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L’educazione che non c’è

1 Febbraio 201910 Marzo 2019
9

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Comments (9)

  1. Infatti. Le convivenze hanno incentivato i divorzi, più che ridurli.

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    1 Febbraio 2019 Marco S_P Reply
    • La convivenza si va parificando al contratto di matrimonio (DDL Cirinnà, parte seconda), e la relazione “seria” senza coabitazione si va parificando alla convivenza (sentenza 9178/2018 della Cassazione) – il sistema si adatta per mantenere il flusso di denaro dagli uomini verso le donne – si prevede che il flusso aumenterà ulteriormente nel corso dei prossimi dieci anni, e credo che le previsioni siano in gran parte azzeccate perché le suddette “riforme” sono molto più veloci della presa di coscienza maschile della situazione.
      Una reazione adeguata, cioè veloce a sufficienza, sarebbe non parlare neppure di contratto di matrimonio e divorzio, come non si parla di piume d’oca e calamai quando si parla di quale è il metodo migliore per scrivere qualcosa su carta, e focalizzarsi invece sul modo di evitare la parificazione di qualsiasi relazione (anche non coabitativa) uomo-donna con il contratto di matrimonio.

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      2 Febbraio 2019 ericlauder Reply
  2. Bellissimo articolo, una mente sensata e illuminata! Credo che quella puntata di presa diretta (trasmissione che solitamente apprezzo tra l’altro), sia stata confezionata in modo davvero squallido, fingendo il confronto. Hanno pensato :”faccio dire due parole ai padri separati, poi però vado dove dico io” e così è stato infatti, perché il messaggio di fondo era ben diverso. Questi artifici creano molti più danni di una palese presa di posizione, perché ingannano i telespettatori che ingenuamente pensano di informarsi.
    Ad esempio che senso ha raccontare del ragazzo strappato alla madre contro la propria volontà (se non si agisce in malafede)? È semplicemente un episodio, un caso specifico, ma nulla c’entra con l’insieme. Perché non mostrare allora anche un caso opposto, in cui si vede effettivamente che un bambino allontanato da un genitore tende a distaccarsene ancora di più?
    Un pò come se volessi fare un’ inchiesta sugli stupri e intervistassi una donna che dicesse: “si, sono stata violentata, però devo dire che mi è piaciuto, non è così male come dicono”. Giustamente la gente insorgerebbe, per non parlare delle femministe. L’informazione seria è cosa rara, tutto è governato dalla politica e in questo caso,anche dalla lotta di genere.
    Complimenti ancora per questo pezzo.

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    1 Febbraio 2019 Andrea Reply
  3. Succede, ancora, di nuovo, perché non vogliamo chiamare le cose il loro nome: si chiama MinCulPop, e non è mai stato chiuso, realmente. Hai voglia a criticare i terrapiattisti… sono i figli legittimi di questa informazione.

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    1 Febbraio 2019 Blu Reply
  4. Cito dallo scritto della carissima Anna Poli : “intervista, con la spocchia della navigata, personalità di stile e di cultura del calibro di Camerini o Vezzetti presumendosi nella posizione di poter andar loro spiegando la vita”. In più sono uomini, cara Anna e quindi è un dovere per questi propagandisti delegittimarli, irriderli, sminuirli in modo che il loro pensiero non rappresenti quel “limite” che invece si vuole abbattere per abbattere identità e ruoli (niente più padri, niente più madri, niente più figli ma solo “individui” interscambiabili destinati a scambiarsi”valore” o pezzi di ricambio organici).

    Grazie per le sue parole.

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    1 Febbraio 2019 uchuunokishi Reply
    • sono d’accordo con questa bella riflessione di uchuunokishi.
      Il prof Vezzetti è una vita che lavora come pediatra in questo settore (si sono scoperti, negli Usa, addirittura dei collegamenti
      tra la alienazione genitoriale e certe forme di neoplasia; questo dimostra che il conflitto genitoriale è un problema di
      salute pubblica, come detto più volte sia dal prof. Vezzetti e dalla dott.ssa Verrocchio della università di Chieti).
      Quegli agit-prop, che hanno ormai perso ogni sembianza di un serio giornalismo, trasformandosi in militanti
      della disinformazione , evidentemente desiderano una società di pezzi di ricambio.
      l’unico augurio che gli posso fare, in tutta sincerità, è che un domani, come genitori, come nonni, come parenti,
      non vengono mai attinti da fenomeni di alienazione o da manipolazione a tutto svantaggio dei figli.
      Potrebbero avere delle amare “sorprese” e ripensare con ribrezzo a quella opera di propaganda
      targata 28 gennaio 2019. E al male che hanno fatto a tante persone.

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      1 Febbraio 2019 Giannetto Reply
  5. bello, bello come sempre.
    E ovviamente quello che ha scritto Anna Poli io lo condivido, ma ha una visione differente.
    Tanto per iniziare, è conforme ad un sistema democratico che un ddl , come avvenne tanti anni fa per leggi
    sull’aborto e sul divorzio, venga discusso nella società e se possibile, contestato.
    Penso che chiunque ricorderà la opposizione alla legge Cirinnà.
    Contestato in modo propositivo e sempre con intento migliorativo; in alternativa, si può dire che non va bene e basta.
    Il trucchetto mediatico di Iacona e della sua pard trinoriucita (sostanzialmente una sessantottina figlia di sessantottini)
    è stato di fare un grosso frullatore, un puzzle furbo in cui temi come alienazione genitoriale, conflittualità familiare, custodia
    dei bambini nella famiglia post-divorzile, tutela da abusi di ogni tipo, ecc., non sono mai stati trattati.
    Inizialmente hanno fatto vedere un sardo, che si chiama Massimiliano, presentandolo in modo patetico,
    direi fantozziano, nella sua modesta casetta in un paese del campidano che usa per alloggiare i figli nel
    corso del condiviso. Un povero: un povero dileggiato da gente che si riempie la bocca di tutela degli oppressi.
    Questo è stato l’unico spazio concesso a noi padri separati/divorziati: una squallida messa in scena tanto
    per dire che “esistiamo”.
    Hanno preso un pezzetto della intervista a Camerini, solo nella parte in cui il medico dice che il testo del ddl
    va riveduto e corretto; nella parte in cui bisogna attuare un programma (rispondendo a specifica domanda della Bosetti)
    per cercare di far stare i figli oppositivi con il genitore-bersaglio (della alienazione genitoriale).
    Poi sono passati alla intervista (gravissima) ad una moglie alienante, oggetto di specifica sentenza di un
    tribunale X, tanto per far passare l’idea della VIOLENZA ISTITUZIONALE che strappa i bimbi alle madri
    con la scusa della pas.
    Il tutto con frasi di Iacona (col cavolo, che ti compro un libro!) del tipo “la cosidetta pas”, “questa pas”
    ma cosa sarà questa pas, con discorsi da Negazionista della alienazione che hanno mandato in un brodo
    di giuggiole le vere alienanti, esistenti in Italia e bene individuate anche dietro “pseudonimi” potteriani
    e altre maschere pirandelliane, ben unite compatte contro i tribunali criminali che pensate un po’, hanno
    invertito il regime di affido in favore dei padri vittime.
    Infine, lo squallore si è toccato con la intervista alla Penati: vittima di un vero errore giudiziario, dato
    che effettivamente il bambino fu indotto a svolgere il colloquio con un padre, evidentemente uno squilibrato
    violento, che lo uccise a coltellate, fino a suicidarsi sul corpo del piccolo Barakat.
    il suggello di tutto il reportage in cui si è detto expressis verbis: “attenti, con la riforma Pillon si rischia
    di mettere i figli obbligatoriamente in mano a dei criminali violenti”. La riforma insomma sarebbe
    criminogena perchè agevola e perpetua gli abusi in famiglia.
    Nessuna parola su altri disegni di legge o sulla condizione di attuazione della legge 2006.
    Una monocorde litania femminista e “pro genere”, poi divagata in temi eccentrici come i gay,
    gli antiabortisti, ecc. che nulla avevano a che fare con il tema.

    Dio, Patria, Famiglia: motto mussoliniano.
    Io, sempre stato di sinistra, poichè mi oppongo a questo stato di cose e a un sistema che privilegia in modo
    prepotente una parte, sarei fascista ?
    Che dire, dopo un programma del genere se fossi un giovane eviterei di sposarmi.
    Ed eviterei anche donne come la Bosetti.

    ciao

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    1 Febbraio 2019 Giannetto Reply
    • “Che dire, dopo un programma del genere se fossi un giovane eviterei di sposarmi.
      Ed eviterei anche donne come la Bosetti.”

      Discreto programma, ma bisogna anche evitare queste due cose:
      Convivere.
      Quando si ha una relazione di lunga durata senza convivere non bisogna aprire conti in banca in comune, neppure una roba tipo “ci versiamo 50-100 euro a testa al mese, come ci viene, e quando arriviamo a una certa sommetta ci andiamo in vacanza insieme”.

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      1 Febbraio 2019 ericlauder Reply
      • sposarsi/andare a convivere da decenni è la stessa cosa.
        Qualche fesso non lo sa, ma presto lo hanno capito anche gli analfabeti.
        Con la legge delle unioni civili, presto avremo le “disunioni civili”
        altri casini da risolvere in tribunale, fino a quando non ci si metterà in testa
        che l’unica strada sono gli Accordi Prematrimoniali, che mettono al riparo
        da rapaci, miste a volpi che si sposano con la riserva mentale di “fare l’Affare della Vita”.

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        4 Febbraio 2019 Giannetto Reply

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