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Sta facendo il giro del web la storia della mamma catanese che ha ucciso, scaraventandolo a terra con violenza, il proprio figlio di tre mesi. Si sa: la violenza è umana, trasversale ai generi, checché ne dicano le vagine armate nostrane. Tranne casi di palese autodifesa, è sempre ingiustificabile. Tuttavia molto spesso è spiegabile. Ebbene, se c’è una cosa che non si riesce a fare delle violenze materne contro i figli, per altro frequentissime, è proprio spiegarle. Forse è per questo che i media parlano poco o nulla di questi casi, se non per trovare faticosamente una qualche forma di attenuante o scusante. Solitamente la depressione. Rubo la battuta di un commentatore, riferita solo alle femministe, ma io la amplierei a tutti i mass media: “esistono tre sessi: Uomo, Donna, Depressione. Quando viene ucciso un bambino dalla madre, indovinate un po’ di quale sesso è la colpa?”. E proprio perché la violenza è trasversale e strettamente connessa alla natura umana, anche all’estero succedono fatti del genere. La Spagna, da tempo sotto il tallone femminazista, è sconvolta dalla storia di una donna che ha ucciso il figlio di un anno e mezzo, dopo aver mandato in carcere l’ex marito per maltrattamenti con la facilità assoluta che le leggi iberiche consentono (e a cui quelle italiane vogliono così tanto assomigliare). L’uomo detenuto per maltrattamenti è ormai diventato tipico della Spagna tanto quanto la paella. Dopo vent’anni di andazzo anche gli hombres però sembra si siano rotti le scatole e l’hanno fatto capire chiaro e tondo al partito che, da quelle parti, più di ogni altro supporta e promuove il femminazismo più spinto: alle elezioni regionali di Andalusia il partito socialista (PSOE) ha preso una batosta colossale, a vantaggio di un nuovo partito chiamato “Vox”, che ha nel suo programma, guarda un po’, proprio l’abolizione della legge sulla violenza di genere (che viene definita giustamente “tossica”) e delle leggi che promuovono l’educazione gender nelle scuole, con tanto di giochi erotici previsti per i bambini. Là ci sono voluti vent’anni perché nascesse una ribellione positiva, che qui in Italia ovviamente i giornali definiscono subito di “estrema destra”. Al di là delle etichette criminalizzanti, quando sarà che la politica locale si accorge che la deriva femminista “alla spagnola” non paga, anzi rischia di far emergere efficaci forze antagoniste? Speriamo accada molto molto presto. Stando ai numeri, direi che ci sono molti più bambini da salvare dalle grinfie delle donne che mogli da salvare dagli ex mariti.
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