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Disparità di genere: anche il CNEL nelle spire di Ro$a No$tra

3 Giugno 20193 Giugno 2019
11

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Comments (11)

  1. “. C’è mancato poco che poco tempo fa il CNEL lo abolissero per referendum…””; purtroppo è un sogno che non si realizzera’ mai piu, con questi dossier si sta rivelando fondamentale per la Causa del regime, se non ci sono ancora quote rosa al suo interno verranno previste, magari assegnandone le cariche più importanti a signore.. In poche parole e’ un carrozzone ormai corazzato che continuera’ ad esistere nei secoli a venire.. E chi osera’ contestarlo sara’ colpito da anatema politico, istituzionale e mediatico..

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    3 Giugno 2019 Andrea Marcato Reply
  2. E poi c’è un altro problema: le donne costano alla famiglia e allo stato, hanno più diritti ma lavorano meno e pagano meno tasse, ma non si può dire che sono mantenute, non si può dire che lavoro e tasse sono un dovere sociale, che fare le mantenute è un vantaggio, una libertà e non uno svantaggio e allora bisogna dire che che è colpa degli uomini se poverine non lavorano e non pagano tasse e contributi ma godono di pensioni, istruzione, assistenza ecc… E’ tutta una grande menzogna. Non è questo il modo di incentivare le donne al dovere sociale del lavoro.

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    3 Giugno 2019 giacinto lombardi Reply
    • se il lavoro è un dovere sociale allora lo Stato dovrebbe assicurare un lavoro (ben retribuito) a ciascun uomo e a ciascuna donna così che possano adempiere a questo dovere e non mi pare che sia così da nessuna parte. Forse andava così nei regimi comunisti dell’Est ma non ne sono certo.

      Logica antifemminista: se una donna lavora fuori casa e guadagna soldi non va bene perchè porti via il lavoro a un uomo! trascuri il sacro ruolo di madre! Chissà come hai ottenuto quel posto! Hai fatto qualche “servizietto” al capo, vero?

      se invece non lavora e fa la casalinga a tempo pieno, fa le faccende, cucina, tiene la casa pulita, lava i vestiti di tutti badando pure ai bambini non va bene perchè sei una mantenuta! Non paghi tasse! Provilegiata! Vai a lavorare!

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      3 Giugno 2019 ned Reply
      • Logica antifemminista: se una donna lavora va benissimo purché non vi siano incentivi sessisti a privilegiare l’assunzione di donne – comprese le single in menopausa.

        Constatazione antifemminista: le femministe TUTTE chiedono a gran voce incentivi sessisti a privilegiare l’assunzione di donne – comprese le single in menopausa – anche supportandola con la sottintesa asserzione che “tutte le donne sono madri e pertanto tutte le donne hanno problemi a trovare lavoro causa maternità”.

        Personalmente non ho alcun problema con incentivi mirati e limitati che fossero riservati alle donne che rientrano nel mondo del lavoro dopo la maternità – trattasi di condizione OGGETTIVA e MISURABILE.
        Sono invece contrarissimo a che una 18enne appena diplomata o una 23enne appena laureata, e magari neppure fidanzata, abbia incentivi rispetto ai coetanei maschi, come pure la single in menopausa.

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        3 Giugno 2019 ericlauder Reply
  3. Una mail di protesta? Giusto per farle capire che inizia ad esserci qualcuno che non si beve più le loro stronzate?

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    3 Giugno 2019 Rodolfo Reply
  4. Dal mio punto di vista è un disegno tutto interno al femminismo, ben accetto alle elite dominanti, proprio perchè “innocuo” per i loro tornaconti economici, anche se può anche capitare che il giocattolo sfugga momentaneamente loro di mano vedasi caso Weinstein, ma di cui la maggior parte degli individui sono all’oscuro e si prestano semplicemente perchè è una causa giusta a prescindere: infatti chi sarebbe contro la parità tra i generi? Diciamoci la verità, oggi sarebbe una minoranza assoluta, anche perchè gli uomini, checchè ne dicano le femministe e i lacchè al seguito, sono nella stragrande maggioranza disposti perfino a sacrificarsi a beneficio delle donne, tanto sono imbevuti ancora di “cavalleria”.
    L’idea che si debbano verificare i dati e le fonti viene accantonata, un po’ perchè lo si dice dappertutto e quindi dev’essere vero e un po’ perchè tanto non ne può venire niente di male se si sensibilizza un po’ di più sul tema l’opinione pubblica. In verità è proprio quest’ultimo aspetto che incredibilmente viene sottovalutato: in un certo qual modo chi ragiona in questi termini, e sono tantissimi , mi ricorda un bambino che gioca con un fucile con un colpo in canna; le conseguenze possono essere catastrofiche perchè gettano le basi per un ulteriore incattivimento dei rapporti umani e tra i sessi in particolare, che pure sono al momento già una schifezza nell’odierno Occidente. D’altronde anche i nazisti quando volevano spingere i tedeschi a odiare gli ebrei iniziarono a raccontare balle simili su questi ultimi e poi sappiamo come è andata a finire. Non voglio ovviamente ventilare uno scenario da shoah, ci mancherebbe, ma semplicemente evidenziare come chi semina odio e falsità alla lunga inquini ancor di più una società sempre più malata

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    3 Giugno 2019 Sasha Reply
  5. ” un vero esercito di altri soggetti”
    Tra cui leggo il CAI (Club Alpino Italiano), associazione con il 99% di partecipanti uomini.
    Mah

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    3 Giugno 2019 bob Reply
  6. “sono l’1,2% le donne cui il partner”
    Numeri da far girare la testa (Ing. Cane)

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    3 Giugno 2019 bob Reply
  7. “Una donna su due ha subito “violenza economica” dal partner”

    Questo dato è vero.

    E l’altra metà sono single o non conviventi.

    L’unico modo di non fare “violenza economica” a una donna è fare in modo che non abbia alcun diritto legale sui tuoi averi.

    Ad esempio:

    “sono l’1,2% le donne cui il partner impedisce di gestire il denaro, di conoscere il patrimonio familiare o di usare il bancomat”

    Io l’ho fatto con TUTTE le donne con cui ho avuto relazioni fisse, tranne con quella che sposai: alle altre non facevo usare il mio bancomat, né rispondevo a domande troppo dettagliate sul mio patrimonio, né facevo gestire loro il mio denaro.

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    3 Giugno 2019 ericlauder Reply
    • Basta vedere il comportamento delle donne all’incontrario, dei loro averi e patrimoni non ti fanno appurare nulla ma tutto vogliono sapere delle risorse dell’uomo.

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      3 Giugno 2019 angelo Reply
      • Infatti.
        Se ci fai caso quasi tutte le cose che specificamente il femminismo definisce come “cattivi comportamenti tipicamente maschili” in realtà sono tipicamente femminili.

        E non è solo sui soldi, ad esempio: quale sesso dei due da’ per scontato che se lei ci prova è molto scortese o anormale dirle di no?
        E’ ovvio che in generale sono molto di più le donne che non gli uomini.
        Per questo mi fanno sganasciare le femministe quando dicono cose tipo “bisogna far capire agli uomini che fare sesso non è un loro diritto”: quanti potranno essere gli uomini che pensano che fare sesso è un loro diritto e se ne hanno voglia è scandaloso che una donna si neghi? Oh, ce ne sono di sicuro: forse l’1% o 2%, magari anche il 5% degli uomini. E quante donne invece? Minimo quattro o cinque volte tanto, come minimo il 20%-25%, probabilmente molte di più.

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        3 Giugno 2019 ericlauder Reply

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