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A Monterotondo, in circostanze controverse e poco chiare, per lo meno stando ai media e a quanto la Procura competente lascia trapelare, una ragazza di 19 anni ha ucciso il padre di 40. Da ieri è libera e tutto il paese, con la sua opinione pubblica plagiata, applaude. Qualcuno, anzitutto il sottoscritto, avanza dubbi e critiche, insieme a un manipolo di pochi. Il meglio che raccoglie è l’accusa di vittimismo o di voler giustificare un uomo violento. Effetti dell’analfabetismo funzionale, fenomeno per cui l’Italia è in testa alle classifiche mondiali. Il tutto perché faccio domande orientate esclusivamente a due cose: a una corretta e approfondita ricerca della verità e a una vera equità nei percorsi giudiziari. Soprattutto quest’ultima istanza attira l’etichetta di vittimista. “Oh, poveri uomini”, mi si dice in tono di dileggio, “quanto vi lamentate, che palle che siete, se muore uno di voi subito a dare di matto, per una volta che una donna uccide un uomo”, e così via. Non si comprende che se vittimismo è (ma non lo è, si tratta appunto di un’istanza di equità nei tribunali, e scusate se è poco), esso è ben fondato. Non su pregiudizi personali miei o di chi la pensa come me, ma dai fatti.
Che Luigi Celeste si sia preso 9 anni di carcere per patricidio, commesso per interrompere le violenze dell’uomo contro la madre, è un fatto. Certo poi le Iene gli fanno dire che in carcere “è rinato”, quasi fosse augurabile per ogni uomo italiano farsi un giro al gabbio per migliorarsi, ma questo è parte della manipolazione mediatica. Anche che Pietro Basile appena maggiorenne abbia schiantato a revolverate il cuore al padre di 42 per difendere la madre e si sia preso per questo la bellezza di 16 anni di carcere (è ancora dentro, e chissà se anche lui è “rinato”) è un altro fatto. Stessi moventi di Deborah Sciacquatori, dinamiche chiarissime, rei confessi e incesurati: attualmente in carcere. Lei, con dinamiche ancora avvolte nella nebbia: libera e glorificata un po’ ovunque.
Il tutto mentre non si è ancora sentito un magistrato parlare di autopsia sul corpo della vittima né si sono ricostruiti ancora in modo chiaro i fatti sulla base di rilievi oggettivi. In compenso il Procuratore competente, quello di Tivoli, ieri era in TV a reti unificate un po’ ovunque a spacciare la bugia colossale: “in Italia viene uccisa una donna ogni tre giorni”. Il popolo bue fa sì con la testa e si beve la menzogna. Io e pochi altri ci chiediamo dove siano, cosa facciano e a cosa servano il CSM e il suo Presidente, tale Sergio Mattarella. Servissero a qualcosa, ovvero il loro popolo, quel magistrato ora sarebbe come minimo davanti a un tribunale disciplinare per procurato allarme e diffusione di notizie false e tendenziose, e come massimo a intrecciare canestri in qualche comunità di campagna. Invece sta lì, riflettori in faccia. E chiunque sia uomo sta sempre più nel mirino.
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