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Violenze in famiglia. Meglio non capire?

11 Gennaio 201910 Marzo 2019
11

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Comments (11)

  1. L’uxoricidio di Alghero ha dato la stura alle solite note e al sindaco di Alghero che è parecchio in difficoltà. Mai visto una strumentalizzazione del genere su una tragedia, con LaNuovaSardegna che ci é andata a nozze.
    Uno schifo totale.

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    12 Gennaio 2019 Io No Reply
  2. sono due omicidi molto diversi, però condivido il ragionamento di Augello sull’approccio assolutamente antitetico della stampa
    in entrambi i casi.
    -Nel caso di Tilloca, per quanto è dato sapere si tratta di un tristissimo uxoricidio derivante da una crisi coniugale irrisolta e mal mediata dai soggetti che avrebbero dovuto curarsene. La tipica crisi endofamiliare che sfocia in gesti di questo tipo. Non
    mi risulta sulla base di quanto ho letto che Tilloca fosse un violento, probabilmente era diventato minaccioso una volta che era stato messo a conoscenza della decisione netta della moglie di separarsi per la faccenda della dipendenza dal gioco.
    . resta il fatto che due bambini hanno perso la loro madre e non vedranno più il padre.

    il caso della Panarello è molto brutto, la stessa siciliana venne incastrata grazie a sofisticati sistemi di controllo dei
    suoi spostamenti in paese (venne usato il gps del cellulare) in modo tale da far crollare il suo falso alibi.
    persona pericolosissima e lucida anche nel post delitto.
    Su di lei così hanno scritto nelle decisioni di condanna:
    ”
    Il giudizio è netto: “La condotta processuale della donna è stata deplorevole, reiteratamente menzognera, calunniosa, manipolatrice. Va assolutamente confermata e fatta propria in questa sede la definizione laconica del giudice del riesame nella persona dell’imputata: ‘Lucidissima assassina’”. Ancora più duro Reale:
    “All’esito del processo l’espressione appare persino benevola perchè oltre alla evidenza della piena capacità di intendere e di volere dell’imputata dal momento del fatto, questo giudice ritiene di potere evidenziare la pravità d’animo con la quale la donna, senza alcuna pietà e senza un benchè minimo pentimento, neanche dopo avere commesso il più innaturale dei crimini, ha occultato il cadavere del figlio”.

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    11 Gennaio 2019 Giannetto Reply
  3. “La cauzione all’americana nell’immaginario di un figlio che vorrebbe tornare alla sua vita di sempre potrebbe essere la soluzione giusta. Ma purtroppo non sarà così.”

    la soluzione giusta far uscire il padre su cauzione per farlo stare col figlio, ache se quell’uomo ha ucciso volontariamente la madre di suo figlio. Come no
    Sono arcisicuro che se una donna assassina del marito chiedesse di poter stare col figlio o il figlio chiedesse di stare con l’assassina di suo padre su questo blog si farebbero fuoco e fiamme

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    11 Gennaio 2019 ned Reply
    • Paol*-Ned
      >>>>>>
      Sono arcisicuro che se una donna assassina del marito chiedesse di poter stare col figlio o il figlio chiedesse di stare con l’assassina di suo padre su questo blog si farebbero fuoco e fiamme
      >>>>>>

      Tanto ci sei tu “a riportare l’ordine”, no?
      A questo aggiungiamo i media e la larghissima maggioranza della popolazione, notoriamente pro donna a priori e il cerchio si chiude.
      Perciò di cosa ti preoccupi, caro evirato mentale?

      Seriamente: mi auguro e ti auguro di essere trascinato un giorno negli “inferi” da una delle “deliziose” appartenenti al cosiddetto “gentil sesso” (che, nei fatti, di gentile non ha nulla) che tanto proteggi a spada tratta e a prescindere.

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      11 Gennaio 2019 Sandro D. Reply
    • Carissimo Ned

      Come al solito ignori o, più probabilmente, decidi di ignorare il contesto dell’articolo al quale decidi di commentare. Pertanto, vedrò di spiegarti la situazione con un approccio graduale.

      Primo: in ogni contesto criminale, chi commette un reato ha un motivo per farlo. Questa è un’ovvietà grande quanto un pianeta. Tale motivazione, essendo stata la forza motrice del reato, è anche una base essenziale su cui giudicare la gravità delle pene (ritengo che tu sia d’accordo con me ,ad esempio, nel dire che un omicidio non intenzionale non merita la stessa durezza di un omicido premeditato)
      Secondo: detto quanto prima, sarà quindi necessario eseguire, nei reati gravi, una valutazione psicologica del colpevole. Non solo per definire la sua capacità di intendere e di volere ma anche per definire il rischio che recidivi.

      Bene, dalla frase che tu stesso hai scritto ti basta solo sapere che un padre ha ammazzato una madre. Non ti serve sapere altro per dire che merita solo di marcire in prigione.
      E se fosse stata una madre ad uccidere il padre dei suoi figli? Avresti scritto la stessa identica opinione?

      Scendendo più nel dettaglio, come vengono applicati i concetti che ho elencato? In maniera imparziale come ogni sistema di giustizia che si rispetti? No, purtroppo.
      E, diversamente da quello che tu sembri ritenere, la valutazione dei reati nel nostro paese (ma non solo) tende a favorire nettamente la parte femminile in causa. Talvolta arrivando ai limiti dell’assurdo.

      Tornando al tema dell’articolo: i padri che commettono crimini contro la moglie o i figli vengono schiaffati sui media come dei mostri, dei bruti. Vengono spediti al gabbio anche prima che le indagini siano finite. E quasi nessuno si chiede il perchè l’abbia fatto. Nessuna ragione che possa giustificare le sue azioni, già definita a prescindere.
      Bene, per le madri assassine è l’esatto opposto: c’è un tale eccesso di compassione verso di loro che anche quando ammazzano i loro figli infanti si fa l’impossibile per trovare una giustificazione esterna che possa deresponsabilizzarla dalla gravità delle sue azioni. Già solo questo è una disparità gravissima rispetto alla controparte maschile.
      E che dire dei figli? Credi che una giustizia a priori sia davvero ciò di cui hanno bisogno a seguito di eventi tanto orribili?

      Spero di essere stato sufficientemente esaustivo nella spiegazione.

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      11 Gennaio 2019 Blackwisp Flow (Sonata Of Chaos) Reply
      • dubito che questo blog farebbe simili distinzioni e analisi davanti ad una moglie che uccide il marito e di sicuro se il figlio piccolo dell’assassina chiedesse di stare con la madre non defnirebbe “soluzione migliore” farla uscire su cauzione ma ove ciò accadesse farebbe vibranti post contrari (e avrebbe pure ragione).
        Se una madre uccidesse il marito (salvo situazioni di legittima difesa che nel caso Tilloca certo non c’erano) io scriverei le stesse cose, di sicuro riterrei comprensibile che un bambino chieda di stare col genitore ma non definirei “soluzione migliore” far uscire di prigione il genitore che ha ucciso (volontariamente) l’altro genitore per farlo stare col figlio a prescindere dal movente.
        non mi risulta che si permetta al genitore responsabile dell’assassinio dell’altro genitore di stare col figlio.

        X Sandro D.

        io non proteggo nessuno, mi limito a rilevare il doppiopesismo di chi denuncia il doppiopesismo degli altri

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        11 Gennaio 2019 ned Reply
        • Ned.

          Doppiopesismo – Nel linguaggio politico e giornalistico, tendenza a usare due pesi e due misure, cioè a comportarsi in modo contraddittorio in circostanze analoghe. (Treccani)

          Da lettore silente di questo blog da vario tempo, posso dire che di doppiopesismo non ne vedo. Perchè in nessuno degli tanti articoli che ho letto si è mai cercato di mascherare i fatti per favorire il proprio comodo vantaggio.

          Cosa che le femministe, invece, fanno in maniera sistematica. Perchè da tutta questa discriminazione e conflitto loro hanno solo da guadagnare. Si lamentano solo dove fa loro più comodo, professando ‘emancipazioni’ da una parte salvo poi ritirarle quando non erano più comode su certi ambiti. Pensa al #MeToo, movimento criminale nato sulla base di calunnie e sfruttato per perpetrarne altre, almeno finchè non si è scoperta la verità. Sempre del #MeToo è anche il caso Asia Argento e Jimmy Bennett, uno dei motivi per cui il movimento è crollato ma comunque trattato in maniera nettamente più soft rispetto al caso Weinstein, nonostante la base fosse la stessa.

          Il tono degli articoli di questo blog è fatto apposta per dare risalto a notizie e tematiche di cui molto difficilmente i giornali famosi oserebbero parlare, mantenendo un notevole livello di obiettività: anche in questo articolo, per esempio, Stasi non ha mai giustificato l’azione di Tilloca, così come non la giustificherei io stesso, focalizzandosi sullo spiegare la situazione nella maniera più imparziale possibile usando le informazioni in suo possesso. Esattamente come un vero giornalista dovrebbe fare.

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          11 Gennaio 2019 Anonimo Reply
          • Per amore di precisione, l’autore dell’articolo è Giuseppe Augello, non Stasi.

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            11 Gennaio 2019 Davide Stasi Reply
        • Ma quanto sei ipocrita e schifoso. Hai mandato la mail alla sindac* Raggi? Visto che denunci i doppiopesismi a tutto tondo mi sarei aspettato di vederti battagliero anche lì, invece no. Ma non ti vergogni di te stesso?

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          12 Gennaio 2019 Blu Reply
    • E’ chiaro come i commenti di Paol* siano mossi da evidente imbarazzo.
      In effetti lui non contesta mai (…e come potrebbe?) l’accusa di doppiopesismo che da questo blog viene mosso verso gli ambienti del femminismo.
      Mai.
      Lui si limita a voler dimostrare* che alberga anche qui.
      A lui in fondo il doppiopesismo, di per sè, non crea nessun problema etico.
      Gli basta che l’addebito non possa essere esclusivo.
      E’ la classica manovra di confusione.
      Sa bene (il furbo) che se si crea un tutto inscindibile, nessuno è più colpevole di nulla…e nessuno può più colpevolizzare l’altro.

      Una tattica difensiva nota.
      In fondo lui è qui solo per questo: inquinare il discorso.
      Da buon femministo.
      –
      *le formule assertive come “sono arcisicuro che”…che questo fenomeno di solito scodella, non sono altro che furbate dialettiche elevate a “forma dimostrativa” per rattoppare il nulla delle sue argomentazioni.

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      15 Gennaio 2019 plarchitetto Reply
  4. forse manca un dato secondario: l’udienza per la separazione di Tilloca e Fiori era già fissata il 15 gennaio prossimo.
    quindi non “era separata” come hanno scritto, legalmente “si stavano separando” .
    Leggerò con più calma…ma avendo visto la immensa speculazione svolta dal quotidiano locale su
    questa faccenda criminale (io la considerò così), ci rifletterò e penserò tanto.
    a proposito di doppio standard: nessuna traccia di quello che ha detto Tilloca al gip in carcere.
    sembra quasi che quest’uomo non abbia diritto di parola nel processo.

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    11 Gennaio 2019 Giannetto Reply

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