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Stato di vergogna permanente: quando la maternità è merce di scambio

16 Ottobre 201824 Marzo 2019
13

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Comments (13)

  1. per affinità con le deliranti pretese….

    io ho chiesto su FQ alle donne di diffidare ormai delle femministe, dettando questo piccolo meme:

    Donne, non entrate nei siti femministi
    che mirano alla lotta odiosa di genere;
    non comprate libri di femministe a contenuto odioso o discriminatorio;

    rifiutate incontri a tema misandriaco o che non trattino di problemi reali delle donne.

    Isolate ogni propaganda femminista, non è utile alla vostra vita

    Un po’ come si faceva una volta con gli slogan di propaganda
    martellante, magari può essere utile per fare un po’ di contro informazione

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    18 Ottobre 2018 Giannetto Reply
  2. Grande Anna Poli, questo è giornalismo, che entra nelle situazioni reali, racconta e commenta.

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    16 Ottobre 2018 giacinto lombardi Reply
  3. “non sono le donne, ma solo un gruppo pingue di uomini venuti malissimo”

    No, mi spiace, non hanno proprio nulla degli uomini, né di quelli venuti bene né di quelli venuti malissimo: quelli venuti malissimo sono o zerbini o violenti, e NESSUNO dei tre tipi usa questa tattica:

    “se non fai come dico io, non te la do”

    Concordo comunque che non siano “donne”: sono femmine primitive, come quelle delle caverne.
    Il femminismo è il regresso della donna a uno stato semi-bestiale, o perlomeno molto primitivo.

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    16 Ottobre 2018 ericlauder Reply
  4. ringrazio di cuore Anna Poli per questo intervento. Non posso che darti ragione. Anche io avevo dato uno sguardo a qualche video di N.U.D.M. (sulla loro pagina), ovviamente evitando di intervenire, risultando inascoltato, sui loro ta-ze-bao maoisti internettiani. Credo che tu sia una donna abbastanza giovane e per differenza generazionale,, non hai vissuto una particolare “atmosfera barricadera” stile anni 70. Le nostre hanno non sono che un cascame, un sottoprodotto del femminismo anni ’70, mischiato con slogan e parole d’ordine tradotte dall’inglese (e provenienti, manco a dirlo, dagli Usa, GB o dal sudamerica). Nulla di particolarmente originale. Il movimento ha preso piede con la vecchia manifestazione indetta a Roma ai tempi della faccenda Ruby/Berlusconi/D’Addario ecc. Via vai si è espanso in rete, attraverso la rete delle reti e le Donne in rete, tutte sigle che accomunano la marea di blog e siti femministi (tipo libreria delle donne: ogni femminista ne ha uno e ciascuna ripete sostanzialmente il solito tam-tam con “incursioni” sui media mainstream). L’essenziale è ripetere con isterica fissità le stesse teorie propinate, con un metodo che ricorda le sette e le formazioni politiche della ultrasinistra violenta.
    “Non accettiamo che siano maschi, padroni e tribunali a stabilire quali siano i casi speciali che meritano la concessione di un permesso di soggiorno”.
    Cerco di spiegare il delirante motto delle nostre.
    E’ chiaro che ogni femminista vede come fumo negli occhi un maschio, il “mostro patriarcale”, il Moloch artefice di tutte le loro disgrazie. I padroni, secondo la loro ideologia di stampo leninista, sarebbero i datori di lavoro anni ’70. Peccato che uscite di questo tipo risultino quanto meno stantìe: in assenza di “padroni”, con la avvenuta sindacalizzazione di qualsiasi forza lavoro, dal commesso fino al dipendente Ikea, parlare ancora di “sfruttatori” e sfruttate fa ridere i polli (avete presente un tribunale sezione lavoro e le sue decisioni?). I tribunali penali invece sono per definizione “misogini” e “a maggioranza patriarcale”, in quanto rei di non assecondare la sete di VENDETTA (cosa ben diversa dalla GIUSTIZIA) di queste misandriche atterrate come un incubo nel terzo millennio. Magari nel loro delirio non si sono accorte, le pasionarie, che il 60% delle nuove magistrate è donna, che esse sono da decenni la maggioranza del corpo giudiziario, che esistono interi collegi femminili, e capi uffici donne, che qualche femminista dura e pura indossa la toga…ma tant’è, ogni sentenza “non conforme” al loro spirito vendicativo e antimaschile viene
    attaccata o tacciata di patriarcato. L’ulteriore nemico dovrebbe essere IL PADRE, cioè quei porelli che ancora cercano di fare i genitori dentro famiglie a trazione femminista/prevaricatrice/dispotica. In verità si tratta di uomini che stanno attraversando, loro si, una vera burrasca della loro vita, totale delegittimati e vittime di ricatti ignobili sulla pelle dei figli e delle figlie (con la speranza che queste non finiscano in qualche assemblea NUDM).
    Quanto allo sciopero della procreazione, c’è già stato l’8 marzo scorso, sarebbe in sostanza uno sciopero della scopata, un mezzo a loro dire geniale per dimostrare che “non possono essere oggettivizzate”, anche se entrare nei meandri del loro ideologico non è affatto semplice. Il loro scopo è semplicemente di creare generazioni di deboli, di uomini soppressi nel loro pensiero critico, da trattare peggio dello scopino del water. Nel caso, il figlio se lo faranno con chi loro desiderano, accuratamente prescelto in provetta o in discoteca; in caso di separazione, ci sarà qualcuno pronto a dare loro manforte con legislazione di tutela che massacra i padri, a tutto svantaggio dei figli. Nei posti di lavoro, che sono il vero “scopo” della loro lotta agitata, si imporranno come desiderose di POSIZIONI DI POTERE, a tutto svantaggio dei maschi e al solo fine di vendicare una secolare situazione di sottomissione, vecchia come il cucco ma pronta alla bisogna come una molotov in barricata.
    Le contraddizioni ?? Beh, è il pane quotidiano del marxismo-leninismo, e l’augurio è davvero che crollino insieme al Vecchio Muro di Berlino, assieme ai muri deleteri creati nei cervelli di troppe (anzi, di tropp* come amano scrivere loro).

    ciao! 🙂

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    16 Ottobre 2018 Giannetto Reply
  5. Bellissimo pezzo della nostra infiltrata Anna Poli.

    Ho dato una sbirciata alla pagina FB di questo pseudo-movimento. Ho subito notato la totale assenza di commenti in calce ai post, fatta eccezione per alcuni in cui si autoglorificavano da sol* (ho usato l’asterisco apposta!) ma alla fine, ho trovato un post relativo alla manifestazione (a loro dire antifascista) tenuta a Bologna il 6 Ottobre, dove una donna di nome Favaletto Maria Paola, ha osato commentare negativamente con le seguenti parole (che ho dovuto trascrivere perchè, per evitare che qualche spider passasse da quelle parti e ne carpisse il contenuto, hanno preferito convertire il testo in immagine)
    Ecco cosa dice il commento:
    ” Come farmi girare i cogl…i! Complimenti, ci sono riuscite! Non hanno un briciolo della mia stima e dimostrano di essere un movimento politico prima che femminista. Stuprano in branco una donna a Rimini, zitte! Stuprano una ragazzina a Jesolo, zitte… Perchè in estate si va in vacanza, fa brutto riflettere sui diritti civili. Poi però vogliono città e porti aperti… Ma cosa c’entrano con i diritti femminili? #andateazappare ”

    ed ecco la risposta:

    ” Carissima Favaletto Maria Paola ti ringraziamo per il tempo che ci dedichi, ma su questa pagina non sono graditi contenuti misogini, antifemministi, transfobici, razzisti. Benvenga il confronto, che siamo solite avere nelle assemblee, nelle feste, nelle manifestazioni pubbliche, e non in flames sui social media. Avete giornali, organizzazioni, ministeri, non sentiamo il bisogno che vi sfoghiate qui. Questo è il primo e ultimo commento offensivo: chiunque non rispetti la nostra policy di pagina verrà sistematicamente bannat* ”

    a parte l’asterisco, utilizzato ormai sistematicamente da questo gruppo di invasate lesbo-naziste, che ormai, non risparmia più nemmeno i bambini (senza asterisco finale), questa risposta, a mio parere mostra la vera essenza di questi individui, totalitari, affetti da disturbi di identità di genere, nè maschi, nè femmine, asserviti alla peggior politica, per meri scopi d’interesse economico e di potere. Evito di vomitare e concludo enfatizzando l’hashtag preso in prestito da Maria Paola Favaletto #ANDATEAZAPPARE!

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    16 Ottobre 2018 mottolaroberto Reply
  6. Ci credo che in queste assemblee gli uomini non possono entrare, passano tutto il tempo a parlare male di loro.
    È come se trovassero soddisfacente parlare male, una specie di orgasmo, un calmante temporaneo alle loro frustrazioni ma non è la soluzione.
    Escono da queste riunioni ancora più arrabbiate verso l’altro genere di come sono entrate.
    È la strada giusta quella che stanno percorrendo?

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    16 Ottobre 2018 angelo Reply
  7. Ottimo articolo come sempre…aggiungo solo che queste “signore” dovrebbero vergognarsi per i prossimi 200 anni e non fino all’8 Marzo.

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    16 Ottobre 2018 Seby Reply
  8. Se lo stato di agitazione è permanente o è un problema psichiatrico oppure è dissenteria.
    Per dire… l’ultimo libro della Terragni si chiama “Gli uomini ci rubano tutto”.
    Io non ho preso niente, eh. Tutto quello che ho, me lo sono guadagnato con la fatica mia.
    Piuttosto chiedete ai vari Gramellini, Severgnini, che parlano parlano ma stanno sempre là.
    OK, stanno là messi da voi. In effetti potreste essere state fregate, da loro.

    Anna, grazie di tutto.
    Incomincio a essere preoccupato: se ti scoprono ti sbranano!

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    16 Ottobre 2018 Blu Reply
    • Puoi dirlo forte. Direi che oggi, quelli ad essere derubati di tutto, sono gli uomini.

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      16 Ottobre 2018 Seby Reply
  9. Bel pezzo. Su una sola cosa dissento: manipolo di uomini venuto male. Eh no, Anna, non ci siamo proprio. É un manipolo di donne venute a modo loro, non di uomini venuto male. Che queste “gentili” si fa per dire “signore” si accompagnassero da sole, e soprattutto stessero lontane dai Bambini. Ma per favore, non diamogli appartenenze che offendono il resto del genere umano. Un abbraccio.

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    16 Ottobre 2018 Patrizio Reply
    • Temo che non abbiate capito l’espressione di Anna. Non vuole dire “essere uomini” = “essere brutti”. Lei intende chiaramente: “essere donne che sembrano uomini” = “essere brutte”. E sfido chiunque a dire che non è vero (pure all’inverso per altro…).

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      16 Ottobre 2018 Davide Stasi Reply
  10. (che non sono le donne, ma solo un gruppo pingue di uomini venuti malissimo)
    Mi sono femato qui con la lettura. Ma che frase sarebbe ? Le donne fanno tanto più schifo quanto più simili sono agli uomini, anche se venuti malissimo ? Ma che sul serio ?

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    16 Ottobre 2018 Alessandro Reply
    • Be’… sì! Donne che siano simili a uomini (per di più venuti male), per la stessa contraddizione naturale delle cose, inevitabilmente non è che possano essere un bijoux.
      Ugualmente uomini che siano simili a donne (magari venute male).
      Se ognuno fosse quello che è sarebbe tutto più semplice e più “bello”. O no?

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      16 Ottobre 2018 Davide Stasi Reply

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