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L’idea è venuta a tre cittadini sensibili e attivi sul tema della tutela dei minori e della disciplina separativa. Diego Tiveron di Treviso, Michele Gasparini di Bologna e Marco Rolfini di Torino hanno condiviso la necessità di far emergere l’attenzione della società civile sui fatti che hanno coinvolto i servizi sociali deviati dell’Unione Val D’Enza, così hanno pensato a un “flash mob”. Per chi non lo sapesse significa trovarsi tutti in un punto indicato a fare tutti insieme una cosa specifica. Si tratta di una manifestazione pacifica, capace di mandare un segnale molto molto chiaro ai media e alle istituzioni su temi circoscritti. In questo senso il flash mob di Diego, Michele e Marco è un atto di vicinanza e solidarietà alle famiglie derubate dei propri figli e a quei bambini sottoposti ad abusi e violenze per un’ideologia malata e per interessi economici.
Ma è anche una risposta concreta, concretissima a un fenomeno mediatico che, davvero, è il segno dei tempi che corrono. Nei maggiori quotidiani del mainstream, ad eccezione de “La Verità”, la vicenda degli affidi del reggiano è scomparsa, di questo si sono accorti ormai tutti. Prevalgono notizie di distrazione di massa che si susseguono senza sosta: tutto fa brodo per far dimenticare l’orrore dei servizi sociali deviati della Val d’Enza. Alcune di queste testate, come si è visto, si spingono oltre, andando a cercare alibi e scusanti per chi alimentava e faceva funzionare la macchina degli abusi, tentando così di preparare il terreno a un’assoluzione, o per lo meno ad attenuanti, a cui certa magistratura (e si è visto anche questo) sembra particolarmente incline.
Nei maggiori quotidiani del mainstream la vicenda di Bibbiano è scomparsa, di questo si sono accorti ormai tutti.
Questo accade nel mainstream mentre in rete, in tutti i social indistintamente, una fiumana di persone chiede conto che su quegli orrori si faccia chiarezza, si vada a fondo, non si smetta di parlarne. L’hashtag #bibbiano è frequentissimo, segno che, a dispetto dell’oblio cui vogliono spingere i media di massa, la società civile vuole sapere, vuole la verità, vuole punizioni esemplari. Soprattutto sembra sapere che la vicenda della Val D’Enza è la punta di un iceberg sotto cui sta un intero sistema che coinvolge Tribunali dei Minori e altri apparati assistenziali (anziani, disabili, immigrati, donne), capaci di drenare risorse pubbliche per un ammontare pari a due o tre leggi finanziarie direttamente nelle tasche di alcune persone in particolare, nella quasi totalità legate a uno stream ideologico, politico e partitico ben preciso. Non è un caso che il leader del PD abbia minacciato querele a pioggia per chi prova a chiedere più profondità nell’inchiesta in corso.
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L’iniziativa di Diego, Michele e Marco arriva però a sparigliare le carte. In pochi giorni la loro proposta, pubblicata su Facebook, ha ricevuto numerosissime adesioni. Tra le tante, anche quella di questo blog. Perché davvero se ci si limita a strillare sui social che degli affidi in Val D’Enza non si parla più e poi non si alza il culo da dietro la tastiera per metterci la faccia dal vero, allora hanno ragione i troll che vogliono farci passare tutti per analfabeti funzionali. E su una questione del genere non possono e non devono avere ragione. Per questo “Stalker Sarai Tu” sarà presente al flash mob di Bibbiano. A rappresentarlo sarà una delle sue autrici di punta, quella Anna Poli ben conosciuta e apprezzata da molte parti (e detestata da altrettante…). Ci saranno forse anche dei politici, probabilmente anche qualche cespuglio associativo, ma queste bandierine e bandieruole non contano nulla. E’ e resta un’iniziativa meramente civica, di persone libere e sature di essere prese in giro e costantemente nel mirino di un sistema affaristico e ideologico pericolosissimo, desiderose di marcare la propria presenza per valori che nulla hanno a che fare con l’appartenenza politica, religiosa, associativa o di altro tipo.
Dunque questo non è un articolo, non è nemmeno un invito, ma un vero e proprio ordine che io do a tutti, sulla spinta di un dovere etico. Tutti devono partecipare al flash mob e nessuno può o deve chiamarsi fuori. Chi lo fa è complice del sistema che ha strappato dei bambini alle loro famiglie per poi venderli ad amici ed ex amanti. Un sistema che funzionava così a in Val d’Enza, funziona così pressoché in tutta Italia, e che va stroncato senza pietà. Se il flash mob sarà partecipato da un numero sorprendente di persone, forse anche i magistrati che ancora viaggiano col freno a mano tirato capiranno che non è più il caso di reggere il moccolo a un apparato lercio e colpevole. Insomma è imperativo che tutti coloro che finora hanno chiesto conto della vicenda sul web si organizzino per essere al flash mob. Non importa in che parte d’Italia abitiate: tutti devono convergere dove si terrà l’iniziativa, a Bibbiano, nessuno escluso, perché quello che è capitato in Val d’Enza può capitare ovunque.
“Stalker Sarai Tu” sarà presente al flash mob di Bibbiano.
E questo vale anche, se non soprattutto, per coloro che a Reggio Emilia e dintorni da anni votano sempre dalla stessa parte. Perché qui si tratta di bambini e famiglie, realtà e valori pre-politici, umanità fondante della società che nulla ha a che fare con il credo o la lealtà di partito. Ritengo che tutta la Val d’Enza, ad esclusione naturalmente di chi ha partecipato al massacro dell’infanzia di quei bambini, debba essere presente al flash mob. Magari anche in prima fila. Non come gli abitanti di Mauthausen, costretti a seppellire i morti del campo di concentramento dopo la liberazione per punirli della loro indifferenza. Non c’è vendetta o punizione in questo caso: tutti possono sbagliare e lasciarsi ingannare dalle belle parole e dalla propaganda. La loro presenza servirà piuttosto da richiesta definitiva affinché si chiudano i conti col passato e col presente, e questo degrado costruito sull’infanzia cessi d’ora in poi.
L’appuntamento per tutti, ribadisco per tutti, è dunque a Bibbiano, sabato 20 luglio, ore 10.30, presso la statua delle Tre Grazie. Ognuno porti un paio di scarpette bianche. Al segnale convenuto, verranno poste davanti all’entrata del Comune, assunto come simbolo e sineddoche di un sistema ampio che ha messo sul banco degli imputati un intero sistema. Seguirà un corteo che, in tre minuti, condurrà davanti alla sede dei Servizi Sociali, dove ancora si depositeranno le stesse scarpette bianche. E’ prevista in serata, per chi può fermarsi, anche una fiaccolata. Questo blog uscirà dal suo habitat naturale, il web, per esserci fisicamente e partecipare a questa iniziativa che è un atto d’accusa, ma soprattutto una richiesta formale alle istituzioni affinché scavino nel profondo, fino al punto più basso dell’iceberg, e ai media di massa perché la smettano di essere complici di un silenzio criminale quanto lo sono stati gli abusi sui minori e le famiglie del reggiano. Tutti a Bibbiano, dunque. E che nessuno si azzardi a chiamarsi fuori.
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