Settimana scorsa durante un’intervista a Radio Cusano Campus le due brave e gentili intervistatrici, Arianna Caramanti e Misa Urbano, mi hanno chiesto di dare una definizione di “femminista”. I temi di cui stavamo parlando erano tanti e sono riuscito solo a dare cenni in risposta. Mi hanno promesso un bis: ci risentiremo in diretta e riprenderemo il confronto proprio a partire da quella domanda. Per dar loro una risposta quanto più esaustiva possibile ho chiesto aiuto ai follower della pagina Facebook connessa a questo blog. Le definizioni sono arrivate a pioggia e devo dire che le condivido quasi tutte. Per velocizzare l’eventuale nuova chiacchierata con Radio Cusano Campus, dunque, le raccolgo qui, come un compendio del tutto esaustivo di cosa sia essere femminista oggi.
Davide: La femminista è un soggetto dalla personalità fragile che trova senso per se stessa in una ideologia totalizzante e conflittuale.
Vladimir: Pur esistendo anche persone che si battono e aiutano altre donne (non uomini) in difficoltà, solitamente sono persone che pretendono di detenere la ragione, che i loro insuccessi siano colpa della società e dei loro minori diritti.
Marco: Una attivista per i diritti civili solo dove i diritti civili sono già garantiti. Una combattente per la libertà solo dove la libertà è già in vigore. Una vittima professionista solo dove la vittima è tutelata. Una grandissima studiosa ed esperta di filosofia, storia e geografia che considera vero solo il vissuto soggettivo e falsi i dati di realtà. Una finissima oratrice e polemista in grado di affermare una cosa e il suo esatto opposto ritenendole entrambe vere, e contemporaneamente.
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Fabrizio: La femminista in Occidente è un costrutto socioeconomico il cui scopo è sottrarre ricchezza, potere, libertà e vita agli uomini attraverso l’uso di social engineering, legislazione, potere mediatico culturale, potere giudiziario, potere politico.
John: La femminista oggi è il maschilista di ieri!
Sergio: Quella o quello che vuole un mondo dove i vecchi presunti privilegi maschili siano ora sostituiti da privilegi femminili e che le discriminazioni di genere siano positive se le vittime sono di genere maschile. È quella/quello che vuole sostituire discriminazioni verso un genere con discriminazioni verso l’altro genere. È contro una società egualitaria, fatta di diritti uguali per tutti.
Rossana: La femminista di oggi è quella che vuole la sottomissione e l’annullamento sistematico di tutto il genere maschile, e gli uomini che le aiutano sono dei cerebrolesi totali, che se lo meritano.
Marco: Colei che con prepotenza, arroganza, ignoranza e senso di superiorità vuole vendicarsi e prendere il posto del vecchio maschilista.
Vincenzo: La femminista oggi è un’insensata che qui in Occidente continua una guerra contro un uomo, anzi “maskio”, che non ha più nessuna autorità sulla donna, ignorando la condizione femminile del resto del mondo.
Lucrezio: la femminista è una donna che cerca di compensare e di adattarsi alla sua condizione femminile di inadeguatezza, alle frustrazioni sentimentali e amorose, all’ansia di diventare madre, all’incapacità di sentirsi a suo agio con le sensazioni del sentirsi donna e femmina, e giustifica questa sua inadeguatezza costruendo un mondo in cui il nemico, il maschio, è la causa dei suoi mali e la cui distruzione le libererà e la salverà (inferno-paradiso). Poi ci sono i femministi che sono una sottocategoria maschile che si assoggetta alle femministe, nella vana speranza di poter essere presi in considerazione affinché possa loro essere concesso la possibilità di usufruire di prestazioni sessuali.
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Carlo: La femminista è una disadattata, una che ha paura di essere donna, di assumersi i doveri che la società del Diritto impone. Nasconde questa sua incapacità di adattarsi e responsabilizzarsi adducendo motivi ideologici contro l’uomo.
Diego: Persona che del pregiudizio verso il genere maschile fa una battaglia di genere senza se ne ma! Persona che usa il vittimismo per colpire l’altro sesso!
Vittorio: Cercatrice di privilegi che tenta di ottenere accusando di essere discriminata. Devo dire che il metodo è diabolico.
Dario: Una persona che si batte per la parità di diritti fra i sessi. Questo è ciò che avrei risposto se non si fosse specificato “oggi”. Oggi è una persona a cui è stata inculcata, tramite informazione parziale, la stessa convinzione di imparità fra i sessi di decenni fa per combattere una lotta che – in molti casi a sua stessa insaputa – punta più alla supremazia di un genere sull’altro che alla parità.
Federico: Il femminismo oggi è composto principalmente da donne che vogliono rivendicare la loro supremazia, da donne che voglio vendicarsi di una condizione di oppressione che non c’è mai stata (esiste nella loro testa solo perché glissano completamente il fatto che la società ha dato un ruolo anche ai maschi e che il ruolo delle donne non l’hanno deciso i maschi nel 1324, in un concilio di maschilisti svoltosi nei boschi della Germania alle 4:00 in una mattina di autunno), donne bisognose di attenzioni che praticano il vittimismo di genere, donne frustrate di non ottenere un qualsiasi risultato e colpevolizzare gli altri invece di cercare di migliorare e, infine, le donne che credono veramente nel ridiscutere il ruolo della donna senza vigliaccamente colpevolizzare il resto del mondo. Il punto è che le donne come gli uomini sono esseri umani, con dei difetti, e come tutti vogliono attenzioni, amore, adorano l’idea di essere gli eroi che hanno combattuto il male e vinto, così come di lottare per cambiare il mondo. Hanno difetti come tutti noi. Tuttavia la stessa società che obbligava la donna a non lavorare sottovalutando le loro capacità, non in quanto donne, ma in quanto esseri umani, obbligava, allo stesso tempo, l’uomo a lavorare 10 ore al giorno per portare a casa il pane, non solo per se e per il figlio, ma anche per quella donna, che la società aveva deciso fosse a carico suo (senza che nessuno gli avesse chiesto il consenso). La stessa società che sottostimava l’intelligenza di una persona offendeva la dignità dell’altra che era costretta, come una bestia da soma, a produrre, sacrificarsi e morire al posto della prima. Dimentichiamo forse anche che la stessa società definita, vittimisticamente, maschilista ha imposto agli uomini di morire in guerra e salvare prima la vita delle donne anche a costo della propria?! La cultura tradizionale l’abbiamo subita tutti, solo che qui, oggi, soltanto un genere ha diritto a lamentarsene. Muovere critiche al femminismo non ti rende maschilista, quanto criticare il fascismo non mi rende comunista o difendere il WWF non mi rende un panda. Tant’è. Oggi invece di riflettere è più facile dire che sei il nemico, e in quanto nemico hai sempre torto.
Lizzie: In breve, la (il) femminista è una persona che odia il genere umano, probabilmente a causa di un’infanzia infelice. Ma questa definizione si adatta anche a quasi tutti gli “attivisti” odierni.
Giovanni: Forma di estremismo
Rita: La femminista è’ una persona che gioca a fare l’anti sistema in una società a sistema femminista
Angelo: La femminista è una sessista che si spaccia per paritaria.
Silvia: La femminista è bulla e violenta nei gesti e nei modi, seppur predicantesi contro in termini. La femminista è l espressione agita di ciò che a voce contesta. La femminista è la violenza di genere, cioè la violenza perpetrata nel nome di un genere.
Un po’ fuori dai limiti che avevo dato, ma comunque simpaticamente caustica la definizione di Amedeo, che lascio alla fine, per chiudere in bellezza.
Amedeo: La femminista è una f..a di legno. Fondamentalmente.
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