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Vi chiederete: il gestore del blog è impazzito? Lui che ha sempre combattuto già solo il semplice concetto di “femminicidio”, ora fa un titolo che sembra la 27esima Ora del Corriere della Sera o un comunicato stampa di “Non Una di Meno”? Nessun improvviso cambio di idee, ovviamente. Solo che, a seguito di due omicidi di donne, una a Nuoro e uno a Enna, ho visto circolare nei profili social delle varie esponenti dell’estremismo rosa, professioniste di mistificazioni, le cifre di 17/18 “femminicidi” e mi è subito suonato un campanello. A mia memoria fino a un mesetto fa eravamo a meno di dieci e improvvisamente i casi sono schizzati così in alto? Poi ho fatto due conti e ho visto che 17/18 “femminicidi” nei primi tre mesi dell’anno si avvicina molto alla formuletta “una ogni tre giorni”, che è lo standard necessario a Ro$a No$tra per continuare a spacciare la sua versione fasulla della realtà. E allora ho capito.
Ho capito che bisognava andare alla conta, per l’ennesima volta. Conta e analisi dei casi, per vedere quanto le deliranti fanciulle del fondamentalismo donnista nostrano si stiano già spingendo in là con le loro bugie. L’esito del controllo è stato tale che non ho potuto resistere alla tentazione di fare un titolo volutamente sarcastico e, al netto del dispiacere per le morti e per i familiari delle vittime, alla tentazione di perculare una volta di più la propaganda isterica con cui si parla appunto di strage, mattanza, olocausto e così via. Andiamo dunque a scoprire le loro carte, utilizzando come fonte una delle bibbie su questo tema, ossia la pagina “Oltre la violenza” della 27esima Ora, dove sono elencate anno per anno le vittime di “femminicidio”, ognuna con un sunto della storia che l’ha riguardata. Il presupposto dell’elenco che segue è la temporanea accettazione della definizione di “femminicidio”, tra le sei o sette disponibili a seconda del comodo, come “uccisione di una donna da parte del coniuge/compagno o ex coniuge/ex compagno motivata da senso di possesso o supremazia maschile”. Ecco dunque i risultati.
NOME VITTIMA
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DESCRIZIONE
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FEMMINICIDIO SI/NO
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Loredanda Calì
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01/04/2019 – Uccisa dal marito da cui voleva separarsi
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Sì
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Romina Meloni
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31/03/2019 – Uccisa dall’ex compagno
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Sì
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Khaddouj Hannioui
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22/03/2019 – Uccisa dal nipote, malato mentale
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No
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Roberta Priore
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18/03/2019 – Uccisa dal compagno dopo una lite avvenuta mentre entrambi erano sotto l’effetto di droghe pesanti e alcol
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No
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Rosalia Lagumina
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15/03/2019 – Uccisa dal marito da cui si stava separando
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Sì
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Fortuna Bellisario
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07/03/2019 – Uccisa dal marito da cui si voleva separare
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Sì
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Alessandra Immacolata Musarra
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06/03/2019 – Uccisa dal compagno dopo una lite
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Sì
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Norina Matuozzo
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02/03/2019 – Uccisa dal marito da cui si voleva separare
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Sì
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Claudia Bortolozzo
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22/02/2019 – Uccisa dal marito, entrambi erano in cura presso un centro di salute mentale
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No
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Neda Vannoni
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18/02/2019 – Malata, omicidio della pietà da parte del marito che poi ha tentato di uccidersi
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No
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Ghizlan El Hadraoui
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06/02/2019 – Trovata uccisa a coltellate: il marito è sotto accusa ma al momento non ci sono riscontri di colpevolezza
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No
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Ubaldina Mantovani
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03/02/2019 – Morta, avvelenata dalla figlia
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No |
Marisa Sartori
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02/02/2019 – Uccisa dall’ex marito
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Sì |
Anna Piccato
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23/01/2019 – Uccisa da un rapinatore
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No |
Palma Agostino
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21/01/2019 – Uccisa a colpi d’ascia dal fratello
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No |
Augusta Brunori
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14/01/2019 – Uccisa a coltellate dalla figlia
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No |
Luisa Minghè
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09/01/2019 – Malata di alzheimer, omicidio della pietà da parte del marito che poi si è ucciso
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No |
Luisa Zardo
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08/01/2019 – Malata, omicidio della pietà da parte del marito che poi si è ucciso
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No |
Come si nota i cosiddetti “femminicidi” reali sono 7. Al massimo dieci se si includono quello di Claudia Bortolozzo, sebbene palesemente maturato in un contesto di malattia mentale; quello di Ghizlan El Hadraoui, sebbene non vi siano riscontri sulla colpevolezza del marito; quello di Roberta Priore, sebbene indotto dallo stato di alterazione di entrambi per cocaina. Ciò che conta, in ogni caso, è che non sono 18. Gli altri aggiunti sono casi di matricidio, sororicidio, criminalità comune o “omicidi della pietà” seguiti sempre dal suicidio dell’autore. Niente a che vedere con il senso di supremazia maschile, l’incapacità ad accettare la fine di una relazione, la famosa “tempesta emotiva” o baggianate simili. Sui diciotto dichiarati, dunque, ben tredici sono fasulli, pure e ipocrite mistificazioni. Che lo siano lo prova un’altra ipocrisia monumentale: l’assenza in elenco dell’uccisione di Stefania Crotti ad opera di un’altra donna, Chiara Alessandri, ex amante del marito della donna assassinata. A rigore, è l’unico vero femminicidio avvenuto: Alessandri ha infatti ucciso Crotti in quanto donna, non per altri motivi.
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Ora, nonostante questi, che sono fatti incontrovertibili, aprendo Twitter si legge questa roba:
Valeria Valente presiede la Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. Normale dunque che parli di “altre due”, dando quell’astuto senso di continuità, come se si trattasse di eventi che avvengono con altissima frequenza. Nemmeno è un caso che in due righe usi i termini “strage” e “massacro”. Se non passa questo messaggio allarmistico, che ci sta a fare lei lì, in una Commissione parlamentare che non serve a nulla? Chiaramente vanno a ruota anche altri personaggetti e quaquaraquà della politica e non, primi della fila i pentastellati neo-risvegliati alla menzogna femminista, il più rumoroso e buffo dei quali risulta essere il Ministro Malafede. A costoro serve disperatamente trasmettere all’opinione pubblica un senso di allarme ed emergenza. Hanno così la copertura per far passare leggi ruffiane e manettare, ulteriori compressioni di libertà buone solo per arraffare voti o ottenere nuovi fondi per l’ampia clientela dell’antiviolenza di professione.
Questi pessimi personaggi, con l’aiuto immancabile di un’informazione talmente irresponsabile da sfiorare quasi il criminale, hanno un bisogno disperato di tenere fermo il rateo di “una donna uccisa ogni tre giorni” e per questo infilano tutto e il contrario di tutto nelle loro rilevazioni. Ad oggi, contando correttamente, quel rateo è una ogni 11 giorni, esattamente come nel 2018. Numeri fisiologici, che denotano un fenomeno risibile in assoluto e ancora di più se comparato con quello di altri paesi occidentali. Nonostante questo, per loro sette donne uccise è una “strage” o un “massacro”, ed è questo uso in malafede delle parole che mi rivolta lo stomaco. Mi si può criticare con grande banalità quando faccio le verifiche sui loro conteggi, mi si può dire che non porto rispetto ai morti, ma gli elenchi farlocchi mi sembrano ancor meno rispettosi. O mi si può dire che una donna uccisa è già troppo. Vero e io per primo vorrei che nessuno venisse mai ucciso. Ma esigo anche di vivere in un paese dove un intero sistema non tenta in modo così spudorato e disinvolto di prendere per il culo me e tutta la società, tentando in sovrappiù con quella presa in giro di avvelenare il clima sociale e far passare leggi liberticide. Mi dispiace ma non ci sto. Dunque, comunicato ufficiale a reti unificate: nessun massacro, nessuna strage. Dopo l’ora solare, resettate i vostri conteggi, sudicie bugiarde: i vostri amati “femminicidi” non sono affatto diciotto ma a malapena sette.
IBAN: IT12D0617501410000001392680 |
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