordo, ma sono pur sempre soldati e, a differenza ahimè dei tanti uomini comuni, non si lasciano infangare stando zitti e subendo. Infatti hanno annunciato querela contro le diffamatrici di #nonunadimeno. Ed è per questo che Telefono Rosa stesso si mobilita per dissuaderli, appellandosi a una “collaborazione tra associazioni”. Come se gli alpini fossero un’associazione (quanta profonda ignoranza).
Ebbene, loro supplicano perché non partano querele. Io chiedo dal profondo del cuore al Corpo degli Alpini di querelare, querelare, querelare, come se non ci fosse un domani. Per il loro onore, che va preservato. E che ogni querela sia un punto d’onore e d’orgoglio per tutti gli uomini ugualmente infangati, impoveriti e umiliati. E perché le calunniatrici e diffamatrici di professione vanno zittite e soppresse. Questo è l’unico modo per reimpostare un dialogo da pari. E chi può, faccia arrivare questo appello al Corpo. Non cedano alla galanteria. Chi li ha insultati non sono interlocutori, ma nemici. Viva gli alpini! (hashtag su Twitter: #querelateletutte).
Questo il tweet di Telefono Rosa (con il mio orgasmante commento):
P.S.: l’esito, purtroppo infausto, della vicenda l’ho raccontato nella prima parte dell’articolo di lunedì 21, raggiungibile QUI.
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