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Maltrattante denunciato,ubriacone e per giunta ex pugile. Morto

22 Maggio 201922 Maggio 2019
12

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Comments (12)

  1. Complimenti per la professionalità. Non sapevo che i pugili che non diventano campioni finiscano a lavorare in clan. Ne cercherò uno una volta che scoprirò cosa sia un clan. Non sapevo nemmeno di essere violento e suonato. Avvertiró i miei famigliari del pericolo che corrono frequentandomi. Un applauso a Giuseppe Augello per il suo giornalismo.

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    25 Maggio 2019 Alex Dodson Reply
    • Mi pare una risposta un po’ ipersensibile. È chiaro che si tratti di una generalizzazione. Spesso accade che pugili diventino buttafuori o picchiatori di clan (vedi Casamonica). Ovvio non significa che accada a TUTTI.

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      25 Maggio 2019 Davide Stasi Reply
  2. si dice “non voglio giustificare la violenza di un padre e marito” ma intanto lo si compatisce e sì lo si giustifica anche solo suggerendo che la moglie si è messa con lui perchè era virile e aggressivo e poi si è disamorata quando è decaduto diventando un ubriacone fallito e giocatore d’azzardo (ma anche fosse, è una colpa disamorarsi?). Questo articolo dimostra solo che le donne devono morire ammazzate di botte per essere credute, (e anche in quel caso su questo blog e su altri ci sarà chi commenterà:”ma chissà cosa ha fatto lei per farlo esasperare!”) se una volta su dieci riescono a salvarsi..eeh no! Non va bene!

    e nessuno suggerisce che tutti gli uomini sono violenti, ma quell’uomo specifico probabilmente lo era

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    22 Maggio 2019 ned Reply
    • Dunque, dato che lo era, meritava di morire. Giusto?

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      22 Maggio 2019 Davide Stasi Reply
      • No, doveva stare in una struttura adeguata, era già stato sottoposto a TSO,, aveva già una denuncia (il fatto che fosse stata ritirata come purtroppo spesso avviene in situazioni di violenza familiare non prova che fosse falsa) quindi non era esattamente una personalità equlibrata e tranquilla. quando i servizi sociali, le istituzioni lasciano i familiari soli ad affrontare una persona gravemente disturbata, alcolizzata e in questo caso probabilmente vilenta qualcuno muore, e io non me la sento di prendermela con chi probabilmente ha difeso se stessa e la famiglia da una persona ingestibile

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        22 Maggio 2019 ned Reply
        • Quali fossero le istituzioni che quel pover’uomo aveva attorno lo dico nell’articolo che esce alle 15.30. Che spiega molto, se non tutto. Stay tuned.

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          22 Maggio 2019 Davide Stasi Reply
        • veramente a te Ned sfugge un particolare, e cioè che per il fatto del 2014 l’ucciso venne arrestato, condannato e scontò la pena.
          Già questo spazza via la leggenda sulla “assenza delle istituzioni” nel caso concreto.
          successivamente non ci fu nessuna denuncia, quindi quali strutture, quale asl, quale CIM , quale assistenza sociale
          avrebbe dovuto prendere in carico un uomo del quale in una città di 41.000 abitanti NESSUNO SAPEVA NULLA ?
          I vicini, furono sordi muti e ciechi come le 3 scimmiette e la ragazza era sempre muta al suo posto di lavoro.
          era triste. Un bel segnale di maltrattamenti ?

          punto secondo , citando i dati CENSIS (che questo sito non accetta ma ora mi serve a titolo di esempio)
          “nei primi otto mesi del 2018, alle 2.977 violenze sessuali denunciate si aggiungono 10.204 denunce per maltrattamenti in famiglia, 8.718 denunce per percosse”.
          quindi, per riprendere la replica che ti ha fatto Stasi, in Italia 18.900 uomini (circa) in quanto violenti secondo una denuncia
          meritano di essere uccisi, presi a pugni o a coltellate, tanto sono “maltrattanti” e “le istituzioni non fa nulla”
          e poi “le denunce vengono archiviate”. Pertanto 18.900 individui dovrebbero ovvero rischiano di essere soppressi.

          è questo un ragionamento degno di un paese culla del diritto penale da Beccaria in poi ?
          perchè le tue amichette femministe aprono champagne e dicono che è giusto “usare la forza da sole”.

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          22 Maggio 2019 anonimo Reply
  3. speriamo che non si tratti di qualcosa di organizzato.

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    22 Maggio 2019 Anonimo Reply
  4. la ragazza è già libera da ieri alle 11 (21 maggio) e sono state fatte trascorrere le 48 ore a disposizione del pm per
    chiedere la udienza di convalida al gip. E’ il pm ad averla rimessa in libertà (cosa che comunque può fare a norma di legge –
    curiosità, a fronte di una mancata richiesta di convalida del fermo, perchè Deborah è stata fermata, il gip
    può comunque deliberare sulla legittimità del fermo, anche se non si sa cosa abbiano deciso).
    quindi è andata direttamente agli arresti domiciliari senza passare per il carcere. vi è da dire che quando
    emerge che il fatto è commesso in presenza di una causa di giustificazione come la legittima difesa,
    nessuna misura cautelare è possibile e l’indagato va rimesso in libertà.
    comunicato del procuratore della repubblica di Tivoli: la rimetto in libertà valutando l’eccesso colposo
    in legittima difesa (significa che colposamente ha ecceduto dai limiti della scriminante, poteva dargli
    una spinta o un calcio, invece gli sferrato un pugno terrificante o una coltellata alla tempia). attendo
    gli esiti della autopsia ed entro poche settimane valuterò se ipotizzare l’eccesso colposo oppure
    chiedere direttamente l’archiviazione per art. 52 c.p. pieno.

    in questa vera sciagura, a margine di tutto le femministe esultano e rivendicano il diritto di farsi giustizia
    da sè, con uso di cieca violenza, perchè un pugno sferrato da una ragazza di 20 anni che fa boxe
    (se questa è la causa vera della morte) contro un 40enne ubriaco, è un mezzo micidiale.
    Di denunce, neanche l’ombra, anzi leggendo bene la cronaca di oggi si scopre che la madre non
    fece nessuna denuncia (“aveva paura che il tribunale dei minori le levasse la figlia”…maggiorenne ??)
    e la ragazza si era chiusa nel suo mutismo di barista.
    tutto ciò al netto dell’arresto del 2014 per resistenza che però era evidentemente di 5 anni fa.

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    22 Maggio 2019 anonimo Reply
  5. sono tante le cose che in questo caso non vanno, in primo luogo entrambe le versioni dell’omicidio non convincono:
    1) coltellata sulla nuca, ma come sto litigando con te e magari ti sto menando e poi all’improvviso mi giro e mi dai una coltellata sulla nuca? dici che hai difeso tua madre e tua nonna e che fai, gli dai una coltellata sulla nuca o gli dai una coltellata sulla schiena, in pancia, ma non uslla nuca
    2) gli do un pugno sulla tempia, ma come, prima vado via e poi torno per ridargli un pugno sulla tempia?. si, ci sono madre e nonna da difendere, ma allora come faccio, lo faccio girare e gli do un pugno sulla tempia?

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    22 Maggio 2019 giuseppe Reply
    • …e non solo: per capire la causa della morte occorrono autopsia e relazione di consulenza. Di solito il perito settore si
      prende un mesetto, ma non è detto…può anche fare una relazione preliminare sommaria e inviarla al pm diciamo nel
      giro di pochi giorni. Di perizia autoptica comunque non si parla da nessuna parte e quindi non è stata depositata.
      potrebbe essere morto : -per le conseguenze del pugno che, già barcollante a causa dell’alcol, lo ha fatto cadere a terra
      (un pugno alla tempia è micidiale se sferrato da una boxeur giovane) e sbattere la nuca; potrebbe essere morto per
      un infarto, cosa non impossibile in un soggetto con problemi di cuore, alcolista ecc. potrebbe essere stato ucciso
      dalla coltellata alla nuca anche se la ragazza ha negato di avere usato il coltello.
      in ogni caso per parlarsi di legittima difesa, reale o putativa, la aggressione deve essere attuale, non futura/ipotetica, in corso, l’attacco alla persona deve essere grave e così pure il pericolo per l’incolumità di chi viene aggredito e la difesa deve essere proporzionata (se mi danno una semplice spinta non posso massacrare di botte l’aggressore). Se il pericolo è sventato e cessato
      e se è vero che l’uomo era stato cacciato via, mi porrei qualche minimo dubbio anche considerato il fatto
      che le dichiarazioni sono unilaterali: la ragazza , la madre, la zia .
      testi imparziali non ve ne sono .

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      22 Maggio 2019 anonimo Reply
  6. “l’unica via d’uscita è il consenso almeno morale a farsi giustizia da sé in modo definitivo, specie se si è di sesso femminile.”

    SOLO se si è di sesso femminile.

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    22 Maggio 2019 Foxtrot Reply

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