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Commissione parlamentare sul femminicidio: le dodici ragioni del NO!

8 Ottobre 201810 Marzo 2019
18

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Comments (18)

  1. I punti 1, 2 e 5 sono molto importanti. Quando una donna viene uccisa, i mass media parlano di femminicidio solamente quando l’omicida é il fidanzato o il marito e i due erano in fase di separazione e/o divorzio. Non si parla mai di femminicidio nei seguenti casi: 1. Omicidio-suicidio in famiglia dovuto a litigi o per “eutanasia”. 2. Donna uccisa dal figlio o dal fratello. 3. Donna uccisa dalla madre. 4. Donna uccisa da un’altra donna. 5. Donna uccisa per rapina (esempio: la tabaccaia di Asti) 6. Donna uccisa dal padre, specialmente se straniero (esempio: Sana Cheema). 7. Donna italiana uccisa da uomini non parenti, specialmente se stranieri (esempio: Pamela Mastropietro e Sabrina Malipiero). Nonostate ciò, a fine anno, le statistiche sui cosiddetti femminicidi riportano il totale delle donne uccise in Italia, senza indicarne le circostanze e il movente. Ecco alcuni link che mostrano le contraddizioni sulla tematica del femminicidio:
    http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5049
    http://it.avoiceformen.com/suggerito/i-veri-dati-sul-femminicidio/

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    17 Ottobre 2018 AndrewZZ2 Reply
  2. Vorrei dare il mio parere sul contenuto , sul tipo di messaggio che viene veicolato e sulle impressioni che emergerebbero nel destinatario della email.
    Nei primi tre punti viene sottolineato che il femminicidio non è ben definito, ha un significato mutevole ed è irrilevante nei numeri: personalmente metterei questi punti in fondo alla lista perché di minore importanza.
    Anche i punti 5, 6 e 7 sono osservazioni di contorno e troppo schierate, poco lucide: le metterei in fondo.
    Il punto 11 evoca la convenzione di Istambul il cui contenuto può essere sconosciuto ai più, io stesso mi sono dovuto leggere la pagina dedicata su wikipedia, e proprio perché di scarsa importanza è bene non dargliene troppa e quindi eliminerei il punto o metterei la citazione in fondo alla lista.
    Restano i punti 4, 8, 9, 10, 12 che sono i punti chiave e che metterei nelle prime posizioni.

    Il nuovo ordine che propongo sarebbe quindi il seguente, mentre per ogni punto proporrei di aggiungere un link alle fonti di supporto per poter approfondire e convalidare l’argomentazione:

    1- Le rilevazioni sull’argomento realizzate dall’Unione Europea collocano l’Italia tra i paesi più sicuri per le donne.
    2- Gli omicidi di donne sono in calo verticale da decenni, e continuano a diminuire: al contrario restano infinitamente di più gli omicidi di uomini.
    3- Il numero di ricoverati per violenza subita da terzi sono nella stragrande maggioranza uomini e non donne.
    4- La violenza delle donne sugli uomini è ugualmente ampia e diffusa, sebbene mediaticamente non notiziata: autorevoli ricerche hanno dimostrato che la violenza è connaturata all’essere umano e non al genere, e una ricerca attualmente in corso promette di confermare questo dato.
    5- Perché esistono fenomeni sociali assai più gravi, in termini quantitativi e qualitativi, del “femminicidio”, tali da meritare le risorse di commissioni d’inchiesta parlamentari (ad esempio morti sul lavoro, morti per infezioni post-ricovero, suicidi, i senza fissa dimora).

    Note a supporto
    6- Non esiste una definizione comunemente accettata e sostenibile di “femminicidio”: essa cambia a seconda di convenienze e ideologie.
    7- Non esistendo una definizione, non esiste un conteggio preciso del fenomeno “femminicidio”: anch’esso varia a seconda delle tesi che si vogliono sostenere.
    8- Quand’anche esistesse, sarebbe un fenomeno che ad oggi riguarda 0,1 donne ogni 100.000 abitanti: un dato sicuramente orribile, ma di fatto fisiologico, al limite dell’irrilevanza.
    9- Il concetto di femminicidio è sostenuto da statistiche ottenute con metodologie discutibili e che in ogni caso rappresentano stime campionarie, dunque ipotesi non verificabili. E che, se verificate, vengono smentite.
    10- Perché, a riprova della loro sovrastima, le donne che sporgono denuncia per violenza sono in media 50.000 all’anno, e di quelle denunce solo un 6% in media si conclude con una sentenza di colpevolezza, il resto viene archiviato o finisce in assoluzione.
    11- Perché l’ipotesi che moltissime donne non denuncino non ha alcuna prova o evidenza a supporto, esattamente come l’ipotesi opposta. Il che è tipico di fenomeni che non esistono.
    12- La Convenzione di Istanbul, spesso invocata su queste tematiche, sul piano del diritto internazionale riveste scarsa rilevanza, essendo stata ratificata a fatica, dopo molto tempo, e non da paesi-chiave sullo scacchiere internazionale.

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    12 Ottobre 2018 osservatore Reply
    • Non condivido, ma va bene lo stesso, basta comunicare alle istituzioni una contrarietà argomentata…

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      12 Ottobre 2018 Davide Stasi Reply
  3. Fatto…e condiviso con altri.

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    9 Ottobre 2018 plarchitetto Reply
  4. Fatto,mail inviata.

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    9 Ottobre 2018 andrea Reply
  5. hai dinmenticato il fatto che nel 2017 ci sono stati 120 maschicidi come i femminicidi….direi dato importante…

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    8 Ottobre 2018 simone367 Reply
  6. Messaggio inviato.

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    8 Ottobre 2018 ericlauder Reply
  7. Fatto. Non sono del tutto convinto dell’utilità dell commissione d’inchiesta proposta (per la concordia tra i sessi), un po’ perché tradizionalmente le commissioni d’inchiesta parlamentari in Italia fanno più confusione che chiarezza (cosa che va bene a chi marcia sul conflitto, ovviamente, un po’ meno a noialtri), un po’ perché c’è sempre il rischio che sia dirottata da Rosa Nostra, sempre molto potente, e (ri)diventare la commissione d’inchiesta sul cosiddetto femminicidio sotto falso nome, con in più la beffa di averci formalmente accontentato. Comunque, dopo una riflessione, mi sono unito anche a questa richiesta per non apparire solo distruttivo ma anche propositivo.
    Vediamo cosa ne esce fuori.

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    8 Ottobre 2018 DanieleV Reply
    • Vedo adesso che anche altri hanno sollevato il medesimo dubbio. Eh sì, dovremo stare in guardia.

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      8 Ottobre 2018 DanieleV Reply
    • Sono dettagli che non hanno ha la minima importanza, vista la situazione qualsiasi iniziativa non può che avere effetti migliorativi. Prendi il caso del DDL Pillon, il più clamoroso: la mediazione obbligatoria non piace a nessuno, e credo che nessuno sia così scemo da non vedere che Pillon ha un conflitto d’interessi circa la mediazione, ma non è quello il succo, il succo sono i tempi paritari e il mantenimento diretto, nonché la parte sulla alienazione.
      Qui è diverso, la richiesta di una simile commissione non fa neppure danno, può essere una cosa che non piace ma è un di più. E’ come se a te piace la torta panna e meringhe ma non le ciliegie candite, e ti regalano una torta panna e meringhe per 12 persone con una singola ciliegia candita sopra: la prendi e la ciliegia la fai mangiare a qualcuno a cui piace.

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      8 Ottobre 2018 ericlauder Reply
  8. Io ho firmato, però la proposta di istituire quella commissione composta in maniera paritetica da uomini e donne non mi convince: metti caso che tra alcune di quelle donne ci sono femministe? Saremmo punto e a capo.

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    8 Ottobre 2018 Gian Luca Reply
    • Dipende se l’altra metà è composta da uomini, ominicchi o quaquaraquà…

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      8 Ottobre 2018 Davide Stasi Reply
    • Più facile che ci siano femministi tra gli uomini….

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      8 Ottobre 2018 Anonimo Reply
      • Be’, il messaggio dell’appello è di principio. Se nessuno lo coglierà, ne terremo conto.

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        8 Ottobre 2018 Davide Stasi Reply
  9. Ho appena adesso inviato il messaggio agli indirizzi che hai segnalato. Invito tutti a fare altrettanto. Grazie.

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    8 Ottobre 2018 mottolaroberto Reply
  10. È ora di finirla con queste manipolazioni ad hoc. Approvo in tutto e per tutto quello che avete scritto.

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    8 Ottobre 2018 Gaetano esposito Reply
    • Grazie Gaetano. Manda l’email allora e condividi l’iniziativa ovunque puoi. Grazie!

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      8 Ottobre 2018 Davide Stasi Reply
      • ok

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        8 Ottobre 2018 Anonimo Reply

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