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LGBT e femministe hanno un nemico comune: la maternità

6 Agosto 20196 Agosto 2019
25

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Comments (25)

  1. Segnalo a Davide e a tutti, sull’argomento, un articolo che mi sembra interessante e pertinente di Daniela Bandelli, ricercatrice.
    https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/utero-in-affitto-e-centralita-madre?fbclid=IwAR1dw52Q6lxqNUQ6Dq1My7LHeLlsAAyvRkZ2uKdI6wmJ7y-JgcdYH3umSsk
    Ciao Giuseppe

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    7 Agosto 2019 Giuseppe Reply
    • Articolo filo-femminista.

      In Francia c’è una proposta di legge per dare l’inseminazione artificiale gratuita a donne single e coppie lesbiche.

      Vediamo cosa ne dirà questa femminista di Avvenire.

      Scommettiamo che non dirà niente?

      Se in futuro passassero ovunque leggi come la proposta in Francia, e al contempo mettono ancora più fuori legge la GPA: siamo fottuti. Senza vaselina.

      Disarmarsi per intenerire un nemico che si arma fino ai denti è un’idiozia.

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      7 Agosto 2019 ericlauder Reply
      • Eric, nella serie iniziale di Capitan Harlock c’era praticamente già tutto questo. Le mazzoniane (se non altro molto più belle di tante femministe reali), non solo uccidevano gli uomini ma si riproducevano tramite le piante essendo di origine vegetale malgrado l’aspetto umano.

        L’ho sempre trovato molto inquietante anche per il fascino perverso di quelle graziose e mortali creature aliene. Ma più passa il tempo e più mi accorgo che quella storia immaginata da nerd giapponesi negli anni ’70 diventa sempre più realistica.

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        13 Agosto 2019 Stef Menc Reply
        • Mazoniane, con una “m” sola.
          Scaricai la serie completa di Capitan Harlock e la feci vedere a mio figlio quando mi chiese per la prima volta cos’è era il femminismo, come introduzione.

          Però fu frustrante per me: la guardò tutta in pochi giorni, io all’epoca potevo vedere solo un episodio lungo mezz’ora ogni giorno, mentre lui ne guardava 4 o 5 di fila invece che guardare un film di pari durata. E oltretutto all’ora che voleva lui, senza aspettare l’orario stabilito da Rai 2. Il bambino che è rimasto in me era molto invidioso.

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          14 Agosto 2019 ericlauder Reply
  2. Non sono problemi degli uomini, e se li fossero le femministe che massacrano il bambolotto andrebbero fermate con la forza: si tratta di incitazione alla violenza sui bambini, è un crimine e qualsiasi cittadino che vi assista può provare a fermarlo, non è diverso dall’andare dietro a uno che ha scippato una borsetta.
    Resta però il fatto che la maternità come tema generale non sono affari nostri: solo la maternità di una donna incinta di noi o di una parente prossima ci riguarda.

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    6 Agosto 2019 ericlauder Reply
    • Immagino il concetto dell’articolo fosse principalmente quello di mostrare un’ulteriore parte della vera faccia di questi movimenti distruttivi del tessuto della società

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      6 Agosto 2019 Anonimo Reply
      • Certo.
        Ma non dobbiamo cadere nella trappola “gli uomini debbono salvare le donne e tutta la società”.
        Le trappole sono due, quella sopra e quella “femminismo = marxismo/comunismo”.
        Il movimento MRA esiste dalla fine del XIX secolo, almeno 130 anni, ed è sempre stato marginale e fallimentare perché continua a girare in tondo dentro i due suddetti recinti mentali.
        Ad esempio il femminismo ha molti punti in comune anche col nazismo, inoltre è focalizzato sui soldi (interessato alle donne nei consigli d’amministrazione capitalistici, alle donne nella top 100 dei più ricchi di Forbes, interessato a incentivi riservati all’imprenditoria femminile: ne stanno erogando per 2 MILIARDI in Canada).

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        6 Agosto 2019 ericlauder Reply
        • c’è sempre una fetta di femminismo anti-capitalista, più legato al marxismo che non è affatto interessato alle donne nei Cda o a Forbes. Anzi contesta quello che chiama “femminismo neoliberale” cioè quello che appunto esalta le donne nei Cda, le donne capitaliste eccetera.

          Carla Lonzi (una femminista della differenza che diceva cose non sempre condivisibili per me ma è un altro discorso) e Jessa Crispin due femministe molto diverse vissute in epoche e paesi diversi ma entrambe contestano dal loro punto di vista radicalmente quello che oggi si potrebbe definire il “femminismo di Forbes”. Anche nel femminismo ci sono esponenti a cui piace il capitalismo ed esponenti che lo contestano

          L’errore (uno dei tanti) degli anti-femministi è che non conoscono il loro nemico, la maggioranza di loro non lo ha studiato, ha solo letto (e non sempre capito) qualcosa qua e là, pensano che il femminismo sia un monolite fatto di gente che la pensa allo stesso modo su tutto ma il femminismo è attraversato da diverse correnti che la pensano in maniera molto diversa su molte cose. Potete anche pensare che tutte queste correnti siano accomunate dall’essere nemiche degli uomini ma prima bisogna conoscerle

          Alle autrici di questo libro non gliene potrebbe fregare di meno di comparire su Forbes

          [Link rimosso: non pubblicizziamo spazzatura su questo blog, grazie]

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          6 Agosto 2019 Paolo Reply
          • Conosco Carla Lonzi, è nella mia raccolta “donne che odiano le donne”:

            “Tutto ruota intorno al mio cazzo” – sunto del pensiero filosofico di Carla Lonzi.

            Lo so che suona male, è che ho sostituito clitoride con cazzo, così funziona “donne che odiano le donne”: si prendono le cose dette da femministe, si scambia “uomini” con “donne” e viceversa, e si vede l’effetto che fa 🙂

            Parecchie suonano naziste, e TUTTE suonano MOLTO più maschiliste di Borghezio quando parla delle nere del Katanga…: 🙂

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            6 Agosto 2019 ericlauder Reply
            • leggi jessa crispin, a quella di stare nella classifica di Forbes non gliene può fregare di meno come non gliene fregava nulla alla Lonzi (anche se il loro pensiero si può criticare per altre ragioni)

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              6 Agosto 2019 Paolo Reply
              • In tutti i paesi anti-capitalisti le femministe sono sempre state messe fuorilegge: URSS, Cina, Germania orientale.
                Il femminismo è l’opposto di una società comunista, perché divide la società in uomini e donne fomentando risentimento tra i due gruppi, è molto più simile al Ku Klux Klan che al comunismo.
                Non possono esistere femministe anti-capitaliste, è una contraddizione in termini: il femminismo campa sul surplus prodotto dagli uomini e ne chiede sempre di più. Il femminismo senza capitalismo è come un albero senza acqua: muore di sete, perché ha bisogno del surplus prodotto dagli uomini.

                Cosa avrebbero fatto le tue care parassite anti-DDL 735 in URSS dove non esisteva il mantenimento?
                Lo zio di un imprenditore albanese che conosco faceva l’operaio e si sposò 6 volte, con tre o quattro fece dei figli: lo poté fare perché non esisteva il mantenimento dell’ex coniuge, sarebbe impensabile nel sistema che vogliono mantenere le parassite che difendi tanto.
                Quanti operai italiani si sono sposati 6 volte, in tutta la storia italiana dall’unità ad oggi? Risposta: zero, è impensabile perché sarebbe troppo costoso per qualsiasi operaio. Qualcuno può essere arrivato a 3, ma è già molto difficile.

                Ho letto abbastanza femministe: più o meno l’intera bibliografia di Sheila Jeffreys e di Eva Lundgren, poi parecchio di Germaine Greer, Monique Wittig, Andrea Dworkin, Joanna Russ, Mary Daly. E altre ancora.

                Se dovessi scegliere tra Islam e utopia femminista sceglierei il primo senza pensarci due volte.
                L’unica femminista buona è la femminista morta: non per odio da parte mia, ma perché se loro avessero potere la prima cosa che farebbero sarebbe investire nella ricerca di tecnologie per riprodursi senza uomini, allo scopo poi di farci tutti fuori. Quindi “mors tua, vita mea”.
                Vale per tutte quelle che ho citato, dalla prima all’ultima, nessuna esclusa.

                Un uomo pro-femminismo è come un ebreo pro-nazismo.

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                6 Agosto 2019 ericlauder Reply
              • http://www.jessacrispin.com/

                Basta vederla per capire che non gliene frega nulla di stare nella classifica di Forbes, vero?

                Ho letto il suo libercolo “Why I Am Not a Feminist: A Feminist Manifesto” : dopo una lunga supercazzola nella quale capisce che le femministe hanno fatto tutto ‘sto casino per entrare LORO nella stanza dei bottoni a scapito anche delle loro simili non borghesi, non arriva a capire che l’unica soluzione è sciogliere il femminismo e dichiarare il suo fallimento. il femminismo non può esistere come ideologia autonoma : o si parla di diritti e DOVERI delle persone oppure nel momento in cui parli di diritti delle sole donne crei quella divisività (tra classi e tra i sessi) che è funzionala al capitalismo. Il suo libercolo quindi lo possiamo gettare nella pattumiera della SStoria e di lei ci possiamo tranquillamente dimenticare, è un’altra venditirice di zufoli.

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                21 Agosto 2019 uchuunokishi Reply
          • Paolo è uno spasso quando sale in cattedra a dare lezioni e pareri “pro veritate” di femminismo.
            Essendo uno che s’è trangugiato solo testi femministi, scritti da femministe in puro linguaggio femminista…suona come un nazista che ti spiega cos’è l’autentico nazismo col Mein Kampf in mano.
            Una via di mezzo tra il ridicolo ed il patetico.

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            8 Agosto 2019 plarchitetto Reply
        • “femminismo = marxismo/comunismo”

          Eric, con rispetto, ma dov’è che il liberismo dice che le donne vanno insufflate nei consigli di amministrazione?

          La legge del Capitale è darwiniana (jungle): non esiste proprio il concetto di “quota di minoranza” e neanche una interpretazione “risarcitoria” della storia.

          Se poi vogliamo dire che il femminismo usa il capitalismo per crescere in volume e velocità sono con te: il capitalismo questo lo sa fare bene, ma per il resto è neutro (ed è questa neutralità che purtroppo lo rende scalabile, pure dai cinesi).

          Allora diciamo che alle fondamenta del femminismo (in quanto ideologia delle donne) non c’è niente ma c’è soltanto l’opportunismo: liberista quando conviene, marxista quando conviene, persino in salsa cristiana o islamica ma sempre quando conviene.

          Ok… poi agli albori c’erano anche Belfort Bax (socialista e antifemminista) e Stuart Mill (liberalista e femminista).

          Però mi rimane il dubbio che oggi il femminismo voglia apparire più critico al capitale perché il capitale giustamente discrimina, quindi oggi al femminismo conviene essere questo.

          In futuro magari sarà cyber, muterà di nuovo per sopravvivere: è una ideologia maligna, muta come il cancro, su questo siamo tutti d’accordo.

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          6 Agosto 2019 Blu Reply
          • “dov’è che il liberismo dice che le donne vanno insufflate nei consigli di amministrazione?”

            In tutto l’occidente liberal-capitalista, a partire dagli USA, da UK, Australia e Canada.
            Prenditi questa chicca: “le donne pigre e pretenziose hanno appena ucciso un altro minatore”
            https://theindependentmanitaly.wordpress.com/2019/08/04/lazy-entitled-women-just-killed-another-male-miner/

            Come il comunismo va giudicato per le sue ricadute pratiche, allo stesso modo il liberismo/capitalismo va giudicato nelle ricadute pratiche e non sulla teoria: l’applicazione pratica è che quando si tratta di donne non esiste la meritocrazia e si va SOLO in base a “discriminazione positiva” e quote.

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            6 Agosto 2019 ericlauder Reply
            • Uhm… non sono molto d’accordo…

              Nei regimi comunisti non c’è proprio spazio per il dissenso, il che è un bene se parliamo di ideologie maligne come il femminismo, meno bene se parliamo di altro.

              Il mercato pone condizioni a contorno molto semplici: io ho una cosa che tu non hai e viceversa, questa è la scarsità delle risorse; tanto possiamo commerciare se tra di noi c’è pace, perché se la pace non c’è quello che mi serve me lo prendo con la forza, e viceversa; infine c’è un insieme di regole che condividiamo, questo è lo spazio “neutro” del mercato.

              Tutto il resto al mercato non interessa, infatti come sistema è in grado di fare affari anche coi peggiori dittatori e problemi morali non se ne fa (anzi di solito è infastidito da “questioncelle” per lui di poco conto).

              Il mercato per esempio è anti-maschile nella pratica, non perché teorizza direttamente lo sfruttamento dei maschi ma perché i maschi sono più produttivi delle femmine; la conseguenza è che poiché il suo scopo esistenziale è la produttività sopra ogni cosa, poi tenderà a sostituire gli uomini con i robot perché questi sono più produttivi ancora.

              Per questo motivo in un altro commento trattavo il mercato come fosse una macchina (un mezzo tecnico non-umano) ed è questo che del mercato critico, o mi preoccupa per le conseguenze sulla vita delle persone.

              Ma il liberismo/capitalismo (il libero mercato vero e proprio) non crea ideologie come il femminismo (non le teorizza) piuttosto direi che non le ostacola, così nella pratica vedi cose che nella teoria non sono contemplate.

              Ecco un corso di laurea in “social justice warrior” molto costoso:

              https://www.zerohedge.com/news/2019-08-06/you-can-major-social-justice-nearly-70000year-california-college

              Non possiamo certo dire che il fondamento ideologico di questo corso di laurea sia il liberismo (che lavoro è? cosa produce se non fuffa?). Anche qui in Occidente (liberale, liberista, capitalista, etc.) esiste il seme delle ideologie di sinistra estrema, non stupisce.

              Possiamo certamente dire che il liberismo non ostacola questi mentecatti, anzi gli permette di esprimersi liberamente, gli crea le condizioni a contorno per esistere, e se qualcuno è disposto a pagare per seguire il corso e se qualcuno è disposto a stipendiare un SJW alla fine va anche bene (non gli importa).

              Il mercato penserebbe ingenuamente che un SJW morirà di fame e si estinguerà per selezione naturale perché non serve a niente, non produce niente. Invece sopravviverà negli entourage dei politici o dei media mainstream o peggio grazie agli incentivi statali nelle scuole e nelle istituzioni.

              Lo vedo più come un difetto nella matrice… ok… quindi anche a causa del liberismo, che però non può essere davvero l’origine del Male: per il liberismo il benessere sociale è una specie di proprietà “emergente” dal sistema, che non dirige ma di cui delinea solo i confini e le regole.

              Il discorso, se non fosse così divisivo, sarebbe interessante da affrontare. Magari più in là.

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              7 Agosto 2019 Blu Reply
        • || Ma non dobbiamo cadere nella trappola “gli uomini debbono salvare le donne e tutta la società”

          Questo è fondamentale anche per me.

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          6 Agosto 2019 Blu Reply
  3. c’è tutta la fetta del femminismo della differenza (Luisa Muraro, Marina Terragni) che è in aspra polemica con il movimento queer ed lgbt e pur essendo favorevole all’autodeterminazione del corpo della donna (come è giusto) non approverebbe messe in scena come quella in Argentina.
    Per Muraro e Terragni l’interruzione di gravidanza volontaria deve essere legale ma non è certo una festa

    ma francamente non credo che il femminismo della differenza che valorizza grandemente il materno (nella sua accezione più ampia) e il legame madre-figlio sia molto funzionale alla causa dei padri separati

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    6 Agosto 2019 Paolo Reply
    • Premetto dicendo che le scenate fatte in tali occasioni sono tra le azioni più aberranti e prive di qualsivoglia morale e rispetto verso chiunque non la pensi come loro.

      Ciò non toglie che il femminismo prevalente ai giorni nostrii ha tra i concetti di base la strumentalizzazione della biologia femminile. A queste persone cose come la maternità o anche solo la gestazione interessano puramente in base a quanto possono guadagnarci da esse, quasi sempre tramite privazione dei beni altrui. Non hanno alcun rispetto per le persone in quanto tali.

      E per quanto concerne l’autodeterminazione femminile, dipende su quali ambiti:
      Facendo un esempio, se due persone possiedono una casa a metà, costituisce azione illegale se una delle due la vendesse o ne facesse drastiche alterazioni senza il consenso dell’altra. La stessa cosa dovrebbe valere nel caso di un bambino, bene infinitamente più prezioso concepito sempre da parte di un uomo e una donna

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      6 Agosto 2019 Anonimo Reply
    • Il femminismo della differenza è il più misandrico e anti-padre, è il più suprematista, è il nemico numero 1, è quello che se potesse sterminerebbe tutti gli uomini per creare una società di sole donne.

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      6 Agosto 2019 ericlauder Reply
      • A me ricordano quelle distinzioni che si facevano quand’ero ragazzo tra “speed metal” e “thrash metal”… 😀

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        6 Agosto 2019 Davide Stasi Reply
        • Più semplicemente, la rivalità tra le due correnti è del tutto fittizia e strumentale: giocano solo al poliziotto buono e poliziotto cattivo, a seconda dell’argomento una delle due appare leggermente meno integralista e può essere usata come alibi (“ma no, mica il femminismo è così, infatti vedi questa corrente che la pensa in modo diverso”). È tutto teatro, il femminismo è sempre e solo quello peggiore. Non esiste un femminismo buono.

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          6 Agosto 2019 DanieleV Reply
        • Però se ci metti anche il symphonic metal la differenza la senti e come…

          Il femminismo “sex-positive” si può sfruttare in alcune occasioni, l’importante è non credere mai alla loro buona fede.
          Il femminismo misandrico alla Dworkin è teoricamente più pericoloso, ma si riconosce subito e puoi evitarle facilmente.
          Il femminismo della differenza è una versione più subdola del femminismo alla Dworkin, è più pericoloso perché più difficile da riconoscere, inoltre a tratti riesce a intortare i tradizionalisti.

          Ti consiglio vivamente di leggere questo libro:
          “Anatomy of Female Power: A Masculinist Dissection of Matriarchy”, Chinweizu, editore Pero, 1990. ISBN 978-9782651051″

          Se non lo trovi fammi un fischio, ce l’ho da qualche parte su un hard disk esterno.
          Tanto Chinweizu non si offende, è un tipo sportivo: la copia “pirata” l’ha messa in giro proprio lui (infatti è autografata e poi scannerizzata) perché non hanno fatto ulteriori riedizioni del libro malgrado il prezzo delle rare copie di seconda mano sia oltre i 100 dollari perché c’è molta richiesta.

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          6 Agosto 2019 ericlauder Reply
    • Sì, come no.
      La Terragni fa apologia della Solanas.
      L’ultima fatica letteraria della Terragni ha questo scopo dichiarato: rendere giustizia alla Solanas.
      Le tue sono solo miserevoli scappatoie, non sai niente del femminismo (e di molte altre cose).

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      6 Agosto 2019 Blu Reply
  4. “E così in Australia si tengono lezioni ai bambini su come respingere le coccole e i baci dei nonni.”
    Nel video del link, tra l’altro, interviene una nota femminista italiana.
    Esportiamo pure il peggio.

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    6 Agosto 2019 bob Reply

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