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Sì al congedo di paternità: lo rivendicano le donne

22 Novembre 201810 Marzo 2019
11

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Comments (11)

  1. E’ una polpetta avvelenata.

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    22 Novembre 2018 RDV Reply
    • Non ne sono sicuro, però potrebbe esserla.
      Diciamo che sino a poco tempo fa potendo scegliere tra un vero e lungo congedo di paternità e l’aborto finanziario, avrei scelto il primo. Dopo la sentenza della Cassazione sulla licenziabilità dell’uomo che si sposa, scelgo l’aborto finanziario senza pensarci due volte.
      Il messaggio è chiaro, certi segnali vanno colti al volo: in pratica la Cassazione, come pure l’avvocato femmina dello Studio Cataldi, dicono che la difesa della paternità non può essere pari alla difesa della maternità, proprio per principio. Quindi un congedo di paternità dovrebbe necessariamente essere vissuto in maniera punitiva o rischiosa per l’uomo rispetto al congedo di maternità per la donna – è un principio costituzionale. No grazie, meglio l’aborto finanziario: oltretutto è più facile da ottenere visto che la paternità non esiste in Costituzione.

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      23 Novembre 2018 Eric Lauder Reply
      • La volontà di imporre i congedi paterni viene dalla stessa fonte che avversa con ogni mezzo l’affido paritario (Pillon), che ispira le sentenze antimaschili ed antipaterne (come appunto l’ultima), che mette sulla bocca di qualcuna il fatto che siamo tutti dei pdm (soprattutto papà) – voce dal sen fuggita – che genera ed alimenta il pestaggio antimale da 50 anni e la conseguente somma di parole e azioni e leggi e sentenze e insegnamenti e statistiche con cui si sta distruggendo la psiche maschile in occidente.
        .
        Ciò basta e avanza per intuire il velenoso contenuto della polpetta.
        che tuttavia …ha forma e sapore di polpetta.
        Perciò …non la si può rifiutare.
        .
        La proposta è diabolica. Ma per smascherare il Diavolo di fronte alla massa bisogna partire da lontano e far sì che la massa ti ascolti.
        Ci sono cose più importanti per tutti.
        Oggi il black-friday, Domenica il pink-sunday.
        .
        E poi, cosa pretendere dalla massa quando i colti, gli intellettuali, i maîtres à penser sono i primi colpevoli?

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        23 Novembre 2018 RDV Reply
  2. Una modesta riflessione.. Per le femministe il congedo di paternità è un obbligo (meglio se a titolo gratuito) da imporre agli uomini, per molti padri un diritto (anche se a titolo gratuito).. Differenti punti di vista..;D

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    22 Novembre 2018 Andrea Marcato Reply
  3. Italia Paese senza figli, e senza madri. Oltre a registrare l’ennesimo record negativo, con 9mila bambini in meno (-2%) nati nel 2017, gli ultimi dati Istat sugli indicatori demografici dicono che in dieci anni sono sparite anche le mamme: dal 2008 si contano 900mila donne in meno nella classe 15-50 anni, di cui 200mila “scomparse” solo nell’ultimo anno. E mentre le madri potenziali sono sempre di meno, quelle che poi diventano mamme davvero lo fanno sempre più in ritardo.

    “congedo di paternità” : di che cosa stiamo parlando?

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    22 Novembre 2018 xyz Reply
  4. Questa discriminazione ai danni dei padri e, soprattutto, lo schema retorico con la quale viene affrontata da politici, giornalisti, intellettuali e commentatori mainstream vari, sono la prova provata (qualora ce ne fosse ancora bisogno) dell’odio verso il maschio che la società di oggi, checché se ne dica, nutre voluttuosamente. Da un punto di vista propagandistico, bisogna ammetterlo, è il capolavoro del femminismo. Infatti, questa impossibilità dei congedi paterni è, naturalmente, una discriminazione vergognosa verso gli uomini, e non ci sarebbe altro da dire, eppure, incredibilmente, la si fa passare come una discriminazione contro le donne e se ne colpevolizzano, tanto per cambiare, gli uomini. Notate, infatti, come quando proprio non si può ignorare il problema il femminista della situazione rigira la frittata: ad esempio Boeri, l’irreprensibile Boeri, ne parla come di una cosa che fa tanto comodo ai padri, che devono essere costretti ad assumersi la responsabilità di curare i figli perché. i felloni maschilisti, di loro non vorrebbero proprio. Ricordo un’intervista in cui – incredibile auditu – tesseva le lodi della figura paterna e della sua importanza per la crescita dei ragazzi: tutte cose che noi sappiamo benissimo da sempre, ma col taglio furbetto e furbastro “sarebbero tanto importanti, i padri, ma egoisti come sono bisogna costringerli a fare i padri”. Da cui, come logica conseguenza, tutti questi appelli per il congedo di paternità, ma per favorire la carriera delle donne, sia chiaro, che sono loro le discriminate, come sempre. Poi naturalmente non se ne fa mai nulla, e davvero non si capisce come mai, visto che almeno dal 2011 (ma in realtà anche prima) al giugno di quest’anno ci sono stati governi femministi, che hanno fatto passare ogni sorta di legge femminista e/o misandrica, ma questa, guarda caso, proprio no… Se ci pensate, è un’operazione geniale: si perpetua un’ingiustizia verso una categoria di persone, ma spacciandola come un privilegio, così non solo i padri continuano ad essere marginalizzati, ma vengono pure colpevolizzati e insultati coram populo per questo. E, va da sé, rimproverati per non occuparsi dei figli: cornuti e mazziati (o meglio, per l’appunto, cornuti e colpevolizzati).
    Per cui, facciamo attenzione agli alleati in questa battaglia. Apparentemente, visto che a parole i vari Boeri e Boldrini sono tanto entusiasti del congedo di paternità, si potrebbe una volta tanto sotterrare l’ascia di guerra (metaforica, per carità) e percorrere almeno questo tratto di strada insieme, in realtà andare con questi sarebbe una polpetta avvelenata, sia dal punto di vista della percezione sociale (non può e non deve passare il messaggio falso e bugiardo che i padri non vogliono occuparsi dei figli), sia da quello pratico (questi ciurleranno nel manico ma non vorranno MAI andare fino in fondo e cambiare davvero la legge, sono troppo sdraiati sulle posizioni donniste e questa mancanza del congedo di paternità è pur sempre una utilissima arma di ricatto verso gli odiati “pezzi di merda”).

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    22 Novembre 2018 DanieleV Reply
  5. In ogni caso, c’è un paradosso: si parla di congedo di paternità, ma nel frattempo la Corte di Cassazione stabilisce che il divieto di licenziamento per matrimonio è valido solamente per le donne:
    http://www.lavoroediritti.com/sentenze/licenziamento-per-matrimonio-divieto
    Il vero problema è che la nostra Costituzione è sessista: parla di tutela della maternità, ma omette qualsiasi riferimento alla paternità.

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    22 Novembre 2018 AndrewZZ2 Reply
    • Verissimo, assolutamente vero!

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      22 Novembre 2018 Davide Stasi Reply
    • Ma infatti è per quello che ci tenevo ad evidenziare quella sentenza, dopo quella il problema del congedo di paternità è ambiguo se non sorpassato: se l’uomo avrà troppo congedo di paternità allora potranno legalmente licenziarlo in caso di matrimonio. Non è game over ma poco ci manca.
      Il matrimonio da’ già 15 giorni di permesso pagato, è niente in un contratto a tempo indeterminato ma per quelli, e sono tanti, che hanno contratti da 6 mesi o per un anno, incide tantissimo.
      Sospetto che potremmo aver perso la finestra temporale utile per avere un congedo di paternità benefico, e che possa essere troppo tardi.

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      22 Novembre 2018 Eric Lauder Reply
    • Portiamo pazienza.. La costituzione più bella del mondo, come qualcuno l’ha definita, insieme alla repubblica che vuole governare, non è come un diamante (per sempre).. Personalmente la situazione dei nostri giorni, mi pare paragonabile agli ultimi anni di vita della serenissima repubblica di Venezia.. I magistrati e i pubblici ufficiali continuarono a esercitare le loro funzioni fino alla caduta della serenissima, sebbene la sua fine fosse ormai da tempo inevitabile..

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      22 Novembre 2018 Andrea Marcato Reply
  6. Il problema del congedo di paternità è che di solito le proposte arrivano come parte di un “pacchetto” che “aiuta l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro”, in pratica ti trovi davanti a questo:
    15 giorni di congedo di paternità (ottimo, grazie)
    Incentivi all’assunzione di donne (anche SINGLE, solo “in quanto donne”) che così a parità di titoli o addirittura con titoli leggermente inferiori passano avanti ai concorrenti uomini.

    Quindi: quale congedo? Non c’è nessun congedo se non hai un lavoro.
    E ovviamente l’enfasi è sulla prima parte, la seconda quasi non se ne parla…
    Occhio alle fregature, è come giocare contro bari professionisti in una bisca clandestina.

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    22 Novembre 2018 Eric Lauder Reply

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