La forte pressione che la società civile e l’opinione pubblica stanno mettendo in atto riesce poco a poco a cambiare l’agenda setting dei media e l’attenzione che agli orribili fatti della Val D’Enza aumenta proporzionamente. Qualche testata in più si è unita a “La Verità” nel trattare la questione, nel fare inchieste e cercare riscontri per una storia che, come si è detto, non è né un’eccezione né qualcosa di nuovo. La mobilitazione delle persone comuni su questo tema è cruciale per creare una sensibilizzazione che vada al di là dei tentativi di mettere bavagli di vario tipo, o attraverso le querele o attraverso la stigmatizzazione in rete. Fallito il tentativo di mettere la mordacchia sulla vicenda, sta fallendo miseramente anche quello di far passare chi vuole verità, trasparenza e giustizia per “troll” o “hater”. Cruciale per obliterare questi tentativi infami è che la mobilitazione si tenga lontano dalla politica (ovvero resti puramente civica) e da ogni bandierina o bandieruola che non abbia un’autorevolezza e un respiro davvero comuni e nazionali.
Lo ha capito bene Lisa Rubiu, di Canossa, Val D’Enza, che lunedì scorso ha organizzato un raduno a Bibbiano (nella clip una testimonianza dell’evento) a cui ha partecipato una folla di persone, e dove diversi si sono avvicendati al microfono, cittadini comuni (s’è fatto vedere anche qualche politico, che non citerò, e diversi media) che hanno espresso la propria indignazione, i propri sentimenti di turbamento verso ciò che finora è emerso.
Cittadini che soprattutto vogliono far sentire agli inquirenti tutto il loro appoggio. Un sostegno che è dovuto ed è bene che si palesi: le toghe che stanno trattando la materia hanno in mano materiale esplosivo, e lo sanno. Privi di sostegno sociale rischierebbero di non affondare il bisturi fino in fondo e di non rimuovere il male che affligge il sistema dei servizi sociali un po’ ovunque nel paese. Bene ha fatto dunque Lisa, madre di una figlia, incidentalmente venuta in contatto in passato con il “metodo Anghinolfi”, e dunque conscia della follia che governava le procedure dei servizi sociali deviati della Val D’Enza, a organizzare l’happening di lunedì. Lei è parte del team organizzativo del flash mob di sabato 20. Serve che tanti, che tutti ci si organizzi per sostenere la manifestazione, serve sostegno a chi ha patito l’inferno e ai magistrati, affinché niente del genere si ripeta più.
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