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Revenge porn: la falsa retorica donnista produrrà una nuova legge-porcata?

18 Marzo 201918 Marzo 2019
11

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Comments (11)

  1. Perché dei suicidi causati dalla legge contro lo stalking non parla nessuno e non sono un motivo per cambiare questa legge assurda? Esistono suicidi di serie A e suicidi di serie B? Per non parlare di tutti i danni procurati a un numero incalcolabile di vittime di persecuzione giudiziaria che sopravvivono…

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    19 Marzo 2019 Donna_vittima_della_legge_contro_lo_stalking_e_di_tutto_il_sistema_giudiziario_che_non_funziona Reply
  2. Pienamente d’accordo con questo articolo. Manca solo che la mia calunniatrice diventi ministro della “giustizia”…
    Ogni persona è responsabile delle proprie azioni e deve avere il coraggio delle proprio azioni.
    Una donna che si fa filmare dal suo partner mentre fa sesso sa benissimo che corre il rischio che lui prima o poi per un qualsiasi motivo diffonda queste immagini pubblicamente, se poi si mette a mandare questi video anche ad altri ragazzi se lo cerca proprio il rischio…
    Se queste cose le fa di sua spontanea volontà, senza essere obbligata da nessuno, deve essere anche disposta ad accettare le conseguenze dei suoi atti.
    Viviamo in una società dove si dà troppa importanza all’aspetto esteriore, alle apparenze e all’opinione altrui, cose che evidentemente erano molto importanti anche per questa ragazza che si è suicidata, un atto disperato che secondo me dimostra vanità, fragilità e immaturità e che ritengo veramente eccessivo, con tante cose molto più gravi che possono capitare nella vita…

    L’ultimo ragazzo di cui mi sono innamorata (giovanissimo, al contrario di me), qualche volta si divertiva a filmarmi con il suo smartphone e io lo lasciavo fare perché tanto erano brevi video in cui si vedeva ben poco (solo sesso orale) e comunque non stavo facendo niente di male e non avevo niente di cui vergognarmi. Se mi avesse chiesto di filmare più di quello non avrei accettato (vatti a fidare…). Ci siamo fatti anche qualche foto nudi nel mio letto, ma non si vedevano le parti intime (sono foto che si possono diffondere tranquillamente).
    Ogni donna può decidere fin dove arrivare.

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    19 Marzo 2019 Donna_vittima_della_legge_contro_lo_stalking_e_di_tutto_il_sistema_giudiziario_che_non_funziona Reply
  3. mi dispiace dissentire da questo articolo. Conosco la faccenda della Cantone perchè l’ho studiata e ho visto i provvedimenti.
    Contro coloro che hanno inizialmente diffuso i video (compreso il fidanzato, consenziente al gioco erotico virtuale) non sono
    stati assunti provvedimenti giudiziari, che io sappia. Questo non ha evitato la divulgazione a macchia d’olio sul web, ben prima
    che Tiziana si suicidasse. Reso noto il video soprattutto nel suo ambiente lavorativo (Campania) la ragazza, pur avendo le
    sue abitudini, venne dileggiata e sfottuta dai compaesani. Dovette cambiare regione.
    Già questo aspetto deve fare riflettere.
    I server residenti all’estero non hanno mai fatto molto per impedire o far sparire i famosi 3 video (girati con
    finalità iniziale ludica “cuckold” in ambiente ristretto e riservato) che probabilmente sono ancora in rete o comunque si trovavano anche dopo il suicidio.
    Questo significa, secondo me, che editare un video di quel tipo a contenuto intimo non può implicare puramente
    e semplicemente la diffusione incontrollato e l’esibizione ad un pubblico per lo più variegato. In ogni caso, il video
    era consapevolmente accettato ma la donna non aveva certo acconsentito ad una sua pubblicazione on line su
    vasta scala. Tutti sappiamo che far entrare in rete un video significa non avere limiti di diffusione ma alla Cantone,
    una ragazza modesta e di estrazione povera, tutto questo poteva essere sconosciuto non essendo certo una esperta di
    informatica. A questo punto cito la responsabilità del fidanzato (o ex) che palesemente ha concorso alla diffusione,
    editandolo e inviandolo, che peraltro non ha mai subito conseguenze a parte la pessima figura in pubblico.
    Mi sembra ancora peggio il caso della Sarti: fino a prova contraria, le sue abitudini intime sono un fatto privato e non riguardano
    la sua vita pubblica. Se aveva due, tre o quattro fidanzati o abitudini “strane”, riguarda forse i vizi privati e non la vita
    pubblica. La persona che ha diffuso i video è quindi pienamente responsabile. Se poi è l’ex fidanzato, che ha spiattellato
    abitudini private ad una rete pubblica, lo considero davvero un traditore. Traditore avendo distrutto la fiducia datagli
    dalla sua complice. Proprio il fatto che analoghi video riguardano anche maschi, non sposta di una virgola il problema,
    nessuno in base alla legge sulla privacy e a quella sulla diffamazione può propalare video con dati personali sensibili
    (inclinazione e tendenze sessuali) creando di fatto un grosso danno ai diretti interessati.
    Non dimentichiamo che si tratta di una parlamentare che gode di parecchie immunità e non può essere sottoposta
    ad attacchi personali al di fuori dell’ambito meramente politico.
    anche due anni fa venne hackerato il profilo della Liotta e vi erano state identiche polemiche .
    Quindi, in questo caso, poichè la legge attuale non sembra sufficiente, la riforma è necessaria.

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    18 Marzo 2019 Giannetto Reply
    • Non ho mai scritto che una legge non sia necessaria. Ho discusso dei presupposti e dei termini che portano alla sua preparazione, poiché influiscono sui risultati. Inoltre non vanno accostati i casi Cantone-Sarti, proprio per le differenze che ho messo in evidenza nell’articolo. Nel caso Cantone, a mio avviso non esiste l’elemento Revenge, ma solo l’aumento di diffusione incontrollato che è esulato dal consenso iniziale, ricordiamolo di nuovo, di diffusione iniziata dalla Cantone stessa. Appunto la mancanza di provvedimenti verso il fidanzato o degli altri conferma la mancanza della caratteristica di Revenge. Si parla di altro è non di Revenge. Questa differenza non è affatto da poco, poiché appunto è in grado di cambiare l’impostazione della nuova legge. Sarà Revenge anche se diffusi dal soggetto stesso? Cosa significa allora Revenge? Ammetterai che se si sottrae il presupposto di vendetta e di mancanza di consenso, cambia tutto. Sarà come Il metoo? Posso diffondere video porno che mi diffamano, io stesso, e poi dopo mesi o anni denunciare qualcuno per una Revenge che non sussiste? Posso sovrapporre la violazione della.mia privacy con la vendetta? Sono due cose ben diverse

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      18 Marzo 2019 il lucida-mente Reply
      • @lucidamente
        siccome la legge si chiama “revenge porn”, cioè col nome sbagliato, allora significa che non occorrono sanzioni
        e che tutto va bene così? Compresi i minori consapevolmente ritratti in scene porno e replicati in siti porno?
        Parliamo di Carolina Tana, minore indotta al suicidio ? (controllare le sentenze di condanna o messa
        alla prova dei minori/maggiore coinvolti, che la fecero ubriacare per poi postare in rete per una intera notte).

        avrà pure il nome sbagliato e, al netto delle speculazioni mediatiche di Selvaggia Lucarelli, c’è l’offesa,
        il danno e la necessità di tutela. a cominciare dal blocco degli account e degli indirizzi IP.
        stiamo ai fatti e alla offesa alla reputazione subita da Cantone e Sarti (come ho detto sono due
        casi diversi, ma accomunati dalla diffamazione di una donna, che si è suicidata; oppure
        si attende il suicidio di Sardi per capire meglio ? Quella donna è a pezzi).
        Una donna può essere anche una escort e mettere foto réclame in rete, questo non significa
        che vada svelata l’identità, decontestualizzata l’immagine
        e poi messa alla gogna distruggendola nel suo ambiente
        sociale. nei suoi contatti amicali e familiari.
        tanto è vero che anche gli scambisti prendono grossi accorgimenti quando postano
        proprio per evitare contraccolpi -anche in famiglia- dovuti alle loro pratiche.
        il fatto che proprio loro si travisano, poi mettono in rete le foto accettando la divulgazione
        ti dimostra che il rischio diffamatorio è più che concreto.
        ciao e grazie per lo scambio

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        19 Marzo 2019 Giannetto Reply
        • Guardi, pur apprezzando gli scambi di opinioni, non credo di.poterla seguire in questo minestrone di concetti diversi e posti in.maniera inconsulta e disordinata, poiché non ritengo sia in questo modo che ci si debba avvicinare ad interventi (che ribadisco come già detto NECESSARI, checché lei mi voglia mettere in bocca che io voglia lasciare le cose come stanno, cosa che non.ho MAI detto). Così si fa retorica e non leggi serie è mirate. A parte il riferimento sbagliato a Carolina Tana (che non si è suicidata è non c’entra niente col Revenge porn ma con l’alimentazione parentale ed il suo libro, forse ha sbagliato nome), lei confonde piani diversi che io mi impegno invece a distinguere. Fare una legge sul Revenge, portando motivazioni che non hanno niente a che fare col Revenge, dicendo che aallora il nome è sbagliato ma che comunque bla bla bla chiamiamola come vogliamo e allora facciamo una legge sul codice della strada che tuteli il diritto alla.libertà di… ma le sembra un approccio corretto ad una.materia tanto delicata? A me no. Se non è Revenge non va incluso nei ragionamenti sul Revenge e non venga preso in considerazione per definire le modalità di intervento sul revenge. Punto. Toglie qualcosa alla gravità del caso Sarti? Non mi pare. Se per fare leggi sacrosante abbiamo bisogno di agire in.maniera sconclusionata e propagandistica, significa che non siamo capaci di agire seriamente. Punto.

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          19 Marzo 2019 il lucida-mente Reply
          • caro signor “lucidamente”, o signor Toesca, se lei non è in grado di interloquire con una idea diversa dalla sua,
            appellando “minestrone” ogni dissenso, non so che dirle.
            Secondo lei, il fenomeno non esiste e la legge non serve a nulla: guardi, le do ragione. Spero sia contento.
            Effettivamente si chiamava Carolina Picchio (non Tana, ho fatto confusione: lei non sbaglia mai ?)
            e si è suicidata per un video diffamatorio diffuso su facebook. Non augurerei a nessuno il dramma del padre
            e comunque la storia c’entra perfettamente con la necessità di una legge seria e repressiva
            nei confronti di fenomeni che riguardavo minori e che potrebbero anche riguardare degli uomini.
            Buona prosecuzione e mi scusi davvero per l’intervento.
            ps lei è un laureato in legge, per caso ?

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            19 Marzo 2019 Giannetto Reply
        • L’utilizzo di minori nei film porno e la loro vendita o diffusione non ha niente a che vedere col Revenge porn e nessuna legge sul Revenge porn potrebbe mai aiutarli. Non è questione di nome ma di modalità di intervento SPECIFICHE. La legge funziona così, si distingue il contesto e si legifera miratamente. Altrimenti che facciamo, leggi sul codice della strada sulla base del traffico aereo? Saranno o no due contesti da differenziare, per peculiarità NECESSARIE da considerare, per poter essere efficace la legge e non travisabile o aggirabile?

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          19 Marzo 2019 il lucida-mente Reply
    • “Tutti sappiamo che far entrare in rete un video significa non avere limiti di diffusione ma alla Cantone,
      una ragazza modesta e di estrazione povera, tutto questo poteva essere sconosciuto non essendo certo una esperta di
      informatica.”
      Al giorno d’oggi non c’è bisogno di essere esperti d’informatica per sapere queste cose. Sono cose che sanno anche i bambini.
      Sul fatto che chi diffonde immagini e video pornografici senza il consenso della persona che vi appare debba essere punito sono comunque e naturalmente d’accordo.

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      19 Marzo 2019 Donna_vittima_della_legge_contro_lo_stalking_e_di_tutto_il_sistema_giudiziario_che_non_funziona Reply
  4. hanno bisogno di nuovi appigli per aumentare la massa delle false accuse.

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    18 Marzo 2019 Danilo Reply
    • Già, come se le false accuse non fossero già troppe e non avessero già fatto troppi danni.

      Ma una legge contro il mobbing perché non è stata ancora fatta? Forse ci sono più mobbizzati uomini che donne? E ci sono più vittime di mobbing o vittime di stalking?
      Ricordo che dopo aver appreso di essere indagata per stalking alla squilibrata che è riuscita a incastrarmi con il suo delirio di calunnie assortite le avevo mandato un sms in cui le dicevo che era stata fortunata a non trovare una vera stalker e le auguravo di trovarne una, ma penso che ci siano più probabilità che vinca alla lotteria di Capodanno…

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      19 Marzo 2019 Donna_vittima_della_legge_contro_lo_stalking_e_di_tutto_il_sistema_giudiziario_che_non_funziona Reply

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