Della vicenda della piccola sottratta proditoriamente dalla madre e portata a forza in provincia di Oristano, sebbene affidata al padre residente a Viterbo, ho parlato poco tempo fa, prendendomela (ovviamente) con i media e il loro modo infame di trattare la notizia. Per modo infame intendo: giudici cattivi che togliete la figlia alla madre, Carabinieri cattivi che gliela strappate dalle braccia, padre cattivo che la vuole tutta per sé. Ma naturalmente anche: madre buona, linda e incolpevole, trattata così inquantodonna e dunque oggetto di supporto da parte di “tutta Oristano”, oltre che dei media servi.
Ebbene, fa piacere per una volta dare una buona notizia: libertà per la bimba dalle grinfie di una donna astuta e cattiva, che ha provato a usare false accuse per privare l’ex marito dell’affido, e su questo clamorosamente spernacchiata dal giudice (un encomio grande per costei, Dr.ssa Fiorella Scarpato, non dimentichiamo il suo nome!). Giustizia è fatta, PER UNA VOLTA, in modo chiaro e oggettivo, senza pregiudizi o strabismi di genere: non si sradica una bambina, se non è veramente indispensabile, dal proprio contesto di nascita e crescita. Non per un capriccio da femmina instabile che si crede privilegiata proprio perché donna. Soprattutto non è vero che gli uomini non hanno potenzialità accudenti. E questa è giustizia. Legalità, infine: la legge c’è, va rispettata, e si viene sanzionati se non la si rispetta, ad esempio sottraendo un minore. Così come non si viene sanzionati per una falsa accusa.
Una bella pagina per la giustizia familiare e la società italiana. Speriamo la prima di molte molte altre. Certo la battaglia non è finita: ci si stanno mettendo di mezzo consigliere comunali e garantesse per l’infanzia, propaggini istituzionali di cieco femminismo, ma sarà dura contrastare una sentenza. Incrociamo le dita. E dopo la soddisfazione, se volete c’è anche il divertimento: già la Nuova Sardegna non titola “figlia RESTITUITA al padre”, ma “figlia TOLTA alla madre”. Ma il bello sarà su La Stampa con l’aggiornamento sulla vicenda, se lo pubblicheranno, probabilmente a firma Nicola Pinna (che, a quanto pare, ce l’ha di vizietto di dar voce e difendere donne indifendibili…). Sarà uno spettacolo vedere che foto usano, dopo la bimba con le scarpette rosse, e leggere il giornalista mentre si arrampica ovunque, con qualunque mezzo, pur di far passare per ingiustizia ciò che ingiustizia assolutamente non è. Esercizi di stile: attendiamo con ansia!
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