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Commissione sui maschicidi? Grazie. Anzi, no!

8 Novembre 201810 Marzo 2019
10

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Comments (10)

  1. sì, con la differenza che quelle sono fatalità causate o dalla disattenzione del lavoratore stesso (che non indossa i caschetti ecc.) o dal fatto che il padrone di turno non investe in sicurezza e sfrutta i lavoratori; i femminicidi invece sono causati da uomini che ammazzano donne che li hanno lasciati.
    Non è “una fatalità, un caso”, ma un omicidio che nasce premeditato.
    l’operaio che muore fulminato non muore fulminato perché “il cavo dell’alta tensione ha premeditato di ucciderlo perché non accettava la fine della relazione” e questi operai NON sono ammazzati da donne, al massimo da imprenditori e padroni di fabbriche sfruttatori. (e alcune volte, sono solo tragiche fatalità di cui nessuno ha colpa)

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    10 Novembre 2018 Stella Reply
    • Dunque la fattispecie del “femminicidio”, sebbene numericamente irrilevante, secondo lei dovrebbe essere la più importante di tutte perché declina l’omicidio a seconda di un suo sottoinsieme (il premeditato) a sua volta declinato per genere? Un processo che determinerebbe morti di serie A e morti di serie B?
      Mi spiace, no. L’omicidio premeditato di X nei confronti di Y non è più grave se il primo è un maschio e il secondo è una femmina e se i due avevano una relazione. Sono dettagli irrilevanti. E se sono rilevanti non è chiaro perché debbano esserlo di più che se X fosse femmina e Y maschio, o X essere umano e Y animale. Sono declinazioni prive di senso logico.
      Non solo: non è la premeditazione o meno che rende paragonabili i fenomeni, ma la loro diffusione, se vogliamo analizzarli come emergenza sociale. I morti per lavoro sono di più che le donne uccise in modo premeditato dai loro compagni o ex. Ergo: i morti per lavoro dovrebbero essere più importanti dei cosiddetti “femminicidi”. Che in un ordine d’importanza sarebbero tra gli ultimi tre posti dopo un’infinità di altre situazioni ben più frequenti, diffuse e radicate che portano a morti premature.
      In sintesi: il femminicidio è una buffonata.

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      10 Novembre 2018 Davide Stasi Reply
      • uno che definisce buffonata gli omicidi di moltissime donne ammazzate dai loro mariti\fidanzati ed ex non merita alcuna risposta. si commenta da sé
        lo vada a dire alle famiglie di quelle donne uccise o anche alle dirette interessate (sulle loro tombe e\o tramite seduta spiritica, se crede all’anima…) che i loro omicidi sono “buffonate”

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        11 Novembre 2018 Stella Reply
        • Non faccia la furbetta, Stella. Non con me, non qui a casa mia. Buffonata è il termine femminicidio, il fenomeno per come viene descritto, la valenza socio-criminologica che gli viene data, non certo le vittime di per sé o le loro famiglie, verso cui va la mia compassione e vicinanza. Come va a tutti coloro che restano vittime di omicidio o vanno incontro a una morte prematura.

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          11 Novembre 2018 Davide Stasi Reply
      • tra l’altro se non capisce la differenza tra “uomo che ammazza donna per vendicarsi, per sottometterla” e “operaio che urta senza accorgersene un cavo dell’alta tensione” non so davvero cosa dirLe… sono cose che anche un bambino può capire… ma evidentemente il cervello dei maschilisti non ci arriva a certi ragionamenti

        sono due tipi diversi di morte: la prima è causata da VIOLENZA INTENZIONALE, la seconda è una fatalità di cui molto spesso nessuno ha colpa.
        anche per le morti dei “pirati della strada”, alcune volte il guidatore è colpevole (era ubriaco, parlava al cellullare, guidava distratto) colpevole di non essere stato attento e responsabile (e non mosso da vendette o da motivi di rancore misogino) chi ammazza la fidanzata, moglie, ex, è solo un maschio violento mosso da rancore (e non è “distratto, ubriaco, parlava al cellulare”) e da misoginia. le cose stanno così. che siete negazionisti delle violenze contro le donne è risaputo.
        Ci teniamo (e facciamo leggere anche altrove) la sua frase del “buffonata”. basta e avanza.Mi immagino come le famiglie che hanno visto le loro figlie ammazzate per QUEL MOTIVO (rancore, vendetta maschile, voglia di possesso) possano “sentirsi d’accordo con Lei”

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        11 Novembre 2018 Stella Reply
    • rispondo alla utente STELLA.
      Prima però vorrei che la interlocutrice leggesse queste notizie, peraltro poche tra le tante:
      http://www.laprovinciadivarese.it/stories/varese-provincia/uccise-il-marito-a-colpi-di-coltello-condannata-a-sette-anni-di-carcere_1170304_11/

      moglie vittima di maltrattamenti gravi uccide il marito (“stavo meglio in carcere che a casa”; oggi è libera).
      le vengono riconosciute nella misura massima generiche, provocazione, un terzo in meno per l’abbreviato.

      https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_marzo_29/como-sentenza-condannata-20-anni-moglie-architetto-alfio-vittorio-molteni-b1f964ba-335e-11e8-8d05-67d9ee233e6b.shtml

      Molteni fu vittima di killer assoldati dalla moglie; era in contenzioso separativo con la ex moglie, oggi in carcere, per
      la custodia di due figlie . La moglie è stata condannata insieme ai killer che hanno preso a pistolettate
      il marito su suo espresso mandato. Dopo una spirale di provocazioni tese a screditarlo davanti al tribunale civile.

      ancora Sardegna: una 17enne di Abbasanta è coinvolta in un brutto omicidio perpetrato da coetanei
      e addirittura risulta come portatrice del movente (veniva tartassata dalla vittima a causa di una partita di
      droga non pagata).

      https://www.corriere.it/cronache/18_ottobre_18/macomer-omicidio-manuel-careddu-assassini-ridono-madre-siete-belve-umane-pagherete-cara-fcfe87f2-d2ae-11e8-aa91-90c7da029bcf.shtml

      Personalmente non ho mai sottovalutato l’omicidio di prossimità o la violenza familiare: la trovo aberrante e vorrei
      che la società tutta facesse sforzi IDONEI per sottrarre certe donne alla violenza di certi uomini in famiglia.
      Che si dispiegasse una attività di prevenzione salvandole dalla morsa di violenza in cui si trovano.
      Sta anche a loro salvarsi allontanando certi uomini; separarsi non è complicato e si ha pure diritto
      al patrocinio gratuito per la difesa. Separarsi molto prima che si metta mano al coltello.

      Però credo che la verità non sia unilaterale; la violenza endofamiliare è un fenomeno complesso ed è un dato
      di fatto che nella narrazione della stampa non vi sia alcuno spazio per le vittime maschile di questo GLOBALE
      fenomeno.
      Mendes ha ucciso a Genova il marito maltrattante: è stata poi assolta per legittima difesa.
      Come è stata data questa notizia dalle fonti di informazione?
      Abbiamo mai sentito reportage sulla violenza di alcune donne contro alcuni uomini?
      Esistono puntate di Amore Criminale dedicate a orribili violenze perpetrate da donne
      contro uomini, familiari, figli, compagne lesbiche ecc. ?

      La ringrazio per avermi letto fin qua.
      Tutti comprendiamo la differenza tra un omicidio colposo e uno volontario, ma tutte le
      vittime avevano diritto di vivere,
      un po’ come come le vittime di infanticidio
      che guarda caso hanno già pronta la spiegazione psichiatrica del fenomeno, scodellata dai media di turno.

      saluto

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      12 Novembre 2018 Giannetto Reply
  2. davide stasi: siccome le statistiche provenienti da fonti femministe sono quasi sempre tarocche, volevo chiederti una cosa a proposito della classifica Ocse secondo cui le donne lavorano 11 ore settimanali in piu degli uomini tra lavoro pagato e cura familiare. ho idea che sia un dato volutamente fuorviante fatto con una metodologia scorretta. mi insospettisce che la media di ore di lavoro retribuito per gli uomini italiani sia solo 33 ore mentre in altre statistiche è sulle 40-45 ore.

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    8 Novembre 2018 manu Reply
    • E’ del tutto fuorviante. Anzitutto perché considera il lavoro di cura familiare “non pagato”. La questione ore lavorate è secondaria secondo me, posto che 33 settimanali medie mi sembra assolutamente una sottostima. Per inquadrare correttamente il discorso paygap occorre prendere in considerazione una molteplicità di fattori (qualcuno ne conta 17/18), tra cui l’orario settimanale o mensile. Tra i fattori di maggiore peso ci sono le scelte individuali, che sono difficili da inquadrare, sebbene le opzioni di studio di uomini e donne già danno uno spaccato chiaro della radice del paygap.

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      9 Novembre 2018 Davide Stasi Reply
  3. Si può in estrema sintesi afffermare che il ruolo dei media è utile a distribuire le risorse non dove servono, ma dove serve che vadano, senza troppi scrupoli

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    8 Novembre 2018 Anonimo Reply
  4. Sul triste fenomeno delle morti sul lavoro (praticamente tutti uomini) mi sembra si faccia poca sensibilizzazione sui media di regime proprio per evitare che la verità scuota le coscienze e le risorse destinate ad altri pur deprecabili fenomeni prendano altre vie.

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    8 Novembre 2018 uchuunokishi Reply

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