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Le infanticide italiane e la garanzia dell’impunità

23 Maggio 201923 Maggio 2019
17

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Comments (17)

  1. >>>
    Così vanno le cose oggi. Ma potrebbe andar peggio, potrebbe piovere. E in effetti piove. Perché se invece una madre uccide i propri figli, non solo il suo momento di buio viene definito dalle perizie come incapacità di intendere e di volere, non solo non si farà un giorno di carcere, ma addirittura si vaglieranno le posizioni del marito e del medico che l’aveva in cura per capire se la morte dei bambini per mano dell’incosciente mamma non sia per caso da ascrivere colposamente a loro, portatori insani di genere maschile. Fantasia? Fantascienza? No, pura realtà.
    >>>

    In merito aggiungo che le cose vanno così ormai da decenni, in Italia come altrove.
    Questo è quanto scrissi su altro senso, nel marzo 2003.
    http://www.altrosenso,info

    ————————-
    >>>>
    Quando una madre uccide un/a figlio/a, le condizioni psichiche-emotive e l’intenzionalità condizionano il giudizio e la pena molto di più di quanto non avvenga per i padri che di regola vengono giudicati e condannati in base a dati oggettivi: reato compiuto ed effetti prodotti.

    Già negli anni Settanta, negli Stati Uniti, Philip Resnick osservava una netta tendenza a considerare “malate” più che “assassine” le donne che uccidevano i propri figli, con il risultato che il 68% finiva in ospedale psichiatrico e solo il 27% in prigione. Per i padri assassini la proporzione era invertita: il 72% in prigione o dal boia e il 14% in manicomio.

    Anche in Italia, da uno studio svolto dal Centro Studi Psicologia Applicata sulle perizie psichiatriche disposte per i reati contro la persona nel periodo compreso tra il 1978 e il 1994, emerge l’assoluta prevalenza di femmine (13 contro 5 degli uomini) nell’uccisione dei figli, reato che rappresentava il 54% degli omicidi femminili. In questi casi le femmine non erano mai giudicate capaci di intendere e di volere mentre gli uomini risultavano in possesso delle proprie facoltà, dunque imputabili, nel 40% dei casi.

    Stessa violenza, due pesi e due misure.
    >>>>>

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    23 Maggio 2019 Sandro Desantis Reply
  2. salve, io torno al merito del post e dico che mi ricordo l’omicidio duplice di Luzzara; non è un infanticidio perchè i bimbi erano già grandetti. è un duplice omicidio aggravato.
    Ricordo che la signora era la moglie del rugbista Benatti.
    non si capisce bene la malattia mentale da cui era affetta: immediatamente venne tirata fuori la faccenda della depressione
    (coperchio buono per tutte le pentole), il perito ha detto che era “incapace totalmente” e giudice, pm si saranno attenuti
    a quella perizia.
    In ogni caso ho letto che è rinchiusa nel vecchio OPG di Castiglion delle Stiviere, quindi proprio libera non è:
    un ospedale psichiatrico con le sbarre,.
    inoltre ho letto che le hanno dato dieci anni di REMS. la rems sarebbe il vecchio ospedale psichiatrico giudiziario
    (abolito anni fa), quindi è abbastanza pericolosa soprattutto per gli altri, perchè per dare quella misura di
    sicurezza occorre la pericolosità sociale.
    ricordo che quando venne compiuto l’efferato crimine tutti andarono a vedere le solite foto facebook
    con tanto di lacrimucce dimostrative del dolore di quella mamma che avrebbe dovuto essere la mamma
    più felice del mondo, con quei 2 tesorini in casa 3> 3>
    è che la mamma assassina avrà sempre un cavillo e mille giustificazioni, il padre assassino va dritto
    all’inferno.
    comunque se qualcuno riesce a scoprire che malattia aveva questa signora vorrei che fosse comunicato
    gli atti sono pubblici.

    Il marito poi, vittima due volte, di cosa sarebbe indiziato? Di non averla portata dal medico?
    doveva portarcela manu militari se la madre si rifiutava di prendere pastiglie e di curarsi ??

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    23 Maggio 2019 Giannetto Reply
  3. È per questo che la parità non sarà mai possibile perché la donna non ha e mai avrà mai la capacità dell’uomo di assumersi le proprie responsabilità in modo completo.
    È bravissima a prendersi eventuali meriti ma velocissima a scaricare o incolpare un uomo quando viene investita da responsabilità come conseguenza dei suoi errori, in questi casi la reazione della donna è quasi sempre la stessa, piangere, autogiustificarsi e puntare il dito contro qualcunaltro.
    Vuole comparire quando le cose vanno bene e vuole nascondersi quando vanno male.

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    23 Maggio 2019 angelo Reply
    • Questo discorso vale per le donne moderne montate, le donne di una volta sapevano molto di più prendersi le proprie responsabilità quando le cose andavano male rispetto alle ddddonne di adesso

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      23 Maggio 2019 angelo Reply
      • Non credo che sapessero prendersi di più le proprie responsabilità, è che una volta le cose erano molto più rigidamente suddivise per cui era impensabile non prendersi responsabilità. Per spiegarmi meglio: una volta le attività A. B e C competevano esclusivamente all’uomo, le attività X, Y e Z esclusivamente alla donna – in questo modo se succedevano casini in X o Y o Z nessuna poteva provare a fare lo scaricabarile.
        Ora la situazione è più sfumata, ma essendo rimasta l’ipoagenzia femminile e l’iperagenzia maschile la colpa di tutto è sempre dell’uomo.

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        23 Maggio 2019 ericlauder Reply
      • “le donne moderne”, “le donne di una volta”, ecco un altro motivo per cui non sarò mai dei vostri: rimpiangete un passato di cui c’è assai poco da rimpiangere. Le donne e gli uomini di una volta non erano in larga maggioranza migliori di quelli di oggi, erano solo più ipocriti, spesso

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        23 Maggio 2019 ned Reply
        • Capisco cosa intendi con quel “voi”, ma sappi che le opinioni espresse dal blogger e dai commentatori sono individuali e personali, come la responsabilità.

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          23 Maggio 2019 Davide Stasi Reply
        • Generalizzare sulle persone lontane nel tempo è come generalizzare sulle persone lontane nello spazio. Dire “nel passato erano più ipocriti” è quindi equivalente a dire “gli africani sono più ipocriti”: razzismo puro. Non che da te mi aspettassi qualcosa di diverso.

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          23 Maggio 2019 DanieleV Reply
          • anche angelo ha generalizzato quando ha pontificato sulle donne moderne che sarebbero tutte o quasi in un modo e le “donne di una volta” (non è chiaro di quale volta) che sarebbero state di tutt’altra pasta, siamo al livello del vecchio nonno che si lamenta dei “giovani d’oggi” mentre “ai miei tempi c’era più rispetto”.
            Prendo atto che la generalizzazione su persone lontane nel tempo che ha fatto angelo non è razzista per te.

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            23 Maggio 2019 ned Reply
    • Vero, ma questo succede perché basta che una si faccia scendere una lacrimuccia e torme di zerbini si precipitano a giustificarla. Basterebbe che gli uomini per primi esigessero la stessa responsabilità dalle donne come la richiedono, giustamente, dagli altri uomini.

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      23 Maggio 2019 DanieleV Reply
  4. Ci manca solo un tassello al regime totalitario perfetto.

    Questo:

    https://www.repubblica.it/economia/2019/05/23/news/l_autorita_basta_parole_d_odio_nei_tg_e_sui_social_rischio_sanzioni_campagna_di_spot_in_tv-226958524/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P5-S1.4-T1

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    23 Maggio 2019 Blu Reply
    • Questa notizia è di una gravità assurda. Non si potrà più criticare “bersagli specifici (come le donne, gli omosessuali, i meridionali, gli immigrati, i rom, le persone di colore, i musulmani)”, perché qualsiasi critica verso di loro sarà considerata “parole di odio”… intanto donne, immigrati, negri e musulmani potranno sputare veleno su uomini, bianchi, cristiani senza che nessuno chieda sanzioni contro di loro. Intanto una regione spende i soldi degli uomini per diffondere dati falsi e calunniosi contro di loro, e la magistratura lo autorizza. Siamo a tutti gli effetti cittadini di serie B.

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      23 Maggio 2019 Uomo Qualunque Reply
  5. purtroppo parti da un presupposto sbagliato, in Italia, la magistratura ha stabilito che le madri hanno diritto di proprietà sul figlio da parte delle madri, difatti:
    1) possono ucciderlo quando vogliono ( almeno il codice civile prevedeva la funzione sociale della proprietà)
    2) possono gestirne la vita ( gli spostamenti, gli studi, l’abitazione, perfino le relazioni con il padre e così via, sulla base delle proprie sensazioni o del proprio sentire, perché, quello si che è importante… )
    3) hanno addirittura, come tutti gli altri diritti reali e non, un’aspettativa di diritto, difatti vengono tutelate quando aspettano il bambino,(cosa che non viene riservata al padre, come le recenti sentenze hanno stabilito ) attraverso la conservazioni del posto di lavoro, la conservazione delle mansioni e così via
    4) possono abortire quando e come vogliono ( ci sono dei limiti di legge, ma si sa, quando l’instabilità mentale ti soggiunge, la legge si deve piegare ad essa, magari perché sei in preda ad un’onda emozionale )
    poi mi dici se non c’è un diritto di proprietà sul figlio…. ( sembra ironico, ma purtroppo non lo è )

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    23 Maggio 2019 giuseppe Reply
    • Infatti, la situazione è troppo compromessa già oggi, esattamente come la descrivi, e il trend indica ulteriori peggioramenti in arrivo.

      E’ per questo che penso che al giorno d’oggi focalizzarsi sulla “difesa della famiglia” sia una tattica sbagliata e persino masochista: per come funziona oggi, e visti i probabili sviluppi nell’immediato futuro, per me è ovvio che la priorità dovrebbe essere informare della mancanza di diritti paterni e maschili e dell’incredibile ammontare di privilegi femminili e materni – sono privilegi non diritti, visto che spettano unicamente alle donne (un diritto è per definizione universale, non può esistere un diritto che ha solo metà della popolazione). Secondariamente si potrebbe poi passare ad insistere sulla necessità di maggiore libertà per gli uomini, tipo ad esempio l’aborto finanziario.
      Oggi come oggi la “difesa della famiglia” è cercare di chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Non è una partita che abbiamo giocato noi, altri a suo tempo l’hanno persa rifiutandosi di giocarla.

      Poi magari i tradizionalisti riusciranno a dare qualche colpo qua e là, in Missouri sembra abbiano discrete prospettive di farcela, un po’ meno in Alabama, ma sono gli USA, si tratta di iniziative su un singolo argomento e non un cambiamento più generale, e pure entro tali limiti è ancora tutto da vedere, una rondine non fa primavera. Lasciamoli fare, non contrastiamoli ed anzi strizziamogli l’occhio, ma non aspettiamoci grandi cambiamenti.

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      23 Maggio 2019 ericlauder Reply
      • Considerando la situazione attuale, signor Lauder, il modo migliore per cominciare a fermare il femminismo è fare in modo che la gente si senta fortemente fregata da ciò che esso sta facendo. Un forte sentimento di pancia che spinga anche a chi non frega nulla dei diritti maschili a ripudiare quelle truffatrici. Solo dopo che il grosso del femminismo sarà stato rimosso la gente comincerà ad avere un orecchio più critico verso la questione maschile.

        È un metodo molto cinico, certo, ma quanto altro può essere efficace contro un sistema che cambia regolarmente le regole del gioco a proprio vantaggio?

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        23 Maggio 2019 Anonimo Reply
    • Che retrogusto amaro, se poi si pensa alla caciara che le femministe hanno fatto per il “pacco postale” del DDL Pillon (nulla di nuovo per quanto riguarda la loro ipocrisia)

      Con tutte le garanzie, comprese le più immorali, che le donne occidentali hanno a loro disposizione, aver modo di sviluppare un senso dell’onore diventa un’impresa erculea

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      23 Maggio 2019 Anonimo Reply
      • sul ddl pillon non so se siano state le femministe che hanno fatto casino o se pillon e la lega le abbiano chiamate e gli abbiano detto di fare casino…. la Stefani aveva presentato un ddl nel 2017 che era già stato esaminato e che era fermo per la fine della legislatura

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        23 Maggio 2019 giuseppe Reply

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