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Asia Argento, #shetoo e i giusti motivi di esultanza

23 Agosto 201810 Marzo 2019
9

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Comments (9)

  1. #MeToo verso l’implosione? Davide secondo lei e’ anche contemplabile questo possibile atto risolutivo, finale, onde evitare per femministe e veterofemministe anomalie comunicative quali messaggi boomerang?

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    23 Agosto 2018 Alessandro Reply
    • I messaggi delle femministe sono intimamente composti di anomalie comunicative. Sta a noi svelarle e trasformarle in boomerang. Al resto pensa la loro ipocrisia.

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      23 Agosto 2018 Davide Stasi Reply
  2. Consentitemi di evidenziare alcune differenze nei casi Weinstein-Argento e Argento-Bennet. La Argento era piu’ che maggiorenne quando e’ stata con Weinstein, Bennett no.

    Per le leggi della California un adulto che fa sesso con un minorenne commette “statutory rape”, ovvero e’ stupro senza scusanti alcune, non c’e’ prescrizione per le denunce e si rischia un minimo di 25 anni di galera. Non piace? Poteva scoparselo in Italia, il paese su cui ha cosi generosamente sputato, qui non sarebbe stato considerato stupro sotto il profilo giuridico, anche se dal mio punto di vista resta lo schifo di una che si tromba uno con meno della meta’ dei suoi anni, un minorenne che aveva conosciuto quando lui aveva 8 anni. O cominciamo a rispettare le regole altrui o non potremo mai far rispettare le nostre.

    Bennett ha dichiarato che non aveva parlato prima per vergogna, e io gli credo, perche’ in questa societa’ un ragazzino non puo’ non fare la parte del macho, non puo’ avere soggezione psicologica di una pedofila di 20 piu’ grande che nel film faceva appunto sua madre.

    Bennett ha dichiarato che sentire la Argento definirsi vittima quando era lei ad averlo manipolato lo ha mosso all’azione, e io gli credo, perche’ all’indecenza c’e’ un limite e la Argento li ha superati tutti, con tutti i suoi partner, l’ultimo dei quali si e’ ucciso poco dopo che erano uscite le foto che provavano le corna che gli aveva fatto la Argento. Che cosa ci abbiano trovato tutti i suoi partner in una che per un minuto di ribalta e’ arrivata a limonare un cane (sicuramente non consenziente) ancora mi sfugge.

    Comunque riuscire a zittire la Boldrini e la Bonino non e’ cosa da poco, ora che la Laura e’ sulla Diciotti potremmo approfittare per far salpare le ancore direzione Libia e lasciarla a gestire i problemi delle donne dove veramente ne hanno.

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    23 Agosto 2018 Iris Reply
  3. Ben ritrovato Davide.
    Come valuti la posizione di Bennett? Io del “tenuto in pugno” che pensa ingenuamente di “tenere in pugno” la situazione. Asia Argento pur non abusandone (almeno sino a prova contraria) l’ha comunque usato. Lo conosceva da quando era un moccioso, sostenere che non sapesse che fosse minorenne è una balla astronomica. Un diciassettenne o la controparte femminile sono ancora piuttosto acerbi in aspetto e modo di porsi al mondo per scatenare l’interesse di un/’adulto/a normale. Magari è esagerato definire un/a quasi o neo maggiorenne ancora un/a ragazzino/a, ma non si diventa adulti realmente solo perché lo decreta un articolo di legge. Per dire, a me una ragazza sotto i vent’anni, per quanto carina possa essere (dato oggettivo) mi dice poco o nulla.
    L’Argento invece si è fatta un bamboccione. Furbetto finché si vuole, ma pur sempre un ragazzotto, approfittandosi delle sue tempeste ormonali. Immorale.

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    23 Agosto 2018 Marco S_P Reply
    • Guarda, la posizione di Bennett, credo si capisca dall’articolo, la giudico identica a quella della Argento di ogni altra furba o furbo che utilizzi il metodo #MeToo: spregevole, violenta, estorsiva. Non conta qui il genere, in ogni caso è un comportamento infame e davvero misero.
      Il problema sta appunto “oltre”, ovvero in quell’ampiamento concettuale che dal #MeToo delle dive o mezze dive (e anche divi e mezzi divi) arriva a indurre le donne “normali” a comportarsi nello stesso modo.

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      23 Agosto 2018 Davide Stasi Reply
  4. Ho fatto questa stessa identica analisi nel momento in cui questa notizia è piombata sui media.
    Ho intuito (e l’ho scritto) il pericolo che potesse paradossalmente rafforzare Metoo, avvalorandone i postulati.
    In rete però, l’unico tra i media che ancora sia ancora rappresentativo di qualcosa, era tutto un tripudio di pernacchi.
    Reazione arcisuperextra giustificabile, a cui (lo ammetto) ho ceduto (con parsimonia) anch’io.
    Però dopo carnevale arriva la quaresima.
    E si ripropone per l’ennesima volta il tema di una chiara e il più possibile univoca visione (per quanto si possa) di cosa sia la tematica del “maschile” e come vada affrontata, data l’enorme posta in gioco (per noi).
    Per evitare effetto gregge o derive irrazionali e controproducenti (esiste in campo persino una visione del ritorno al passato remoto).
    Perché é sempre più chiaro che l’efficacia di un movimento passa anche (anche) attraverso lo stessa visione del problema. Almeno in una certa fase (che potrebbe anche non essere ancora questa…non saprei).
    Se il femminismo non è mai riuscito a imporsi totalmente (un brivido mi sale lungo la schiena) è per l’esistenza di questa dinamica al suo interno.
    Non so se l’uscita allo scoperto di un nucleo di intellettuali capofila (entro cui io personalmente ti annovero) sia la strada migliore.
    Ma io (per ora) non riesco ad intravvederne altre.
    –
    (chiedo perdono per la pallosità del tema)

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    23 Agosto 2018 plarchitetto Reply
    • Ti ringrazio. Uscire allo scoperto non è semplice, in questo contesto. Un contesto che fa di tutto per tenerti sotto. Ma in questo senso traggo spunti dal Mahatma: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”. Ma in questo caso cambierei il finale in “Poi vinciamo”.

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      23 Agosto 2018 Davide Stasi Reply
  5. Cato Stasi, intanto ben tornato.
    Ti invito a leggere gli “articoli” di Natalia Aspesi su Repubblica e Lidia Ravera su Lettera 43, o di un certo Alessandro Orsini di TPI. Cose da vomito e dissenteria. Per non parlare delle centinaia di commenti in rete da parte di uomini e donne. Lo sfacciato doppiopesismo, ipocrisia, “victim blaming” che questa vicenda ha fatto emergere ha prodotto un bello squarcio sulla maschera di merda del femminismo, se proprio ce fosse stato il bisogno. Questa è la vera “vittoria”

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    23 Agosto 2018 Alessandro Reply
    • Visti visti. Non ne ho parlato qui sennò l’articolo diventava lunghissimo. Ma non la passano liscia. Ne parlerò nel pezzo di domani… 😉

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      23 Agosto 2018 Davide Stasi Reply

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