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Un nostro lettore (che ringraziamo) ci segnala una vicenda di qualche giorno fa, a cui ovviamente i media hanno dato un rilievo pressoché nullo.
Si tratta di uno dei pochi casi (6% all’anno circa) di stalking operato da una donna su un uomo. Con coseguenze devastanti, ben più di qualche semplice messaggio o telefonata.
Ma non è il fatto in sé che ci interessa, in realtà. Questa pagina non denuncia l’esistenza dello stalking femminile a danno dei maschi. Sappiamo benissimo che accade, in percentuale per altro poco rilevante.
L’aspetto molto più rilevante per noi è quello che emerge dalle stesse dichiarazioni della vittima: “Se la vittima è un maschio è meno considerato”. Parole sante. Ed è così se è vittima, ma ancor più se è accusato (che è poi l’aspetto che più ci interessa qui) in generale, ma l’apoteosi si raggiunge quando l’uomo è accusato ingiustamente. In ogni caso è colpevole a prescindere.
Ripetiamo, non è il fatto in sé che riteniamo rilevante, ma la realtà sottintesa, che noi denunciamo da tempo: si è diffusa una cultura malata della difesa aprioristica della donna e della demonizzazione (o sottovalutazione) dell’uomo. Una caccia alle streghe che fa malissimo agli uomini, ma che fa male soprattutto a quelle donne davvero perseguitate, e in generale al processo di emancipazione femminile.
Qui il video relativo alla vicenda (immagini non adatte a un pubblico impressionabile).
Qui e qui due dei pochi articoli di giornale usciti sulla vicenda.