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Desirée e la ricerca della Giustizia

17 Novembre 201810 Marzo 2019
9

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Comments (9)

  1. Per me lo stato deve condannare innanzitutto se stesso, non fa quasi nulla per fermare l’entrata della droga nel nostro paese, ne fermerà si e no un millesimo, un inezia.
    O si fa vera lotta o non la si fa, i nostri giovani non devono provarla neanche se volessero.
    Le storie alla Desiree sono molte di più, la stampa ne enfatizza solo alcune a suo piacimento, la droga è un dramma per migliaia e migliaia di famiglie, il business privato e di stato corrompe e distrugge i componenti più fragili della nostra società, i giovani.
    E come disse De Andrè, nessuno si senta totalmente innocente davanti a questa piaga, siamo tutti coinvolti.

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    17 Novembre 2018 angelo Reply
  2. Hai toccato il punto cruciale di questa triste vicenda. La differenza tra giustizia e giustizialismo.

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    17 Novembre 2018 mottolaroberto Reply
  3. Salve Davide, analisi equilibrata. Grazie per gli aggiornamenti su questo caso. Mi colpisce molto il passo in cui accenni al fatto che ci sarebbe stata una compravendita di droga in cambio di sesso. Ovviamente in questi ambienti non è una novità ma mi viene da chiedermi, in nome di una presunta “libertà” pubblicizzata attraverso ogni media, quanto stiamo travisando il significato di essere liberi. Mi viene in mente la pubblicità di un profumo (femminile ovviamente) il cui slogan recita”Girls can do anything”(sia ben chiaro: questo genere di stimoli sono indirizzati anche agli uomini quando si promette loro “libertà” comprando l’ultimo modello di Suv acchiappapassera… quando al giorno d’oggi non c’è nulla di più schiavizzante che possedere degli oggetti, un’automobile poi…) e qui richiamo il discorso che facevamo qualche giorno fa su come il mercato si agganci alla sfrenatezza delle donne di oggi per sgretolare i Valori condivisi fondativi della nostra società (la famiglia, la patria con l’attacco alla distruzione dei confini che è un altro modo di essere senza freni e mi fermo qui altrimenti il discorso si fa così grande che non riesco più a gestirlo). Scusami per il lungo commento…

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    17 Novembre 2018 Michele Dall’Ara Reply
    • dici che tali messaggi di “libertà senza limiti” sono rivolyi anche agli uomini ma poi te la prendi solo con la “sfrenatezza femminile”..boho noj mi pare che gli uomini abbiano meno sfrenatezza (ma adesso tu dirai che sono le donne che li obbligano)

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      17 Novembre 2018 ned Reply
      • Non me la prendo con la sfrenatezza femminile ma con la mancanza di pari sanzioni rispetto a quella comminata alla sfrenatezza maschile che invece viene giustamente sanzionata, a media unificati e spesso passando anche il segno della decenza. In un commento ad un altro articolo di Davide cercavo di spiegare come la cosa secondo me sia finalizzata all’apertura di nuovi settori di mercato (ti vai a cercare la storia di come si escogitò di fare sfilare per la prima volta donne che fumavano, in che contesto e con quale reale finalità, per esempio) laddove in questo momento alle donne è permesso di andare avanti nell’opera di sgretolamento dei valori residui della nostra società mentre agli uomini gli si vuole far curvare la schiena per tenerli muti e rassegnati in modo che non disturbino chi sta guidando verso il mondo nuovo (“mondo” non “società”)che verrà dopo che quei valori saranno definitivamente distrutti. Il tuo commento mi fa capire che forse non mi sono spiegato bene visto che è totalmente fuori bersaglio. In altre parole stavo cercando di andare un po’ oltre la semplice dinamica di contrapposizione “uomini contro donne” alla quale tu invece vuoi ridurre il senso di ciò che intendevo: ci ho provato a chiarire, chissà se ci sono riuscito…

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        17 Novembre 2018 Michele Dall’Ara Reply
        • …essendo cosciente dei miei limiti di comunicatore metto questo link a un articolo che invece centra benissimo ciò che intendevo dire:

          https://www.maurizioblondet.it/le-follie-neo-femministe-sono-le-follie-neo-liberiste/

          Spero possa essere di qualche interesse.

          Saluti

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          17 Novembre 2018 Michele Dall’Ara Reply
          • Al contrario. Le follie femmiNazi sono frutto di una operosa attività di ingegneria sociale postmoderna di stampo Marxista, finalizzata a destrutturare l’oggettività e imporre un modello di neoImperialismo ideologico fondato sulla relativizz’Azione.

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            19 Novembre 2018 Io No Reply
          • ottimo questo articolo, grazie.
            cit.
            “In questo senso, il nuovo femminismo è escludente, in quanto nega il diritto a idee uguali e contrarie di parte maschile, è anti solidale, in quanto prospetta una società basata non solo sulla competizione tra i sessi, ma su una guerra continua”

            il femminismo è antisociale, nel senso patologico del termine.

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            19 Novembre 2018 Giannetto Reply
  4. non conosco benissimo la vicenda, ma attendo l’ulteriore sviluppo.
    Intanto il tribunale del riesame ha detto che vi sono gravi indizi di una violenza sessuale aggravata dalla minore
    età e certamente dalle condizioni di intossicazione acuta della ragazza.
    Inoltre, se è provato che la droga venne ceduta in quantità tali da determinare la morte per overdose
    (perchè di questo è morta Desiree) allora scatta il 586 codice penale, cioè la morte (o lesioni) come
    conseguenza di altro delitto (che sarebbe in questo caso lo spaccio).
    tra violenza sessuale aggravata e continuata, e omicidio colposo (discendente dalla norma del 586 del codice)
    non prevedo esattamente una scenario “buonista” per i delinquenti che hanno abusato della ragazza.
    anzi, prevedo un po’ di anni di carcere, sempre tardivi ma giusti, quando si sa che in questi
    casi si dovrebbe intervenire a monte, molto ma molto prima che una ragazza così piccola possa
    entrare in un simile girone infernale.
    staremo a vedere.

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    17 Novembre 2018 Giannetto Reply

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