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DDL Pillon – Luci e ombre di una proposta da migliorare

7 Agosto 201810 Marzo 2019
15

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Comments (15)

  1. residenza abituale: che senso ha senso imporre la scelta a due persone che si stanno separando e che spesso sono in lite, di stabilire presso quale genitore il fanciullo avrà la residenza abituale (ovvero presso quale genitore viene fissato con carattere di stabilità il centro permanente o abituale dei propri interessi, con chiara natura sostanziale e non meramente formale o anagrafica)?
    In sostanza, si pretende che concordino una decisione che rappresenta ben più di un atto amministrativo, reversibile in qualunque momento, come l’iscrizione all’anagrafe, ma un impegno di fondo, dando carattere di stabilità a una opzione che, proprio perché la famiglia si è appena disgregata, ha di per sé i caratteri dell’incertezza. E poi, anche pensando a una sorta di ratifica di una situazione di fatto (nel caso che ci si presenti dal giudice dopo che la separazione è già avvenuta da alcun tempo), in un affidamento realmente condiviso — ovvero equilibrato — non esistono sedi privilegiate, per definizione.

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    6 Settembre 2018 ide Reply
  2. assegno perequativo: nell’articolato non c’è la parola “perequativo”.

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    6 Settembre 2018 ide Reply
  3. assistenti sociali? mi sa che il testo non parla di quelli comunali, ma degli iscritti all’albo come professionisti.

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    6 Settembre 2018 ide Reply
  4. Finalmente qualcuno che cerca di difendere i figli ed i padri da una situazione vergognosa.

    Grazie in nome di tutti i padri ridotti in povertà da uno stato fino ad ora complice.

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    24 Agosto 2018 Ce Reply
    • E chi difende invece le madri da quei padri che si nascondono dietro falsi mancati guadagni pur di non partecipare alle spese per il mantenimento dei figli e poi invece fanno vita da single spendendo soldi in auto , viaggi e quant’altro?

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      27 Agosto 2018 Anonimo Reply
      • Sono una risibile minoranza. Molti meno delle madri che risultano nullatenenti pur facendo due o tre lavori in nero.
        In ogni caso a essere tutelati da una legge devono essere i figli, non gli adulti.

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        27 Agosto 2018 Davide Stasi Reply
        • E quindi poiché sono una minoranza le lasciamo affogare ed avvalliamo il comportamento di padri disonesti?
          Che poi la legge tuteli i figli, lasciamo perdere non mi esprimo, ho potuto constatare sulla mia pelle che non tutela nê minori nè adulti se non c’è “sangue” di mezzo , ed a quel punto potrebbe anche essere troppo tardi.
          Ma tanto anche quelli sono una risibile minoranza, vero?

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          27 Agosto 2018 Anonimo Reply
          • Non pensi al padre, ma ai figli. Basta conflitti tra padri e madri.

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            27 Agosto 2018 Davide Stasi Reply
            • Mi perdoni la polemica , ma è proprio pensando a mia figlia , a tutto quello che ha dovuto subire senza essere tutelata nonostante avessi chiesto aiuto, che parlo.
              Le argomentazioni di parte non mi interessano.
              Perché non si pensa invece a fare qualcosa – e questo è il mio suggerimento- per tutelare i figli durante il periodo di “mezzo” cioè tra la frattura della coppia e la sentenza di separazione? Il periodo di tempo che intercorre dal deposito del ricorso alla sentenza definitiva in città come Milano è un tempo interminabile in cui succede di tutto e non c’è alcuna regolamentazione in proposito, se non continue arringhe tra gli avvocati basate sulla singola parola scritta o detta ed i suoi diversi significati, ed i figli nel frattempo sono in balìa delle “pazzie” o “spropositi” dell’uno o dell’altro genitore ( nel mio caso di lui) senza alcuna tutela e senza pensare che tutto ciò che sentono e vivono in quel periodo rimarrà indelebile nella loro memoria per sempre, se non addirittura provocare atteggiamenti negativi in futuro….
              Inoltre perchè non si stabiliscono delle tariffe basse standard per tutti gli avvocati, e NON semplicemente più basse che sarebbero sempre a discrezione degli stessi, i quali sguazzano a danno della povera gente? Non è pazzesco pagare 10000€ un inizio di giudiziale conclusa già in prima udienza in consensuale per chi guadagna 1300€ al mese?
              Ma di quale giustizia parliamo? Di quella che arricchisce e favorisce sempre più chi è già ricco e già favorito?
              E ciò non ha nulla a che fare con i conflitti tra madri e padri, tutti i soldi che gli avvocati chiedono non li tolgono loro stessi ai figli dei clienti?
              Come sono tutelati in questo caso i figli?

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              28 Agosto 2018 Anonimo Reply
              • Detta così è tutto molto diverso e non posso che essere d’accordo con lei. Sia sui tempi terrificanti, sia sulla difficoltà di definizione di una causa, sia sul “magna magna”. In teoria la proposta di legge del Sen. Pillon cerca di risolvere buona parte di questi problemi. In alcuni punti chiave mi convince poco (ne parlerò nell’articolo di domani), ma ci si sta provando, forzando l’ottica dal conflitto genitoriale all’interesse dal fanciullo a continuare ad avere due genitori, anche quando sono separati. Speriamo ci si riesca.

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                28 Agosto 2018 Davide Stasi Reply
              • Più leggo le sue critiche più mi convinco che non ha ben letto il nuovo DDL di Pillon. Lui vuole proprio eliminare tanti di quei problemi da lei elencati. La figura del mediatore servirebbe proprio a non lasciare da soli le coppie che si stanno separando, il fatto di indicare un solo incontro obbligatorio è legato ad un semplice problema economico, come lui stesso ha dichiarato, ma se la coppia lo ritenesse utile gli incontri potrebbero essere molto di più, spero solo che queste figure di mediatori siano realmente in grado di intervenire in senso costruttivo e che vengano incontro alle esigenze della coppia che si sta separando.
                Se invece andiamo sul problema consensuale o giudiziale, vi assicuro che se già le regole base fanno capire che, salvo casi eccezionali, si dovesse giungere ad una giudiziale in cui comunque si favorirà la bigenitorialità con eguali diritti e doveri, nessuna parte sarà più intenzionata ad arrivare ad una giudiziale ci si fermerà ad una consensuale… E di conseguenza anche le tariffe dovranno esser differenti.
                Non distruggiamo qualcosa che sta cercando di dare finalmente un sostanziale aiuto ai nostri figli, loro sono nati in una famiglia con due genitori e se purtroppo la famiglia non c’è più almeno non togliamo loro i propri genitori, pensiamo alla loro felicità. Un DDL così certamente potrebbe esser migliorato, ma non è da distruggere, anzi…

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                31 Agosto 2018 Anonimo Reply
                • Gentilissimo, la mia impressione è che il DDL stia suscitando consenso tra i padri separati perché bagna loro le labbra arse e assetate, quando invece avrebbero diritto all’accesso a una fonte. O meglio: più che loro, i loro figli, privati da troppo tempo di una piena e garantita bigenitorialità, acquisita come principio inalienabile da parte dello Stato.
                  L’articolo che lei ha qui commentato in ogni caso è una prima visione critica del DLL Pillon, che ho aggiornato di recente (veda qui: https://stalkersaraitu.com/2018/08/29/ddl-pillon-e-se-si-invertisse-il-principio/).
                  Credo che si debba mettere urgentemente mano alla materia. Ma occorre farlo in modo assolutamente definitivo. Perché se si riforma oggi in modo imperfetto, non ci saranno più margini per una richiesta migliorativa per molti molti anni. Saluti.

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                  31 Agosto 2018 Davide Stasi Reply
              • Più leggo le sue critiche più mi convinco che non ha ben letto il nuovo DDL di Pillon. Lui vuole proprio eliminare tanti di quei problemi da lei elencati. La figura del mediatore servirebbe proprio a non lasciare da soli le coppie che si stanno separando, il fatto di indicare un solo incontro obbligatorio è legato ad un semplice problema economico, come lui stesso ha dichiarato, ma se la coppia lo ritenesse utile gli incontri potrebbero essere molto di più, spero solo che queste figure di mediatori siano realmente in grado di intervenire in senso costruttivo e che vengano incontro alle esigenze della coppia che si sta separando.
                Se invece andiamo sul problema consensuale o giudiziale, vi assicuro che se già le regole base fanno capire che, salvo casi eccezionali, si dovesse giungere ad una giudiziale in cui comunque si favorirà la bigenitorialità con eguali diritti e doveri, nessuna parte sarà più intenzionata ad arrivare ad una giudiziale ci si fermerà ad una consensuale… E di conseguenza anche le tariffe dovranno esser differenti.
                Non distruggiamo qualcosa che sta cercando di dare finalmente un sostanziale aiuto ai nostri figli, loro sono nati in una famiglia con due genitori e se purtroppo la famiglia non c’è più almeno non togliamo loro i propri genitori, pensiamo alla loro felicità. Un DDL così certamente potrebbe esser migliorato, ma non è da distruggere, anzi…

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                31 Agosto 2018 Alfredo Russo Reply
      • I figli devono asserragliati ai padri che se li Curino e mantengono. Le madri più che essere difese devono andare a lavorare.

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        18 Gennaio 2019 Paul Droogo Reply
  5. In effetti sembra che ci sia una contraddizione enorme nell’abbinata tra insistenza sulla mediazione (chiaramente volta a salvare il più possibile il matrimonio: sembra che per Pillon il matrimonio sia molto importante) e l’eliminazione del concetto di colpa della fine dell’unione (qui invece sembra che per Pillon il matrimonio sia una cosa che non comporta alcun dovere né responsabilità) ma credo che una chiave di lettura ci sia: il tutto è volto a proteggere unicamente i figli, probabilmente Pillon considera, anche se forse non lo ammetterà mai pubblicamente, del tutto senza senso i matrimoni senza figli. E’ in realtà una posizione molto forte e ben radicata nella tradizione, giusto adattata nella retorica per avere possibilità di passare nella società attuale.
    E’ un genio.

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    8 Agosto 2018 ericlauder Reply

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