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Quelle morti che ci richiamano a essere Uomini

22 Febbraio 201928 Febbraio 2019
18

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Comments (18)

  1. Mi chiedo e chiedo a Davide e frequentatori di questo blog un chiarimento a proposito del numero di suicidi di padri separati.
    Circola spesso la voce che sarebbero circa 200 l’anno. Ma non ho capito da quali fonti o da quale incrocio di fonti più o meno trasversali questa cifra emergerebbe.
    Ogni volta che si citano dei dati sarebbe sempre bene citare anche le fonti.
    Qualcuno può aiutarmi a chiarire la cosa?

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    22 Febbraio 2019 michele299 Reply
    • Ciao Michele. NON ESISTE alcuna fonte accertata che porti quella cifra. Fu menzionata da un ex parlamentare poi sparito dalla circolazione (fortunatamente), che a sua volta citava un fantomatico studio dell’Unione Europea. Posso assicurarti di aver cercato fonte certa molto a fondo e non esiste assolutamente niente di simile.
      Mai mai mai e poi mai usare quell’argomento, è un suicidio nei dibattiti. Ti chiedono subito la fonte e sei fregato!

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      22 Febbraio 2019 Davide Stasi Reply
      • Lo sospettavo.

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        22 Febbraio 2019 michele299 Reply
  2. dico una cosa che mi è piaciuta dell’ articolo: la foto di Eastwood da Per un pugno di dollari. Di recente ho visto The mule e credo che Clint Eastwood (sopratutto nei film in cui dirige se stesso come Million Dollar Baby, Gran Torino o I Ponti di Madison County e ovviamente l’ultimo), molto più di John Wayne, è l’icona maschile che può metterci d’accordo quasi tutti/e: politicamente scorretto quanto basta, senza mai essere intollerante, un “duro” che non ha vergogna di esprimere il suo lato tenero, dolce, anche sentimentale, una solidità interiore che non rifugge la propria sensibilità e la propria fragilità ma la sa gestire.

    (e prima che qualcuno dica, “allo zerbino femministo piace uno che ha votaro Trump!”, so benissimo cosa ha votato e non me ne frega niente, l’uomo che ha incarnato nei suoi film non è affatto trumpiao e di quello parlo)

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    22 Febbraio 2019 ned Reply
    • Condivido totalmente quello che dici su Eastwood e i personaggi che ha incarnato e incarna. Non a caso ho messo la sua foto.

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      22 Febbraio 2019 Davide Stasi Reply
  3. affermare che la durezza è di per sè maschile e l’empatia è di per sè femminile è una affermazione falsa, affermare che la forza (interiore) e la fragilità appartengano tipicamente, “naturalmente” a un genere piuttosto che a un altro è falso, fare l’equazione maschile = duro, femminile = debole è falso, affermare che una relazione condotta “al femminile” è sbagliata lasciando intendere che condotta al maschile sarebbe giusta è sessista ammesso e non concesso che esista un modo femminile e uno maschile di condurre una relazione; ma di questo abbiamo già discusso, io penso che certe qualità non hanno genere, tu pensi che tendenzialmente lo abbiano, conosco il tuo punto di vista tu conosci il mio non siamo d’accordo e va bene.

    Quel che mi chiedo è: nella tua società ideale un uomo che non è duro, non ama la competizione è gentile, è empatico (ed essere gentili non significa essere deboli nè inclini al suicidio) non per compiacere le donne o la società “femminilizzata” ma semplicemente perchè è fatto così, cioè la sua “natura profonda” è questa e non corrisponde a ciò che secondo te dovrebbe essere, ecco questo uomo qui che posto ha nella tua società ideale? Ha diritto di esistere? Può essere considerato un uomo o no?

    (quanto alle parole di Peterson, tendo a dubitare degli uomini che dicono di sapere cosa vogliono le donne dagli uomini come dubito delle donne che dicono di sapere cosa vogliono gli uomini dalle donne)

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    22 Febbraio 2019 ned Reply
    • Ridurre Jordan Peterson alla mera categoria “uomo” è quasi una bestemmia a cui solo tu potevi arrivare, ma vabbè, capisco che serva essere attrezzati per arrivare a determinate profondità.
      Quanto alla tua domanda, trovo sia piuttosto semplice rispondere: tutti, nessuno escluso, hanno diritto a esistere. Nel mio mondo ideale chi esercita quel diritto ha il dovere contrapposto di assumersi le responsabilità connesse al proprio modo di essere e alle proprie scelte, essendo pienamente consapevole di ciò che esse possono comportare. Se lo fa, non scarica il proprio risentimento, le proprie insoddisfazioni, le proprie incompletezze sugli altri o sul mondo circostante, così contribuendo a peggiorarlo, ma agisce su se stesso (o se preferisce non agisce del tutto e sopporta passivamente senza inquinare il tessuto sociale), cercando di avvicinarsi il più possibile alla posizione, ai doveri e alle responsabilità che gli sono più propri in quanto uomo (o in quanto donna, vale per tutti indistintamente).

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      22 Febbraio 2019 Davide Stasi Reply
    • || ecco questo uomo qui che posto ha nella tua società ideale?

      Il posto che occupi tu. A nessuno piace competere, perché competere porta stress. A tutti piace la vita comoda senza responsabilità. Ma se non ti misuri con il prossimo e non cerchi di superarlo, non migliori, non maturi, rimani attaccato alla gonnella di mammà fino a 35 anni (i tuoi) e oltre. Puoi scegliere di farlo, liberamente, puoi credere di essere “fatto” così, evidentemente per genetica, giusto?, per Natura, ma purtroppo mammà non è eterna e poi finisci a lamentarti di tutto piuttosto che mettere in discussione te e le tue scelte di vita. Così pretendi aiutini di Stato, discriminazioni “positive”, qualunque scusa capace di deresponsabilizzarti. E alle donne non piaci perché a loro piace l’uomo che non sei capace di essere. Ma tu questo non lo sai perché non hai mai avuto relazioni con le donne in carne e ossa. Un minimo di esperienza ti avrebbe suggerito questo, ma tu preferisci il maschio frufrù alla maniera del femminismo. Fidati di loro e continua così. Quanto all’empatia, ti sopravvaluti parecchio, non hai mostrato nessuna empatia per i temi trattati in questo blog, neanche per William Pezzullo. Sei un fasullo.

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      22 Febbraio 2019 Blu Reply
      • Cerchiamo di argomentare in termini generici e senza personalizzare, per favore.

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        22 Febbraio 2019 Davide Stasi Reply
        • Hai ragione, sarebbe buona norma argomentare in termini generici.

          Però, in tutta onestà e coscienza, non riesco a credere non stesse parlando di nuovo di se stesso, che anche questa volta non intendesse proseguire con il suo solito vizietto, perché così fa lui, con la dicotomia “io e voi”: io buono, voi fascisti; io per l’amore romantico, voi giustificate il “femminicidio” (quando cerchiamo una spiegazione più generale al fenomeno, svelando un sistema oppressivo); e via discorrendo.

          Allora facciamo un patto che vale per tutti i commentatori, Ned in primis: onestà intellettuale.

          Se tu scrivi nell’articolo, riferendoti all’empatia, in questi termini: “E non si tratta di caratteri preclusi all’uomo:…” poi Ned non può cadere dalle nuvole e uscirsene con “affermare che la durezza è di per sè maschile e l’empatia è di per sè femminile è una affermazione falsa” perché è lui per primo che sta falsificando.

          Pertanto una sonora pernacchia ci sta tutta e non si lamentasse.

          Se Ned non gradisce i miei sfottò è molto semplice la soluzione: Ned, sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, inizia tu, sii più onesto intellettualmente, non ergerti al nulla che sei, non rappresenti nessun alto ideale o valore superiore che altri qui non hanno, capisci bene prima i concetti poi commenti, se non capisci umilmente chiedi, una risposta in termini generici ti sarà data.

          Ma basta con i giochini.

          Speriamo che il patto regga.

          Sul tema dell’empatia vorrei fare un paragone tra Peterson e Pievani, dunque due uomini, poiché non si afferma che gli uomini non sono empatici e le donne sì, ma che l’empatia è declinata in maniera diversa da maschi e femmine.

          Peterson ha scritto un libro “duro” rivolto ai giovani. Per me, è una forma di empatia “al maschile”, invita a non cercare giustificazioni ma a prendersi responsabilità, è empatico nella misura in cui comprende il disagio e propone una soluzione “di rigore”.

          Anche Pievani è un uomo. Ma un uomo femminilizzato. E questa è la sua soluzione:

          https://amedit.me/2015/03/31/la-femmina-mancata-il-maschio-e-inutile-un-saggio-quasi-filosofico-di-telmo-pievani-e-federico-taddia-letto-e-recensito-da-amedit/

          Pievani, che confonde uccelli e pesci coi mammiferi, un finto scienziato, è un uomo che vorrebbe applicare l’empatia “al femminile” a tutta la società, maschi compresi. Che poi è la soluzione che negli ultimi decenni viene proposta, insegnata, diffusa, etc.

          Il buffo è che se Peterson è accusato di misoginia, Pievani dovrebbe esserlo di misandria. Invece no. Il mistero che non è un mistero è proprio questo, e la risposta, il nocciolo della questione, al di là delle opinioni dei due autori, per comprendere i tempi di oggi, andrebbe data su questo: perché Pievani sì e Peterson no?

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          22 Febbraio 2019 Blu Reply
          • X Blu

            “io per l’amore romantico, voi giustificate il “femminicidio” (quando cerchiamo una spiegazione più generale al fenomeno, svelando un sistema oppressivo)”

            se davanti alla notizia di una donna uccisa dall’ ex marito o anche dall’ex fidanzato (caso in cui non ci sono separazioni legali nè mantenimenti di mezzo) la prima cosa che ti viene in mente è “chissà quanto era oppresso lui poverino, chissà che arpia malvagia, traditrice, succhiasoldi, infame doveva essere lei, e poi certo che un poverino particolarmente fragile sbrocca mica è colpa sua poverino, è colpa delle donne di oggi che sono quasi tutte perfide,infide, bugiarde, è colpa del femminismo, del consumismo e di vattelapesca” bè questo a casa mia è trasformare il carnefice in vittima, la vittima è la donna uccisa anche se in vita era una fedifraga che è andata a letto col suo migliore amico ridendo di lui, anche se era una persona disonesta o scorretta, la vittima è lei e chi l’ha uccisa non è una vittima anche se soffriva tanto non è una vittima.

            E per inciso: rendere vittima il carnefice è anche leggere la notizia di un bambino ucciso dalla madre e preoccuparsi per prima cosa della “depressione” di lei

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            23 Febbraio 2019 ned Reply
            • CVD.

              Innanzitutto, il fatto che sia “la prima cosa che ti viene in mente” lo dici tu. E smettila.

              Invece il discorso è: stante il reato e la conseguente punizione prevista dal codice penale, chiediamoci se esiste un sistema oppressivo, culturale e legislativo, che peggiora la situazione invece di risolverla. Se dunque non sia anche il sistema criminogeno (che favorisce il reato).

              Perché anche noi vogliamo un mondo più giusto, più equo, e anche più pulito.

              E’ lo stesso discorso che si fa quando un immigrato commette un reato: stante il reato e la conseguente punizione etc., chiediamoci se esistono condizioni al contorno tali che come società possiamo prevenire il misfatto. E infatti la risposta è che gli immigrati commettono più reati degli autoctoni perché vivono in condizioni di maggior disagio. Sei d’accordo?

              E’ lo stesso discorso che fa l’ideologia a cui appartieni quando dice che è il fantomatico patriarcato a muovere la mano dell’assassino. Il che fa ridere in un sistema che porta via i figli proprio ai padri. Sei d’accordo?

              Non è dunque probabile che gli uomini violenti vivono e reagiscono (perché psicologicamente non risolti) in condizioni di maggior disagio? E’ proprio un discorso tipicamente di sinistra, salvo quest’ultima misteriosamente latitare sull’argomento. Non c’entra niente colpevolizzare la vittima, è superficiale e infantile capire questo di un discorso così complesso. E non c’entra niente neanche assolvere il reo, che è psicologicamente un NON risolto e paga la sua colpa.

              Come se non bastasse, se il Presidente Mattarella si fosse fermato al reato, se avesse guardato il dito e non la Luna, non avrebbe potuto concepire la grazia per quell’uomo che ha ucciso la moglie malata, che amava tanto. E’ così che si trascendono i valori morali puntando più in alto. Si può uccidere per troppo amore (concetto a cui tu non arrivi).

              Faccio notare che, en passant, l’omicidio di cui parlo è tuttora conteggiato dalla tua ideologia come “femminicidio”. La cosa non ti indigna? E quegli uomini che non reagiscono, nonostante passino le pene dell’inferno, non sono forse eroi? Lo riconosci? Hai mai scritto qualcosa in loro onore?

              Il tuo inciso, quella della depressione post partum, è oppure no la narrazione dominante? Non ti indigna questo doppiopesismo? Tu che sei l’indignato un tanto al chilo dovresti fare fuochi e fiamme come fai di solito qui.

              Invece no.

              E’ dunque legittimo credere che a te non importi un bel niente risolvere i problemi, ma solo pavoneggiarti di valori e ideali che non possiedi. E come te fa l’ideologia a cui appartieni.

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              23 Febbraio 2019 Blu Reply
              • “E quegli uomini che non reagiscono, nonostante passino le pene dell’inferno, non sono forse eroi? Lo riconosci? Hai mai scritto qualcosa in loro onore?”

                Tu scriveresti qualcosa in onore delle neomamme in depressione che non uccidono i figli? Tratteresti da eroine quelle maestre che di fronte a bambini turbolenti non li picchiano? No, perchè non c’è nulla di eroico, è la normalità.

                trattare da eroe un uomo che si comporta da persona NORMALE non uccidendo la madre dei suoi figli sarebbe deleterio, equivale ad affermare che la normalità per un uomo è la reazione violenta, che è normale ammazzare l’ex moglie e questo è assurdo. Allora sono eroi anche quelli che non violentano una ragazza ubriaca semisvenuta? Ti rendi conto di cosa dici? Ti rendi conto della misandria insita in ciò che hai detto?

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                23 Febbraio 2019 ned Reply
                • Sbagli risposta Ned. Le neomamme in depressione soffrono di una patologia. Le maestre snervate patiscono il comportamento di soggetti incolpevoli. Blu parlava di uomini oggetto di mobbing premeditato, che nonostante tutto tengono duro. Come molte donne vittime di comportamenti ossessivi e gelosi. In entrambi i casi non c’è nulla di normale. Resistere non è eroico, ma stupido, a mio avviso. In ogni caso hai frainteso il concetto di Blu. Resta da capire se l’hai fatto volutamente o no.

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                  23 Febbraio 2019 Davide Stasi Reply
                  • || Resistere non è eroico, ma stupido, a mio avviso.

                    Ci tenevo a rispondere a questa osservazione perché è cruciale. Non penso sia stupido, ma sicuramente è sbagliato fare l’eroe anche per me. Sventurata la terra che ha bisogno di eroi. Infatti l’eroe a cui faccio riferimento è una figura tragica, perché alla fine perde anche quando vince. Per questo gli rendo onore.

                    Alberto Tana, per esempio, vince in tribunale dimostrando la sua innocenza, ma perde una figlia non riuscendo a perdonarla dentro di sé (gli sputò in faccia durante il processo, forse solo un santo può perdonare). Ma anche la figlia perde un padre, pur vincendo sulla manipolazione della madre (adesso si occupa di alienazione parentale).

                    Andare in battaglia, certi di essere sconfitti comunque vada, ha qualcosa di tragico e romantico allo stesso tempo. Ma non è bello, né auspicabile, figuriamoci se è naturale. E’ una prospettiva sbagliata, quella dell’eroe, perché è individualista. E non dovrebbe esserlo perché è il sistema che è corrotto, e un sistema non può essere affrontato da soli.

                    Una milizia ben organizzata di combattenti eroici e coraggiosi sarebbe più adatta a risolvere la situazione. Un movimento di liberazione maschile è tempo che nasca.

                    Ritorno a consigliare il video di ieri, la conversazione tra Peterson e Paglia, a partire dalla mezz’ora parlano di guerra tra i sessi. Fidatevi, è notevole. Per chi non conosce l’inglese, i sottotitoli tradotti in automatico rendono abbastanza bene. Qualcosa sta cambiando davvero.

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                    24 Febbraio 2019 Blu Reply
                • Penso che chi perdona il suo torturatore poi il Papa lo fa santo.

                  D’altronde il boia agisce per conto di un sistema, che non ha nulla di naturale, essendo creato dagli uomini, dunque all’opposto è artificiale.

                  Io perciò ti perdono, punto più in alto dell’eroe.

                  Santo Blu ????

                  Per il resto non posso risponderti altrimenti Davide (giustamente) mi fa un cazziatone, perché meno che insultarti non posso.

                  Ho scoperto che uno dei giochini che fai (eravamo d’accordo che la finivi) ha un nome: “cherry picking”.

                  Non hai null’altro da dire su tutto il resto?

                  E che mi impegno a risponderti a fare, allora?

                  Rispondere non serve. Insultarti non posso.

                  Cuoci nel tuo brodo.

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                  23 Febbraio 2019 Blu Reply
  4. “Ovvero sta nella capacità e volontà di comprendere ciò che davvero è connaturato a un uomo, accettarlo e adeguarvisi fin da piccoli (e in questo l’impostazione genitoriale è cruciale). Oppure non adeguarvisi del tutto, ma con consapevolezza, auto-accettazione e accettazione delle conseguenze.”

    Esatto.
    Ed entrambe le scelte implicano mancanza di ipocrisia e poca inclinazione ai compromessi, e non danno appigli a chi attacca per distruggere.

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    22 Febbraio 2019 ericlauder Reply
  5. Orgogliosa di stare accanto ad uno di quegli uomini che hanno saputo reagire, che non si sono arresi agli eventi, che hanno combattuto e continuano a combattere quotidianamente per la prole..per sempre segnati ma mai rassegnati

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    22 Febbraio 2019 Ila Reply

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