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Finita nel dimenticatoio letterario nazionale, Michela Murgia, nota esponente turbofemminista nostrana, riesce a riemergere aggrappandosi con le unghie all’unica categoria rimasta di consumatori che continuano ottusamente ad acquistare robe, purché ideologicamente schierate e allineate al loro pensiero (chiamiamolo così): gli antifascisti in assenza di fascismo. Che incidentalmente sono in genere anche tutti potentemente inclini al femminismo consumista contemporaneo. E così si inventa “il fascistometro”, idea che l’Espresso prontamente sposa mettendolo online, e questo serve da lancio per il nuovo capolavoro letterario murgiano edito nientemeno che da Einaudi.
L’idea mi è piaciuta e mi sono detto: perché non emularla? No, niente fascismi o comunismi da queste parti, la politica resta fuori o sullo sfondo al massimo. Restiamo sul pezzo. E così ho inventato “il femminazistometro”. Un simpatico test di 30 domande al termine delle quali, a seconda del punteggio, potrete sapere se siete immuni o se fate parte di quel pericolo civile che è il femminazismo, e dunque se siete componenti utili della comunità umana o semplici parassiti votati a divorare tutto per mera ideologia o per mero interesse. Non pretendo che il “femminazistometro” abbia l’accoglienza entusiasta della creatura di Murgia, ma chissà. Intanto fatelo. Un po’ di auto-analisi non fa mai male.
Il test lo trovate QUI.
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