L’altra sera ho ricevuto una mezza montagna di messaggi: “stai vedendo Presa diretta?“, “ma senti cosa stanno dicendo?”, “fai qualcosa, è vergognoso!”, e così via. Il programma doveva trattare di separazioni, affidi e del DDL 735. E l’ha fatto come solo un programma di Rai Tre e una trasmissione che mai ha nascosto le proprie inclinazioni politiche, poteva farlo. Quand’anche il DDL 735 fosse stata la proposta di legge più avanzata e meglio concepita della storia repubblicana (cosa che comunque purtroppo non è), il tema sarebbe stato trattato esattamente nello stesso modo. Avevo visto il trailer della trasmissione, avevo già capito l’andazzo e per questo mi sono guardato bene dal sintonizzarmi sul programma di Riccardo Iacona. Ma non è solo il posizionamento ideologico pregiudiziale dell’emittente e della trasmissione a rendermi poco stupefatto della trattazione che è stata fatta del tema separazioni e affidi. In realtà c’è qualcosa di più. Qualcosa che ho già espresso non moltissimo tempo fa rispetto al percorso a cui li DDL 735 è destinato. Da Roma mi giungono diversi input, qualcuno mi dà come certa la sua approvazione, fatte le modifiche del caso, altri mi confermano che non vedrà mai la luce. Tra le due posizioni, quella più convincente, con più argomenti e fatti a supporto, è proprio quest’ultima. Il M5S non vuole il DDL 735, dunque non passerà. Questo lo dico da mesi. Non è un caso che, ottenuta certezza che non vedrà la luce, le vagine armate si sono zittite. Il Senatore Pillon, dal canto suo, ha cominciato a intervenire su altri temi, a non basare la propria attività politica solo su quella proposta. Un atto prudente e intelligente. Il tutto mentre Salvini “apriva” alle vagine armate col Codice Rosso e i soldi per le vittime di “femminicidio”. Il resto va come deve andare, come addirittura era stato pianificato. La puntata di “Presa diretta” di ieri è stata girata tempo fa, ad accordo raggiunto. Ed è solo una tappa, forse una delle ultime, del percorso di soppressione della proposta di legge n.735. Con un po’ di cinismo la definirei un mero vilipendio di cadavere. Dunque, cari amici e care amiche, che c’è da stupirsi? Si cerchi di essere realisti e non ci si innamori di un’idea. Il DDL 735, come ho sempre sostenuto, non è la soluzione. Ci si avvicina, questo sì, ma non è la soluzione. Bando alle appartenenze politiche e ai miraggi, dunque. Se qualcosa nasce storto, non lo si può più raddrizzare. Lasciamo che accantonino il DDL e che il M5S segni questo punto a proprio favore. La riforma rimane comunque un impegno del contratto di governo e ci sarà dunque l’occasione per ricominciare daccapo facendo nascere qualcosa di dritto, anzi diritto. Ottime idee in campo ce ne sono già. Strumenti per imporle pure. Basta volerlo. Voi lo volete? Io sì. E alle prossime europee voterò il partito che si impegna a realizzare qui in Italia ciò che è scritto nel Patto per l’Equità e la Giustizia, oppure non voterò affatto. Finché sono solo io, non cambia nulla. E se fossimo milioni? Smettete di lamentarvi e scrivere interminabili lettere di protesta perché cannoneggiano il DDL 735, dunque. Tanto non le leggono. Tanto tutto era già ampiamente previsto. Rimboccatevi le maniche per avere pronta un’alternativa più forte, piuttosto. Riboccatevele per imporla a chi di dovere.
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