Mi è stato fatto pervenire un video-comunicato dei genitori di Manuel Piredda. Lo riporto qui di seguito, con la trascrizione del testo.
Buongiorno a tutti, e soprattutto buongiorno alle istituzioni, siamo Roberta Mamusa e Giuseppe Piredda, i genitori di Manuel, deceduto il 17 aprile 2011 a casa sua in tragiche, orribili circostanze. Ci rivolgiamo a tutti i cittadini e ai Signori Ministri della Giustizia Alfonso Bonafede e al Signor Ministro Matteo Salvini, ma anche al neo Ministro e presidente della onlus Doppia Difesa Giulia Bongiorno affinché vigilino sulle condotte che mette in essere l’unica indagata per l’omicidio volontario e incendio doloso del cadavere di Manuel, ossia Valentina Pitzalis, icona mondiale contro il femminicidio, il bullismo e la violenza di genere.
Vogliamo richiamare la vostra attenzione e quella di tutti i dirigenti scolastici e dei rettori universitari affinché sia proibito il proseguire della grave azione diffamatoria ai danni di Manuel e nostra, che viene effettuata ogni volta che le forze dell’ordine, le scuole, le università, i teatri, gli uffici regionali, provinciali, comunali e gli show televisivi danno spazio a Pitzalis Valentina e le consentono di proseguire nell’indicare come suo carnefice nostro figlio Manuel. I periti del giudice hanno stabilito che Manuel quando ha preso fuoco era già morto. Manuel è morto per asfissia non determinata dal fumo e non si è suicidato o morto a causa del fuoco o di un malore. Manuel è stato prima ucciso e poi bruciato per nascondere le prove del suo assassinio. In quella casa c’ erano soltanto Manuel e Valentina Pitzalis.
Esigiamo che venga immediatamente interrotta questa campagna diffamatoria che getta fango da otto anni su Manuel. Esigiamo che si smetta di lucrare sul cadavere di nostro figlio. Manuel è diventato suo malgrado una macchina per fare soldi e dare visibilità anche politica a certi personaggi che continuano a fingere che nulla stia succedendo. Manuel è stato ucciso e poi cosparso di benzina e bruciato mentre si trovava a casa sua. Vogliamo giustizia e la Giustizia deve partire dal divieto di partecipazione di Valentina Pitzalis a qualsiasi evento, convegno, spettacolo o manifestazione nel ruolo di vittima di tentato femminicidio.
Signori Ministri esiste ancora la Giustizia in Italia? Siamo sicuri che la legge sia uguale per tutti? Non vi neghiamo che l’ultima sentenza per il barbaro e vigliacco omicidio del giovane Marco Vannini ci ha gettato ulteriormente nello sconforto visto che i suoi assassini sono stati puniti con pene inferiori a quelle che si danno per un furto o una diffamazione. Non vogliamo perdere fiducia nella giustizia e nelle istituzioni però siamo davvero allibiti per quanto accade in questo Paese. Vi ricordiamo che Valentina Pitzalis è indagata e sotto incidente probatorio e vi ricordiamo che l’indagine è curata dal procuratore aggiunto della divisione distrettuale antimafia di Cagliari Dott. Gilberto Ganassi. Come vedete la assegnazione dell’indagine da parte dell’ufficio della Procura di Cagliari non è stata data a un magistrato qualunque.
Da due giorni, cioè da quando si è conclusa la prima udienza di incidente probatorio ed è emerso che Manuel sia stato ucciso con asfissia meccanica e dato alle fiamme quando era cadavere, la difesa dell’indagata Pitzalis Valentina sta effettuando una puntuale disinformazione attraverso un comunicato rilasciato dall’avvocato civilista Adriana Onorato del Foro di Cagliari in cui indica come erronee le risultanze scientifiche peritali. La difesa dell’indagata è molto ben ammanigliata con certi soggetti del mondo dell’informazione e dello spettacolo. Vogliono condizionare l’opinione pubblica in previsione di un processo in Corte d’Assise. In questi giorni infatti attraverso soggetti compiacenti e privi di scrupoli stanno scrivendo che quelli che per la loro difesa sono errori marchiani dei Periti del gip, hanno portato a conclusioni scientifiche erronee. Sostengono che il cadavere fosse da troppo tempo sotto terra e non potesse parlare ma tralasciano di dire che il monossido di carbonio non subisce le trasformazioni dei processi di putrefazione e non si estingue e non evapora quindi se Manuel non aveva monossido di carbonio nelle vie respiratorie, nella cute e nella milza e all’esame dei bulbi piliferi della testa, dell’inguine e del pube significa che non ha mai respirato il fumo e il fuoco.
La Pitzalis durante il suo ricovero è stata sottoposta a numerosi lavaggi bronchiali e a disincrostazioni delle vie respiratorie anche inferiori. E questi ci vogliono propinare che invece Manuel non ha di quelle tracce di monossido di carbonio perché sono passati sette anni? Vergognatevi. Manuel è stato ucciso. Manuel è dentro questa tomba. Noi siamo morti con lui. Vergognatevi. Cosa non fareste per il denaro, per la fama e per il potere? Chiediamo a tutti i cittadini di divulgare questo video il più possibile e soprattutto fatelo sapere nelle scuole e ovunque ci siano minorenni. Cioè nei luoghi in cui l’indagata per il barbaro omicidio di nostro figlio trova ospitalità e visibilità, e si permette di lucrare col dire che Manuel l’ha resa disabile e bruciata. Valentina Pitzalis non è vittima di Manuel perché un morto non può versare benzina e tentare di uccidere nessuno.
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