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Comment (1)

  1. Dunque, proviamo a ricapitolare.
    Se in qualche modo ti occupi delle questioni “di genere” e arrivi a conclusioni differenti da quelle propagate dal “main stream” si possono distinguiere i seguenti casi:
    1. se sei un goirnalista ti viene immediatamente sospeso l’articolo o la trasmissione radiotelevisiva, corre grossi rischi tutta la redazione e la testata che ti ha permesso di dire quelle cose e probabilmente in futuro avrai mille difficoltà sul lavoro; al limite sarai convogliato nel ghetto di quegli organi che generalmente vengono definiti di destra maschilista, xenofoba, fascista. Se sei di sinistra dovrai scegliere fra diventare di destra fascista e xenofoba o rinunciare alle tue cosapevolezze sulle questioni “di genere”;
    2. se sei nel mondo dello spettacolo hai chiuso, scordati di poter fare alcunché; le opportunità ti verranno fornite proporzionalmente a quanto ti impegnerai a propagare il Verbo della lotta alla violenza sulle donne;
    3. se sei un politico devi ritrattare immediatamente quello che hai detto con mille scuse o sarai espulso con ignominia dal partito;
    3. se sei uno scienziato scordati l’olimpica serenità di chi è pronto ad accettare i risultati delle proprie ricerche qualunque essi siano: sarai cacciato dal Cern e le tue pubblicationi spariranno dalla circolazione per essere gettate nel rogo di Bebelplatz;
    4. se sei un ricercatore di fenomeni sociologici che scopre certe cose sgradite, le tue rilevazioni (e anche le tue ricerche) spariranno nel nulla;
    4. se sei un genitore separato sarai giudicato genitorialmente incapace e perderai il contatto con i tuoi figli;
    4. se sei una persona qualunque che non conta un cazzo hai ancora un piccolo margine di libertà di espressione, purché tu stia molto attento alla composizione dell’auditorio al quale esponi le tue considerazioni.
    Credo che sia utile la formazione di un archivio dove convergano i dati di questa costante, violenta censura, incentrata in particolare sulle varie categorie professionali che abbiano una certa incidenza sulla coscienza collettiva. Se poi da lì si riuscisse a ricavare un grafico, un tabellone che a colpo d’occhio desse un’idea chiara e immediata dell’immensità e della violenza del fenomeno censorio, da diffondere in rete linkato alle varie fonti, credo che si potrebbe dare uno scossone salutare alle coscienze.
    Cosa ne dici, Davide Stasi, pensi che potresti (magari con la collaborazione dei tuoi followers) comporre un siffatto archivio e raccogliere un numero cospicuo di casi di censura da spiattellare in bella evidenza tutti insieme?

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    10 Ottobre 2018 michele299 Reply

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