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Il noto studioso Fabio Nestola, assumendo una delle tante definizioni di “femminicidio”, la più ampia possibile, ha verificato la fondatezza dell’elenco pubblicato settimana scorsa da L’Espresso. Casi dichiarati: 93. “Femminicidi” propriamente detti: 53. Gli altri sarebbero casi dubbi o vere e proprie forzature. Si può solo immaginare che repulisti ci sarebbe acquisendo una definizione più restrittiva… Qui di seguito il dettaglio della sua analisi.
di Fabio Nestola – Nell’elenco pubblicato da L’Espresso, settimana scorsa, compaiono diversi casi che nulla hanno a che vedere col femminicidio propriamente detto, vale a dire l’uccisione di una donna “in-quanto-donna” con moventi di genere: la pretesa di possesso del corpo femminile, la gelosia morbosa (o mia o di nessuno), la mancata accettazione della fine di un rapporto da parte dell’ex marito o ex fidanzato, la mancata accettazione del rifiuto di una relazione da parte di un pretendente respinto, la prevaricazione maschilista, l’odio misognino, etc. Non sono pertanto classificabili come “femminicidio” i decessi avvenuti in seguito a rapine, investimenti occasionali, cadute occasionali, colluttazioni con dei ladri, assunzione di farmaci e/o sostanze.
C’è poi il filone degli omicidi-suicidi tra anziani, quegli episodi che nascono dalla disperazione e dalla pietas in cui il marito uccide l’anziana moglie malata di un male incurabile al solo scopo di non farla più soffrire, certamente non per odio misogino, e poi si toglie anche lui la vita. Undici gli episodi nell’elenco, il 12%. Inoltre diversi casi registrano autori ignoti, l’elenco pretende di assegnare un movente di genere anche laddove gli inquirenti non siano riusciti a fare luce sull’episodio. Nel dettaglio i casi classificabili al di la di ogni dubbio come femminicidio propriamente detto (in verde nella griglia) sono quelli che nell’elenco compaiono ai numeri: 6, 7, 8, 9,10, 11, 15, 16, 18, 20, 21, 22, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 35, 36, 37, 39, 40, 42, 43, 44, 47, 48, 49, 54, 55, 57, 59, 61, 66, 67, 68, 72, 74, 76, 77, 78, 81, 82, 84, 85, 90, 91, 92, 93.
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Cinquantatre casi dal 30 dicembre 2017 al 7 marzo 2019, preziose vite perse a causa della gelosia morbosa di chi pretende, anche con la forza, di piegare la volontà di una donna. Tuttavia l’elenco de L’Espresso annovera oltre 90 casi, è interessante verificare come siano suddivisi i restanti 40. I casi che non hanno nulla a che vedere con la prevaricazione di genere del “femminicidio” (in rosso nella griglia) sono:
1 – prostituta uccisa, autore/autori sconosciuti, gli inquirenti ipotizzano una rapina o un gioco erotico
2 – decesso per cause naturali, non si tratta di morte violenta
5 – prostituta travolta da un treno durante la fuga da un rapinatore, movente economico e non passionale
12 – investimento casuale. Ragazza pakistana, il padre violento pestava lei e gli altri figli, ma non l’ha uccisa
13 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
14 – uccisa per errore nel corso di una esecuzione camorristica
19 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
23 – l’elenco de L’Espresso non fornisce alcun particolare, impossibile catalogarlo come femminicidio
38 – prostituta albanese probabilmente investita da un pirata della strada, nessun segno di percosse
45 –movente economico, genero uccide suocera 84enne invalida, inesistente il movente di genere
46 – movente economico, stupefacenti non pagati
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50 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
52 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
53 – movente economico, non passionale, lite tra tossicodipendenti per l’eroina
60 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
62 – 19enne uccide la madre della ex fidanzata, movente sconosciuto ma non “o mia o di nessuno”
63 – L’elenco de L’Espresso non fornisce alcun particolare, impossibile catalogarlo come femminicidio
64 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
65 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
69 – l’elenco de L’Espresso non fornisce alcun particolare, impossibile catalogarlo come femminicidio
70 – storia terribile di degrado, tossicodipendenza e prostituzione, ma impossibile da catalogare come uccisione inquantodonna. La povera ragazzae è morta per overdose, arrestata una donna per averle fornito la dose killer
71 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
73 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
75 – deceduta per aver assunto un mix di farmaci ed alcolici, escluso qualsiasi segno di violenza
79 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
83 – l’elenco de L’Espresso non fornisce alcun particolare, impossibile catalogarlo come femminicidio
86 – deceduta per una caduta fortuita sul viale ghiacciato, ipotizzata anche una colluttazione con qualcuno sorpreso a rubare, escluso dagli inquirenti l’ex marito
89 – omicidio-suicidio di anziani, con la moglie malata incurabile
Poi ci sono gli episodi dubbi, quelli di non lettura non scontata (in nero nella griglia)
3 – prostituta con cliente abituale, l’assassino motiva il gesto col ricatto economico
5 – strage di uno squilibrato, spara alla moglie, poi esce sul balcone e spara a casaccio sulla folla (5 feriti gravi), poi lancia di tutto in strada, quindi si barrica in casa ed infine si ammazza
17 – gesto di un ex militare squilibrato che già aveva annunciato propositi suicidi, secondo un’amica della vittima “Potrebbe aver chiesto lei al marito di farla finita”
33 – donna scomparsa, cadavere mai ritrovato. Processo indiziario al marito che si professa innocente
34 – assassino depresso per il licenziamento, in cura da mesi
41 – movente economico, debiti di gioco
51 – lite degenerata, spinta fortuita dalle scale senza la volontà di uccidere
56 – marito 78enne uccide moglie 70enne e poi si suicida. nessuno screzio ma l’ombra del gioco
58 – marito depresso uccide la moglie e si suicida accanto a lei
80 – ragazzo con problemi psichici uccide la cognata e si suicida
87 – delitto irrisolto, autore sconosciuto
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È da notare che i casi di omicidio in seguito a depressione sono ampiamente accettati nella casistica criminologica femminile, tanto da costituire un’attenuante che vede pene miti oppure l’assassina in casa di cura invece che in galera. È noto che la corrente di pensiero promotrice del reato specifico di femminicidio sosterrebbe che, invece, in caso di uccisione di una donna non si deve mai parlare di depressione, raptus, squilibrio mentale o altro; il movente è sempre e solo l’odio misogino come tara culturale maschile “di sistema”. Le due teorie sembrano difficilmente conciliabili.
Una ulteriore analisi riguarda le percentuali anomale che compaiono nell’elenco de L’Espresso, fortemente divergenti dallo spaccato sociale. In 24 casi su 91 (il 26,3 %) registrano autori e vittime di nazionalità non italiana (Marocco, Tunisia, Pakistan, Albania, Brasile, Nigeria, Serbia,Ungheria, Stati Uniti, Cina). È un dato singolare visto che le persone di nazionalità non italiana, comunitarie e non, anche volendo comprendere gli irregolari sono ben lontani da costituire più di un quarto della popolazione residente. È noto che la corrente di pensiero promotrice del reato specifico di femminicidio sostiene che non andrebbe “giustificato” l’evento delittuoso col fatto che l’assassino non è italiano (principio fin troppo ovvio e condivisibile), ma sostiene anche che i media non dovrebbero specificare che l’aggressore è straniero. Sorprende tuttavia tale incitamento all’omissione di dati, se poi l’emergenza femminicidio viene utilizzata per sostenere che andrebbero rieducati gli uomini italiani.
Eccellente il lavoro minuzioso fatto da Fabio Nestola.
L’omicidio di Stefania Crotti come andrebbe classificato ?
tanto per confermare il trend “bufalogeno”: questo sarà tra i femminicidi del 2019
http://www.ansa.it/veneto/notizie/2019/03/13/donna-strappata-da-auto-ladro-la-uccide_af5c566d-2be5-453d-ad6b-ad4286a520f9.html
è morta una donna e tanto basta alla narrazione politically correct per gridare al femminicidio.
Anche se si tratta di una rapina finita male, anche se non esistono gelosia, possesso, mancata accettazione della fine di un rapporto, anche se quelli nemmeno la conoscevano
tanto per confermare il trend “bufalogeno”: questo sarà tra i femminicidi del 2019
http://www.ansa.it/veneto/notizie/2019/03/13/donna-strappata-da-auto-ladro-la-uccide_af5c566d-2be5-453d-ad6b-ad4286a520f9.html
è morta una donna e tanto basta alla narrazione politically correct per gridare al femminicidio.
Anche se si tratta di una rapina finita male, anche se non esistono gelosia, possesso, mancata accettazione della fine di un rapporto, anche se quelli nemmeno la conoscevano
Ma secondo voi queste sentenze recenti che fanno demonizzare i e le giudici non sono troppo accavallate, quasi ci fosse dietro una visione di insieme per fare indignare l’opinione pubblica in chiave femminista? Uhmmmm….
E’ così. La sentenza del “troppo brutta per essere stuprata” è di fine 2017, ma esce solo ora in concomitanza con l’8 marzo. Guarda caso.
Grandioso lavoro di ricerca.
Grazie Fabio, questa sarà una pagina di riferimento importantissima.
Ma quanto lavori, Stasi. Un’enorme e dettagliatissima mole di lavoro. I miei più sinceri complimenti, continua così
Grazie. Ma questo l’ha scritto Fabio Nestola però.